L’aereo più pazzo del mondo (1980)

Airplane!ZAZ è l’acronimo più comico del cinema: Zucker – Abrahams – Zucker sono tre cervelli che fanno da ponte fra il mondo del non-sense e il nostro; hanno creato un linguaggio tutto loro, ben più selvatico e moderno di quello creato dal geniale Mel Brooks a cui tanto devono il loro successo; hanno creato falsi eroi storici come Ted Striker, Frank Drebin o Topper Harley e dominato più di un decennio con le loro gag irripetibili e inimitabili. Il loro primo sforzo, dopo la collaborazione alla sceneggiatura di “Ridere per ridere” (1977), porta il nome di “L’aereo più pazzo del mondo”, datato 1980 (Airplane! il titolo originale), una gustosissima parodia del ciclo catastrofi aeree. Il film fu un successo clamoroso e diede inizio alla loro collaborazione che proseguì con la serie televisiva “Quelli della pallottola spuntata” (1982), il film “Top secret!” (1984), “Per favore, ammazzatemi mia moglie” (1986), fino alla creazione dei mitici “Una pallottola spuntata” (1988) e “Hot Shots!” (1991, progetto solista di Abrahams).
Uscito nelle sale americane in piena estate 1980, L’aereo più pazzo del mondo, vantò non solo uno straordinario successo ai botteghini (130 milioni dollari per una spesa di 3,5) ma venne elogiato dalla critica per il suo modo di ironizzare su tutto ciò che ruota nelle abitudini della nostra cultura popolare e non. Nel 2010 il film venne anche scelto per essere preservato nella National Film Registry per il suo essere “culturalmente, storicamente o esteticamente significante”.

L’ex pilota Ted Striker ha paura di volare, dopo la sua esperienza in un’imprecisata guerra. Pur di ritrovare il coraggio, Striker decide di riconquistare la ex ragazza Elaine ora impiegata come hostess, imbarcandosi in un volo per Chicago dove ella presta servizio. Improvvisamente, equipaggio e passeggeri, un vero caleidoscopio di macchiette e stereotipi, accusano gravi sintomi di intossicazione alimentare, in seguito ad un pasto servito in volo. Airplane!_3Elaine, tra i pochi non intossicati, contatta la torre di controllo di Chicago e sotto le istruzioni del supervisore Steve McCroskey attiva il pilota automatico, un manichino gonfiabile di nome “Otto”, in grado di portare il velivolo a Chicago ma non di farlo atterrare. Elaine capisce che Ted, anche egli incolume, sia l’unico in grado, sebbene egli debba vincere il panico, coadiuvato a terra da un tale Rex Kramer, suo compagno d’armi. Giunti eroicamente a destinazione, Striker riesce finalmente a ravvivare l’amore di Elaine, mentre l’uomo a terra continua indefesso i suoi proclami su eroismo e patriottismo, con l’aereo oramai sgombro.
Airplane! è pieno di gag, le tante citazioni della cultura pop statunitense non permettono a noi di ridere quanto potremmo effettivamente farlo (vedi “Mayday”, “Roger” o gli afro-americani che parlano puro Jive, tradotti (e aggiungerei giustamente) in un napoletano semi-complesso). A fare il film non sono i protagonisti Robert Hays e Julie Hagerty, bensì i comprimari quattro veterani di un cinema anni ’50/’60 che avevano sino ad allora lavorato solo in film seri: Lloyd Bridges, Peter Graves, Robert Stack e Leslie Nielsen sono le star assieme alla follia del personaggio di Johnny interpretato da un fenomenale Stephen Stucker. Airplane!_4La maestria dell’acting serioso, figlio di una carriera basata su film di guerra, ha un effetto esilarante e la tempistica attoriale (sguardi ammiccanti, facce buffe e non) in un contesto che non ha un senso apparente trasforma tutto in un circo disordinato e fracassone, in sostanza un’ora e mezza di intrattenimento comico capace di imporre le nove leggi del genere. Purtroppo la traduzione italiana fa, necessariamente, perdere punti rispetto all’originale, visti anche i molteplici utilizzi di giochi di parole e costumi che non ci appartengono, ma lo spettacolo è godibilissimo comunque. È uno di quei film che non invecchia così rapidamente come potrebbe sembrare, visto che determinati tempi comici sono ancora attualissimi ai giorni nostri.
Due anni dopo ecco il sequel “L’aereo più pazzo del mondo…sempre più pazzo”, con tre dei protagonisti principali del primo film, ma con l’assenza importantissima dei suoi tre creatori, e la differenza si sente tantissimo.

★★★★☆

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