Partiamo col presupposto che i trash-movie all’italiana specialmente i gialli-horror anni ’80 sono diventati pian piano tutti dei cult. La lista di questi esemplari è davvero lunga e Paganini Horror (1989) è uno dei capisaldi, un immancabile tassello della cultura pop-fattapposta. Luigi Cozzi, classe 1947, con un passato da sceneggiatore e regista di filmacci in voga all’epoca, uno su tutti Starcrash (1978) un vero tentativo di sabotaggio del genere fantascienza, decide di rimettersi dietro la macchina da presa per sfornare uno dei peggiori horror degli anni 80 made in Italy, forse il peggiore. Premessa: la locandina disegnata dal grande Enzo Sciotti depista l’incauto spettatore all’85%, cosa che si è ripetuta altre mille occasioni in quel periodo.
Cozzi, suggestionato dalla tecnica del primo Argento, chiama i jolly Daria Nicolodi, cagna come poche altre volte nella sua carriera di modestissima attrice e il malcapitato Donald Pleasance che all’epoca veniva usato come lo è stato Magalli in tv. Qui si parte col botto e si fa sul “serio”. Bambina di bianco vestito, manco ci trovassimo nel 1889, uccide la madre gettando un asciugacapelli nella vasca: la scena dovrebbe significare qualcosa riagganciandosi nel finale, ma non si capisce proprio dove vuole andare a parare. Davvero. La scena si sposta in uno studio di registrazione con dei componenti di un gruppo musicale che sembra più o meno un incidente fra i Fleetwood Mac e Jem & the olograms. Uno di questi strepitosi artisti ha comprato una presunta partitura inedita di Paganini da un sinistro Pleasance, il quale dice di aver venduto la sua anima al diavolo per impossessarsene. Saltando a piè pari un eventuale Rondò Veneziano, il pezzo inedito del maestro Paganini diventa un tremendo pezzo dance anni ’80 degno dei Dead or Alive, e mentre si registra un osceno videoclip per cui anche il buon Enzo Paolo Turchi avrebbe avuto un coccolone, un assassino armato di coltello fatto a chiave di violino (?) inizia a decimare il gruppo coreografico e staff tecnico. Finale da non spoilerare? Si vabbè…innanzitutto se l’assassino fosse stato Paganini in persona avrebbe avuto pure senso e invece sembra uno che abbia poteri alla Dracula (va in fumo di giorno), si sente un pò sto cazzo (lascia la firma a chiave di violino quando svanisce) e fa pure il coatto coprendosi il volto con una maschera d’oro.
Una quantità di trash in un film solo non è così facile da trovare e numerosi sono gli elementi che lo rendono un diamante del peggior cinema: c’è un muro invisibile che impedisce ai malcapitati di scappare (espediente geniale), la preparazione artistica della protagonista fa accapponare la pelle, il tentativo di Cozzi di far credere di girare in notturna con un filtro bluastro tale da rincretinire lo spettatore è una scelta di bassissimo livello, container di sangue in faccia alle vittime che urlano come se stessero facendo una gara a chi rompe più i coglioni è sintomo di scarsissima cura dei momenti topici e l’assassino che oltre ad una serie impressionanti di omicidi dalla dinamica impossibile risulta essere noioso abbestia (come dicono a Lodi). Ciliegina sulla torta: il collegamento iniziale con la bambina che fa fuori la mamma? Boh….Il 1989 è stato segnato anche da altre perle trash, le quali però faticano fortemente a toccare più in basso fenomeno cinematografico.
★☆☆☆☆
voto trash