Nightmare 6 – La fine (1991)

Nightmare 6Una delle capacità maggiori delle industrie hollywoodiane è quella di trasformare un prodotto di successo in vero e proprio commercio. A volte, però, alcuni prodotti tendono a diventare pacchiani e rischiano di bruciarsi. Già proprio come Freddy Krueger e il suo diabolico destino: se nella fiction il maniaco di Springwood ha avuto un’infanzia travagliata e un’adolescenza anche peggiore, la crescita da ragazzo a uomo lo ha portato ad uccidere bambini nel mondo reale e poi, da morto, ad uccidere in sogno…. nella vera realtà il povero Robert Englund, rimasto ancorato senza scampo al suo alter-ego bruciacchiato e armato di guanto con le lame assassine, non ha avuto una vita facilissima ed ha dovuto assistere alla genesi straordinaria del personaggio da lui interpretato, fino alla sua ridicolizzazione. Sì, Freddy, un tempo era un oscuro individuo spaventoso nella notte, qui è un grottesco clown sgonfiato dal tempo che passa e usurato dall’esagerato utilizzo che è stato compiuto su di lui per fare soldi. È ora di morire caro Freddy. Siamo nel 1990 e la cineasta Rachel Talalay, che già aveva lavorato alla produzione di Nightmare 2 (1985) ha l’opportunità di dirigere un capitolo di uno dei più significativi personaggi della storia cinematografica horror. Alla produzione, come sempre troviamo Bob Shaye aiutato da Aaron Warner, alle musiche Brian May, che non è il chitarrista dei Queen, e nel cast un lotto di buoni attori novelli (come quasi sempre accade nella saga di Nightmare), fatta eccezione per Yaphet Kotto, noto per aver interpretato uno degli storici nemici di James Bond in Vivi e lascia morire (1973) e un ruolo importante in Alien (1979). Freddy’s dead – The final nightmare esce nelle sale americane a settembre del 1991 e ottenne un buon incasso, ma fu stroncato da alcuni critici e per noi non è nient’altro che tema di discussione.

Elm Street, 1999. Uno dei sopravvissuti ai continui sogni assassini causati da Freddy è un ragazzo, che continua ad avere incubi riguardo alla cosa di cui lui ha più paura: l’altezza. Viene consegnato dalla polizia a un riformatorio. Il ragazzo ha una forte amnesia e non riesce a ricordare quasi nulla del suo passato, e per questo viene chiamato da quelli del riformatorio John Doe. Nightmare 6_3La psicologa, Maggie Burroughs, cerca di aiutarlo e scopre che il ragazzo non dorme da diversi giorni poiché crede che se si addormentasse non riuscirebbe più a svegliarsi. John racconta quindi il suo sogno nel quale vede una bambina castana con dei fiocchi rossi che gioca con un uomo di cui si riescono a vedere solo le gambe, che si rivela essere anche il sogno ricorrente della psicologa. Maggie decide di portare John a Springwood, cittadina presente nei sogni di entrambi. Partono con un furgone nel quale si sono nascosti tre ragazzi (Carlos, Spencer e Tracey) intenzionati a fuggire dal riformatorio. Poco prima di arrivare a destinazione, Maggie si accorge della presenza dei tre ragazzi ai quali ordina di chiamare da una cabina telefonica, una volta arrivati, il riformatorio così da farsi venire a prendere. John e Maggie girano per la città con la speranza di trovare indizi sul passato del ragazzo, il quale ormai è convinto di essere il figlio di Freddy. Nel frattempo Tracy, alla guida del furgone, cerca di scappare insieme ai suoi due amici, ma ogni volta si ritrovano al punto di partenza. Ormai calata la notte i tre si rifugiano in una casa per riposare, ma qui Carlos e Spencer troveranno la morte. Nightmare 6_2John, convinto di non poter essere ucciso da Freddy, entra nel sogno di Spencer per cercare di salvarlo, ma Krueger gli rivelerà di non essere suo padre e che fino ad allora lo aveva usato perché gli riportasse la figlia. Così questa volta anche John troverà la morte. Al riformatorio Maggie e Tracey notano che nessuno ricorda nemmeno l’esistenza dei tre ragazzi morti, nessuno tranne Doc, un altro psicologo, specializzato nello studio dei sogni…

Il capitolo finale (?) di Freddy Krueger è un’opera zeppa di lacune, che oltre a mostrare una visibile stanchezza dal punto di vista narrativo, risente di quella dosa massiccia di umorismo che ha solo contribuito alla colorazione di un personaggio che doveva rimanere oscuro e nell’ombra. Talalay porta solo a termine un lavoro consegnatole dalla produzione, donando ad Englund le chiavi dello spettacolo ma lascia che lo spettatore rida di lui quando una volta ne era terrorizzato. Il cast che gli ronza intorno non fa altro che il proprio lavoro d’ufficio: è un prodotto commerciale e tale deve restare. La gloria di spaventosa maschera, nascosta nell’oscurità dei primi film, qui è illuminata e si bea di se stessa senza rendersi conto di fare harakiri. È davvero, quindi la morte di Freddy, ma è un processo lento e doloroso che si sviluppa tramite le battutacce che il nostro amato uomo nero dedica alle sue vittime prima di svanire per sempre. Nightmare 6_4Ci sono comunque frammenti di grande cinema in questo triste finale: l’arrivo dei tre scapestrati a Springwood è girato davvero con i cosiddetti e le citazioni e i cameo si sprecano. In ordine vediamo Alice Cooper, Tom Arnold e Rosanne Barr, e in ultimo anche Johnny Depp, ex-storica vittima del primo film qui in una simpatica gag televisiva. Si apprezza decisamente di più la situazione reale rispetto a quella onirica, nettamente più goffa e grottesca rispetto al primo film. Nello scontro finale, fra l’altro corto e veramente mediocre, l’attrice Lisa Zane indossa un paio di occhiali 3D: all’epoca di quando usci nei cinema, quello era il segnale in cui tutti gli spettatori avrebbero dovuto indossare anche loro il paio di occhialini consegnati fuori all’ingresso in sala, divenendo così testimoni di una blanda trovata per far uscir fuori dallo schermo il condannato Krueger. Comunque, se si è fan della saga vale sempre vedere tutti i capitoli e questo non può mancare, visto che spiega in parte anche la genesi del maniaco e la sua fine. Tre anni dopo, il suo creatore originale, Wes Craven riporterà Freddy sullo schermo con Nightmare – Nuovo incubo.

Curiosità: durante il sogno in cui il povero Spencer perderà la vita, c’è un chiaro riferimento ai videogame Nintendo dell’epoca e al coattissimo Power Glove, il guanto joystick della casa digitale giapponese che grazie ad una campagna mediatica enorme all’epoca ebbe un grandissimo successo: quì è addirittura lo stesso Freddy che ne indossa uno (tutto di ferraglia e tenuto male).

★★☆☆☆

2 risposte a "Nightmare 6 – La fine (1991)"

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