Anni ’90: ma che un’estate era estate se non si vedeva Giochi senza frontiere e Lo squalo in tv? A parte gli scherzi, Lo squalo è di certo uno di quei film che ha scritto o riscritto la storia del cinema, un punto fermo nella cinematografia che ha determinato le nuove regole della suspence. Da un best-seller di gran successo dello scrittore Peter Benchley, e da una sceneggiatura dello stesso autore con la collaborazione di Carl Gottlieb, il quasi novello Steven Spielberg (che all’epoca aveva diretto lo sperimentale Duel e Sugarland Express) dirige un thriller d’avventura di due ore dotato di momenti di vero terrore ed una scelta di finale alternativo rispetto a quello del libro sicuramente più appetibile. Ovviamente, dopo l’uscita del film (20 giugno 1975) le vendite del libro partorito da Benchley aumentarono spropositatamente. Con un costo quasi irrisorio di 9 milioni dollari, il film estivo di Spielberg si portò a casa oltre 470 milioni di dollari, vincendo tre premi Oscar (miglior sonoro, miglior montaggio, miglior colonna sonora). Un successo formidabile, al quale seguirono altri tre capitoli, di cui solo il primo sequel può permettersi di essere un valido film; gli altri due sono pietosi.
Nella piccola comunità di Amity nel New England, viene ritrovato il cadavere mutilato di una ragazza a ridosso della spiaggia. Il guardia costa Martin Brody (Roy Scheider) registra con la causa di “attacco di squalo” l’uccisione della giovane e in poco tempo, comincia a girare la voce che uno squalo assassino si aggiri nelle acque vicino ad Amity. Il sindaco della cittadina, preoccupato delle pessime prospettive della stagione estiva, comunica alla gente che la morte della ragazza è da attribuire ad un incidente con le pale di una barca. Ma quando uno squalo bianco uccide un bambino davanti a tutti i bagnanti, Brody decide di usare le maniere forti e assieme al biologo Matt Hooper e al cacciatore di squali Quint, salgono su un’imbarcazione per uccidere la bestia…
Grazie al montaggio di Verna Fields, al meraviglioso tema scelto per la colonna sonora basica quanto sinistra (John Williams), i 120 minuti de Lo squalo sono tutti assolutamente godibili. Un film dotato di una forza straordinaria e suspance mista ad un divertimento che Spielberg ha imparato a dosare in altri suoi film, per così dire “più adulti”. Il trio di attori che danno la caccia allo squalo (un complesso di comandi elettronici inseriti in una sagoma di gommapiuma), è ben equilibrato, il battagliero Shaw è ridimensionato dall’universitario Dreyfuss mentre Scheider, punto di vista dello spettatore, gioca a fare quasi l’arbitro, tutto ciò nell’ultima ora. Frank Rich del The New York Times scrisse “Spielberg è dotato di un talento che è totalmente assente in molti cineasti dei giorni nostri: questo uomo sa come raccontare una storia sullo schermo. […] e questo si vede quando il regista ci regala alcune spaventose sequenze con protagonista lo squalo senza neppure vederlo”.
★★★★☆
2 risposte a "Lo squalo (1975)"