Cercare di compiere una vera impresa, anzi una doppia impresa come riuscire a fare un seguito all’altezza del primo film e ricreare le stesse scene (identiche) da un’altra indicazione fa di Ritorno al futuro parte II uno dei migliori seguiti di sempre nel genere fantascientifico. Il produttore Steven Spielberg, lo sceneggiatore Bob Gale e il regista Robert Zemeckis accettarono di mettere in piedi il seguito di quel grande film tre anni dopo e solo dopo l’ok da parte dei due protagonisti, ai quali poi si unì quasi tutto il vecchio cast con Lea Thompson e Thomas F. Wilson che avrebbero ripreso i ruoli di Lorraine e Biff; discorso diverso per Crispin Glover, il quale chiese una cifra esagerata. Zemeckis durante la primà metà delle riprese non era quasi mai presente sul set siccome stava terminando la post-produzione di Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988) e la palla passò a Bob Gale con l’aiuto di Steven Spielberg e il supporto prezioso del direttore della fotografia Dean Cundey. Nella versione italiana le voci dei protagonisti cambiano: al posto di Teo Bellia e Ferruccio Amendola, vennero Sandro Acerbo e Dario Penne. A differenza del primo film ci sono molti più viaggi nel tempo a causa della storia che da apparentemente semplice si trasforma in un complicato rompicapo dando una nuova linea guida alla storia che ci eravamo lasciati al termine della prima pellicola. Curiosità: tra le tante cose che hanno azzeccato nella Hill Valley del 2015 c’è il curiosissimo caso della vittoria dei Chicago Cubs delle World Series dal 1908, ci riuscirono nel 2016!
Non appena Marty incontra Jenifer fuori casa, dopo essere tornato dal 1955 solo la sera prima, ecco spuntare Doc Brown dal 2015 che chiede a Marty e alla sua ragazza di andare con lui per salvare (nel futuro) i loro figli. Dopo aver risolto una situazione relativamente semplice, Marty si concede il lusso di acquistare un almanacco sportivo con i risultati di tutti gli sport dal 1985 fino a quel momento, ma Doc rimprovera il ragazzo dicendogli che i viaggi nel tempo non sono stati ideati per fare soldi, bensì per capire le potenzialità dell’esperimento. Così getta la rivista in un cestino. Mentre cercano di recuperare Jennifer, scambiata per il suo alter-ego del presente e trasportata nella sua casa, il vecchio Biff Tunnen ruba l’almanacco e la DeLorean. Quando i nostri eroi tornano nel loro tempo, scoprono che molte cose sono cambiate: soprattutto che Geroge, il padre di Marty, è stato ucciso tempo prima e Biff è diventato ricco e potente. Per rimettere a posto le cose Marty e Doc dovranno compiere un vero miracolo…
Con una partenza a razzo, Ritorno al futuro parte II ci fa vivere un’esperienza simile alle montagne russe. È veloce, divertente, emozionante e alquanto squinternato, proprio come la parlantina di Doc Brown e le sue tragiche proiezioni basate sui paradossi temporali. Ci sono chicche ovunque, dal pupazzo di Roger Rabbit, alle gag degli alter-ego di tutti i personaggi, dal 3D de Lo squalo 19 (di Max Spielberg) alla pizza idratata,ecc… Alan Silvestri compie una leggera modifica alle tracce secondarie della colonna sonora, ma resta fedelissimo sulle overture principali lasciando intatto il loro fascino. L’uomo chiave è però Bob Gale che intreccia una storia che tende a contorcersi fino a metà film (l’idea del presente alternativo è un poker d’assi) per poi risolversi pian piano fino al sorprendente cliffhanger con tanto di trailer del terzo film a seguire (prima volta nella storia del cinema), idea che venne salutata da standing ovations durante le proiezioni. Ancora ad oggi, Ritorno al futuro parte II è uno dei più folli ed emozionanti sequel di film di fantascienza di sempre.
★★★✬☆
2 risposte a "Ritorno al futuro – parte II (1989)"