Le verità nascoste (2000)

VeritàHitchcock o De Palma ? Fino a che punto è possibile rendere omaggio senza oltrepassare il limite che rasenterebbe l’emulazione. Le verità nascoste, un progetto al quale l’allievo migliore di Spielberg Robert Zemeckis lavorò in un periodo di pausa tra le riprese di Cast Away, il periodo in cui il buon Tom Hanks tava perdendo tipo 30 chili e l’allungamento di barba e capelli, è un delicatissimo thriller che vanta un cast di alto livello e rispecchia fino alla fine il genere classico della suspance hollywoodiana di fine secolo scorso. Come detto, un grande cast formato dalla stupenda Michelle Pfeiffer e da Harrison Ford in prima linea, supportati dagli ottimi James Remar, Miranda Otto, Diana Scarwid e il sempre bravo Joe Morton; nel cast spazio anche ad una bella, inquietante e muta (e va bene così) Amber Valletta. Il film, costato la bellezza di 100 milioni di dollari, si permise di incassarne il triplo in tutto il mondo, vuoi per le stelle partecipanti, vuoi per la trama sicuramente classica, ma intrigante.

Dopo che l’unica figlia è partita per il college, i coniugi Claire e Norman Spencer iniziano una nuova fase della loro vita, trasferendosi nella grande villa del padre di lui su un lago del Vermont. Mentre Norman si dedica al suo lavoro di medico e ricercatore assieme ai suoi migliori studenti della facoltà di medicina, Claire ha tempo per conoscere i suoi vicini e rilassarsi nella sua nuova dimora. In una notte di pioggia, Claire osserva dalla finestra il vicino di casa, Warren Feur trasportare qualcosa di simile ad un cadavere nel suo portabagagli e decide di capire cosa stesse accadendo andando ad omeggiare i nuovi inquilini con dei fiori: la donna qualche giorno prima aveva incontrato Mary Feur, la coniuge, in preda al terrore per il marito, e tenta quindi di capire se ciò che ha visto è corretto. Verità_4La donna, a detta del marito diffidente nei suoi gentili confronti, sembra scomparsa. Mentre la donna cerca di investigare sempre più nella vita dei Feur, si rende conto che nella sua casa iniziano ad accadere cose strane, e se da una parte il marito cerca di convincerla che tutto potrebbe far parte di un esaurimento nervoso, la sua amica Jody l’aiuta a scoprire la verità. Quando scopre che i Feur stavano solo attraversando una crisi matrimoniale come tante altre e che Mary si era solo temporaneamente allontanata da Warren, Claire si trova davanti ad un mistero molto più aghiacciante, quello della scomparsa di un’altra donna, una giovane studentessa che sembra sia collegata in qualche modo con la sua nuova casa e con le persone che la abitavano un tempo.

Verità_3Il lavoro di Zemeckis per questo thriller è da considerare davvero importante, almeno per quanto riguarda la parte tecnica: già, perchè se ci si trova di fronte ad una sceneggiatura, che dire trita e ritrita è poco, e ci si diverte molto, è perchè il regista di Ritorno al Futuro, ha in serbo alcune chicche davvero geniali. Ci sono almeno tre o quattro riprese assurde che sfidano la fisica conosciuta e fanno strabuzzare gli occhi; c’è la colonna sonora di Alan Silvestri che dosa tensione in modo calzante e fa impennare i violini nei momenti più spaventosi; la fotografia di Don Burgess e il montaggio di Arthur Schmidt sono l’emblema dell’ordine e della pulizia, considerando che i colori scelti da Burgess variano dal bianco al blu notte passando per scale di azzurro per quasi tutta la durata del film. Ci sono poi i nostri due eroi, un po’ passatelli dagli anni ’80 ma sempre pronti a far capire che un thriller con due attori vale sempre qualcosa in più rispetto ad altri. Zemeckis gioca con lo spettatore donandogli gli occhi azzurri di Claire e gli fa percorrere il parquet a piedi scalzi, le scale di legno e aprire pian piano le porte;  Verità_2il punto di vista è tutto qui e fa da mattatore per l’intera durata del film fino all’inevitabile scontro finale. C’è da dire, che il ruolo di Harrison Ford, pure se inserito come primo attore del cast (probabilmente per l’importanza data dal valore del cachè), non è quello primario a differenza di Michelle Pfieffer, la quale non solo è la protagonista di questa storia banale ma affascinante, ma anche il punto di vista quasi diretto dello spettatore.  Non si spoilera nulla qui, ma bisogna dire che qualcuno interpreta qualcosa che non aveva mai fatto prima nella sua carriera.

★★★✬☆

 

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