Il momento di uccidere (1996)

Momento di uccidereSi può dire con la quasi certezza che Il momento di uccidere, basato fedelmente su un romanzo (il primo) scritto dal forense John Grisham, sia uno dei cinque migliori film diretti da Schumacher, assieme a St.Elmo’s fire (1985), Linea mortale (1990), Un giorno di ordinaria follia (1993) e il semi-sperimentale In linea con l’assassino (2002). Come da copione, grazie anche alla possente casa di produzione di Arnon Milchan, la Regency Enterprises e alla completa collaborazione di Grisham, il film di Schumacher gode di un cast di ottimo livello: con Matthew McConaughey protagonista assieme a Sandra Bullock, Samuel L. Jackson e al “cattivo” Kevin Spacey, ma vi sono anche Oliver Platt, Charles S. Dutton, Chris Cooper, Kurtwood Smith, M.Emmet Walsh, Brenda Fricker, Ashley Judd, Kiefer Sutherland e suo padre Donald. Girato nell’autunno del 1995, il film di Schumacher è uscito nelle sale nel luglio del 1996 ottenendo un ottimo successo di pubblico e di critica, anche se non si è mai gridato al capolavoro. Questa è la seconda e ultima collaborazione fra il regista e lo scirttore dopo il successo de Il cliente, dell’anno prima.

Mississippi. Due bianchi razzisti, Billy Ray Cobb e James Louis ‘Pete’ Willard, sequestrano e stuprano Tonia, una delle figlie di Carl Lee, un operaio afro-americano di bassa estrazione sociale, quindi, convinti di averla uccisa, la gettano da un ponte. La bambina però sopravvive, e i due vengono arrestati, ma nel corso di un colloquio con il suo amico Jake Brigance, un avvocato difensore alle prime armi favorevole alla pena di morte, Carl viene a sapere che quasi sicuramente i due se la caveranno con una condanna leggera.Momento di uccidere_2 Carl decide quindi di farsi giustizia da solo, e il giorno dell’udienza uccide a colpi di mitragliatrice Billy e James all’ingresso del tribunale, ferendo gravemente anche uno degli assistenti dello sceriffo. Carl viene quindi arrestato e accusato di omicidio, e nomina Jake come suo difensore, il quale ottiene l’aiuto della giovane studentessa di legge Ellen Roark. La strategia difensiva preparata da Jake punta a far ottenere a Carl l’assoluzione tramite un riconoscimento di infermità mentale, ma fin dalle prime battute l’avvocato si trova a dover fare i conti, oltre che con il potente procuratore Buckley, anche con l’atteggiamento ostile del giudice Noose, e sia il tentativo di ricorrere alla Legittima Suspicione che quello di pilotare la scelta della giuria per averne una a lui favorevole si rivelano infruttuosi. In una cittadina del sud degli Stati Uniti alla fine degli anni ’80, il processo ed i suoi retroscena generano un grande interesse a livello nazionale, ma danno vita anche ad un violento scontro tra la popolazione afroamericana e i seguaci del Ku Klux Klan, Momento di uccidere_3al punto da richiedere l’intervento della Guardia Nazionale per mantenere l’ordine e mettere in serio pericolo la vita di Jake e dei suoi collaboratori.

È ineccepibile la cura che Schumacher ha impiegato alla realizzazione di questa storia a tratti avvincente e piena di rabbia. Se da una parte ci si schiera con il legale Brigance e il disperato Hailey, dall’altra ci si sofferma sull’assurda mentalità retrograda dei rednecks razzisti e di un paese che non è cresciuto assieme agli altri stati, dove la presenza oscura dei confederati è ancora forte. L’aula di tribunale, o meglio la legal story, non si ferma davanti al singolo caso d’omicidio, ma guarda oltre e permette di focalizzare l’attenzione su una realtà violenta e fuori controllo, in cui aleggia lo spettro del Ku Klux Klan, che non mancherà a presentarsi. Tuttavia, al di là dell’ottima messa in scena, con la fotografia volontariamente calda di Peter Menzies Jr. Momento di uccidere_4e le musiche di Goldenthal, si ha l’idea di avere a che fare con un gustoso frittatone farcito di ogni bontà, ma è pur sempre un frittatone. È un pò una storia che si ripete per Schumacher, il quale è un eccellente mestierante, posatissimo ed elegante ma, in fin dei conti, mai troppo visionario e sconvolgente: è un compromesso che garantisce sempre (o quasi) buoni risultati, ma allo stesso tempo si è sempre distanti dal convincere pienamente. Bravo Conaughey, qui in una delle sue prime parti da protagonista. Ottimo Sutherland padre, bene anche anche Jackson. Non esaltante invece la prova di Spacey, mentre la Bullock annoia ed è annoiata.

★★★✬☆

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