Black Rain – Pioggia sporca (1989)

black-rainA distanza di alcuni anni dal sempiterno Blade Runner, Ridley Scott si rituffa nelle atmosfere orientali dando spazio a sparatorie ed inseguimenti, senza replicanti stavolta. Dopo il fantastico Legend (1985) e il poco soddisfacente Chi protegge il testimone (1987), il richiamo della foresta metropolitana è talmente forte che bisognerebbe richiamare Harrison Ford e il suo Deckard, ma davvero non si può. Da una storia scritta a quattro mani (Craig Bolotin e Warren Lewis), Scott riscopre i sapori d’oriente con un sensazionale poliziesco vecchia maniera dando grande spazio al già famosissimo Michael Douglas e dividendo il ruolo di spalla con Andy Garcia e Ken Takakura, più il monumentale ruolo da cattivissimo a Yusaku Matsuda, il quale morì poco dopo le riprese perché malato terminale di cancro (talmente bravo che della sua perdita se ne sente ancora oggi) e una breve parte alla moglie di Spielberg Kate Capshaw. La Paramount Pictures distribuì il film dal 22 settembre 1989, ottenendo 135 milioni di dollari contro i 30 di budget spesi.

Il poliziotto di New York Nick Conklin (Michael Douglas) è sospettato di vivere al di sopra delle sue possibilità economiche ed è attualmente processato dalla commissione disciplinare con l’accusa di rubare denaro dalle retate. black-rain3Lo sbirro si guadagna da vivere facendo anche corse clandestine con la sua moto ed è separato e con due figli. Durante una normale pausa pranzo con il suo fedele collega Charlie Vincent (Andy Garcia), un gruppo di mafiosi giapponesi entrano armati e sequestrano qualcosa dal tavolo di alcuni loro connazionali, lasciando anche un uomo sgozzato. Il capo della banda viene arrestato da Conklin e Vincent dopo un lungo inseguimento: si tratta di un violento esponente della Yakuza di nome Sato, il quale punta a divenire un potente mafioso nella sua terra. Il capo di Conklin, il Capitano Olivier (John Spencer) riceve chiare indicazioni dal commissariato di New York che il prigioniero giapponese deve essere processato nella sua nazione. Black Rain4.jpgConklin e Vincent decidono di trasportarlo di persona, ma all’atterraggio, il detenuto riesce a fuggire. Mortificati per l’accaduto, i due poliziotti si scontrano con la burocratica ed ordinatissima polizia giapponese, che toglie loro le armi per trasformarli in collaboratori per le indagini. Conklin, lo sbirro più testardo, disobbedisce agli ordini impartiti e indaga per conto suo…

Sulla base di una sceneggiatura nemmeno così originale, Ridley Scott, trapianta in modo molto più realistico Blade Runner nella terra del Sol Levante, dove si rivedono una straordinaria fotografia (Jan de Bont) e delle splendide musiche – non più di Vangelis, non sarebbero adatte al contesto – (Hans Zimmer), con una splendida versione blues di “I’ll be holdin’ on” di Gregg Allman. black-rain2La forza di Black Rain non sta certamente nel plot, una trama assolutamente grezza e +convenzionale come nei migliori polizieschi, bensì nella forza delle immagini e nei rapporti umani tra statunitensi e giapponesi, estremamente contrapposti per molteplici aspetti dovuti a culture diverse e quella pioggia sporca causata dalle radiazioni di quella bomba che nel 1945 segnò un’inevitabile scissione politica fra i due paesi. Black Rain non ha vinto nulla ma va necessariamente annoverato come uno dei più intensi film d’azione degli ultimi 40 anni, più che per le pallottole esplose, per i suoi valori morali.

★★★✬☆

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