Altro caso di film divenuto di culto solo alcuni anni dopo l’uscita nei cinema. Il regista Joel Schumacher, all’epoca già conosciuto per lavori come Ragazzi Perduti (1987) e St.Elmo’s Fire (1985), raccolse una sceneggiatura originale del risoluto Peter Filardi e, dopo aver ottenuto l’ok da parte della Columbia Pictures e una discreta sovvenzione dal suo amico Michael Douglas, si mise a lavorare per il casting che doveva essere composto da personaggi giovani. Grazie al lavoro di Mali Finn, vennero presi i già famosi Kiefer Sutherland e Kevin Bacon e la giovanissima stella Julia Roberts (è il 1989), ai quali poi vennero aggiunte le spalle Oliver Platt, sempre ottimo attore di secondo piano e il fratello minore di Alec Baldwin, William, all’epoca attore in auge ma che si è poi perso nei futuri anni a venire. Le riprese del film vennero effettuate tra il novembre del 1989 e gennaio 1990. A fronte di un budget di 26 milioni di dollari, Linea Mortale ne incassò 61, ma solo dopo qualche anno il film venne considerato un piccolo gioiellino.
Un gruppo di studenti di medicina si da appuntamento nel cuore della notte, all’interno di una zona in costruzione della facoltà, per scoprire così si cela dopo la morte. Nelson Wright (Kiefer Sutherland) è certamente il più ossessionato di tutti e vuole saperlo per primo. Dopo che il suo corpo è stato raffreddato e fatto addormentare Nelson, rischiando non poco nel tornare indietro, è incredulo a ciò che ha visto e, siccome l’esperimento ha avuto successo, anche gli altri colleghi decidono di provare l’esperienza estrema. Ma il giorno dopo, Nelson viene inaspettatamente aggredito da un bambino, un bambino che ha visto mentre era clinicamente morto.
Decide di non dire nulla ai suoi amici, in modo che possano quantomeno negare che l’episodio sia accaduto anche a loro: prima tocca allo scettico Dave Labraccio (Kevin Bacon) e, successivamente a Rachel (Julia Roberts) e infine Joe (William Baldwin). Tutti quanti dovranno fare i conti con le loro peggiori paure, finché uno di loro non trova il modo per risolvere il mistero…
Davvero un prodotto interessante, se non fosse per alcuni momenti di noia alquanto sensibili. Linea mortale è un thriller che gode della sua fresca sceneggiatura e dei suoi giovani interpreti, ma si sforza di essere qualcosa di più e questo incide inevitabilmente. Il vero guaio di questo thriller, ripeto molto godibile, è nel suo presunto punto di forza, ossia gli incubi e/o le visioni, che non riescono davvero ad apparire così inquietanti come dovrebbero essere. La gestione degli stati di allucinazione da l’idea di apparire confusionaria. Sull’altro piatto della bilancia ci sono molte qualità: innanzitutto la bravura di Jan De Bont nel dare colori molto forti e vivi ad un film dai toni cupi (ricorda un pò Inferno di Dario Argento), sicuramente la bravura degli attori, primo fra tutti Kiefer Sutherland e, certamente un lavoro eccellente da parte di James Newton Howard alle musiche (la traccia post primo esperimento è un capolavoro). A questo ci aggiungiamo un plauso al lavoro d’ufficio ma perfetto di Joel Schumacher, angolazioni scelte con cura, emotività dei caratteristi non esagerate, poche zoomate azzardate e una precisa staticità delle carrellate. Sicuramente, anche quì non si grida al capolavoro, ma la sensazione è quella di aver visto un film piacevole e mai banale.
★★★☆☆
2 risposte a "Linea mortale (1990)"