Star Wars II – L’attcacco dei cloni (2002)

Star Wars II

Il cammino della cosiddetta trilogia prequel di Star Wars, dopo un primo mezzo passo falso con Episodio I, un film difficile e piuttosto lento per una parte di fan, prosegue con il capitolo più romantico e con il lato oscuro che inizia a permeare nella mente del giovane Anakin Skywalker. Anche qui, come ne La minaccia Fantasma (1999), e nel successivo La vendetta dei Sith (2005), dietro la cinepresa c’è il creatore George Lucas. Dopo una lunga fase di pre-produzione avuta inizio del 2000, il film uscì nelle sale il 16 maggio 2002, riscuotendo un enorme successo (650 milioni dollari di incasso).

Dieci anni dopo l’invasione di Naboo da parte della Federazione dei Mercanti, la Repubblica Galattica è minacciata da un movimento separatista organizzato dall’ex maestro Jedi Conte Dooku. La senatrice Padmé Amidala arriva a Coruscant con lo scopo di votare una mozione per creare un esercito che aiuti i Jedi contro questa minaccia. Dopo aver evitato un attentato al momento dell’arrivo, viene posta sotto la protezione del Cavaliere Jedi Obi-Wan Kenobi e il suo apprendista Anakin Skywalker. I due Jedi contrastano un secondo attentato sulla sua vita e catturano la responsabile, Zam Wesell, una mutaforma che viene subito uccisa dal cacciatore di taglie per cui lavora prima che possa rivelare la sua identità. Il Consiglio Jedi assegna Obi-Wan a identificare e catturare il cacciatore di taglie, mentre Anakin viene assegnato a scortare Padmé nel suo ritorno a Naboo, dove i due si innamorano. Le indagini di Obi-Wan lo portano sul remoto pianeta oceanico Kamino, dove scopre che si sta producendo un esercito di cloni per la Repubblica il cui modello genetico è il cacciatore di taglie Jango Fett.

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Obi-Wan deduce che Jango è il cacciatore di taglie che sta cercando, e segue lui e suo figlio clone Boba nel pianeta desertico Geonosis tramite un segnalatore posto sulla loro nave, la Slave I. Nel frattempo, Anakin viene turbato da premonizioni che vedono sua madre Shmi sofferente, e viaggia su Tatooine con Padmé per salvarla. Lì incontrano Cliegg Lars, nuovo marito di Shmi, il quale racconta loro che Shmi era stata rapita dai Tusken settimane prima ed è probabilmente morta. Determinato a trovarla, Anakin si reca all’accampamento dei Tusken e trova la madre, in fin di vita per le torture subite. Dopo che Shmi muore tra le sue braccia, Anakin scatena la sua furia sui Tusken e li massacra, quindi riporta a casa il corpo della madre. Dopo aver rivelato il suo atto a Padmé, Anakin dice di voler impedire la morte. Su Geonosis, Obi-Wan scopre un raduno separatista guidato dal Conte Dooku, che aveva organizzato l’assassinio di Padmé e sta sviluppando un esercito di droidi da battaglia con il viceré della Federazione Nute Gunray. Obi-Wan trasmette le sue scoperte ad Anakin chiedendogli di essere ritrasmesso al Consiglio Jedi, ma viene catturato durante la trasmissione. Per contrastare l’esercito di droidi, il senato assegna al Cancelliere Supremo Palpatine poteri speciali per inviare i cloni in battaglia. Anakin e Padmé, insieme a R2-D2 e C-3PO (che Anakin si è portato dietro da Tatooine), viaggiano verso Geonosis per salvare Obi-Wan, ma vengono catturati a loro volta…

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Sebbene la sceneggiatura non soffra di lacune narrative o imprecisioni, il film soffre di una freddezza tangibile e mai avvertita nella precedente trilogia, stessa sensazione per Episodio I. La direzione di Lucas, ottimo soggettista, sceneggiatore capacissimo, ma mediocre regista, vacilla continuamente e con la sua plastificazione di personaggi e persino di background, porta lo spettatore ad un distacco troppo forte. Forse è proprio questa la ragione per cui la trilogia prequel è stata tanto criticata: c’è molta fiction sentimentalista, il pathos supera la soglia troppo spesso e la godibile fantas-opera diventa melensa, e non va per niente bene. Ad aggiungere carne al fuoco c’è Hayden Christensen, che ha gestito malamente il suo Anakin (in questo episodio specialmente) e la bella Natalie Portman che rincara la dose sentimentalista. Nemmeno McGregor e il villain Christopher Lee riescono a migliorare la situazione, probabilmente perchè prede di una macchina troppo studiata a tavolino. Dal punto di vista tecnico, non è entusiasmante la fotografia di Tattersall e non è entusiasmente nemmeno il lavoro del veterano Williams alle musiche – oltre ai temi classici portanti – non si ha memoria di una traccia veramente esplosiva. Bene invece il montaggio di Ben Burtt e Lucas, bellissimi i costumi di Trisha Biggar. Ci sono quindi molti dubbi sulla reale qualità di questo Episodio II e, ogni volta che tento di affrontarlo rimango più deluso che entusiasta.
★★★☆☆

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