Il signore del male (1987)

Il signore del maleMartin Quatermass e John Carpenter realizzano una delle più inquietanti storie del genere horror degli anni ’80, un racconto dove personaggi, mostri e incubi incontrano uno dei temi più cari al regista, la fede in Dio (che lui ha sempre dichiarato di non avere) e lo spettro dell’aldilà. Quatermass e Carpenter, che poi sono la stessa persona, ci accompagnano in un viaggio disturbante ai confini della conoscenza, dove vita terrena e inferi si sfiorano e in cui i malcapitati testimoni saranno vittime di uno spettacolare ed inspiegabile numero di eventi avvolti dal mistero dell’ignoto. Il signore del male, secondo capitolo della cosiddetta Trilogia dell’Apocalisse (il primo era La cosa, il terzo Il seme della follia), ripropone due attori feticcio di Carpenter come Donald Pleasance (quì nel ruolo/tributo di Padre Loomis) e Victor Wong e ai quali si affiancano i semi-sconosciuti Jameson Parker e Lisa Blount, Peter Jason, Thom Bray, più il piacevole cameo del rocker Alice Cooper quì nel ruolo di un senzatetto. La pellicola, uscita nelle sale nel lontano ottobre 1987, è stata una delle più redditizie del regista, la quale si è aggiudicata solamente un Staurn Award per la migliore colonna sonora.

Los Angeles. Un prete invita il professor Howard Birack e i suoi studenti a investigare su un misterioso cilindro presente nel sotterraneo di una chiesa abbandonata. Il cilindro contiene un liquido verde costantemente in movimento, che è l’essenza pura del male e che tramite delle apparecchiature installate dal team, dimostra di essere senziente e si esprime attraverso incomprensibili espressioni matematiche. Durante la notte, piccole gocce del liquido verde fuoriescono dal cilindro e occupano parte del soffitto. Una delle studentesse lì presenti viene schizzata dal liquido fuoriuscito e si risveglia poco dopo posseduta e in uno stato catatonico. Nel frattempo due uomini del team, che escono dalla chiesa, vengono barbaramente uccisi da alcuni mendicanti posseduti che circondano le vie di fuga intorno alla chiesa. Il signore del male_2In un testo rinvenuto vicino al cilindro, viene spiegato che il liquido è in realtà l’Anticristo, figlio di un Anti-Dio di antimateria intrappolato in un’altra dimensione. Il liquido vorrebbe quindi riportare nella dimensione terrena suo padre, utilizzando i membri della squadra giunta sul posto. La studentessa posseduta infetta alcuni dei suoi colleghi mentre Kelly, che sbattendo contro un macchinario dei sotterranei si era procurata un livido a forma di croce, giace su di un letto e assorbe il restante liquido del cilindro che non ha più il coperchio. La situazione precipita e il gruppo di superstiti si rinchiude in una stanza. Essi scoprono di aver avuto un sogno ricorrente in cui una voce distorta dice che ciò che si sta vedendo non è un sogno, ma è piuttosto una trasmissione dall’anno 1999 (gli eventi si svolgono alla fine degli anni ottanta) che non può essere trasmessa ad una mente cosciente. Il sogno sembra essere un video granuloso della facciata della chiesa nella quale il film è ambientato. La voce dice che qualcosa deve essere effettuata nel passato perché non si abbia un futuro come quello. Intanto il prete si rifugia in una stanza, adibita a locale caldaia, con un grande specchio mentre un altro studente si chiude in uno sgabuzzino adiacente alla stanza dove ci sono gli altri superstiti. Tuttavia non può uscire poiché due ragazze possedute sorvegliano la sua porta. I superstiti riescono a comunicare con lo studente e decidono di rompere il muro e creare un varco per salvarlo. Alla fine riescono nell’intento, ma nello stesso istante Kelly si risveglia in forma satanica e sfonda la porta. Il signore del male_4Le due possedute cercano di trascinare lo studente che però viene messo in salvo dai superstiti, i quali gettano dalla finestra le due ormai nemiche. Kelly intanto si dirige verso la stanza dove c’è il prete, nascosto dietro ad una grande caldaia, e si avvicina allo specchio che improvvisamente si illumina e funge da portale dimensionale. Dopo aver inserito la sua mano al suo interno, afferra la mano del padre demoniaco e cerca di tirarlo fuori dalla dimensione oscura. Il prete tenta di fermare Kelly, ma non ci riesce e viene bloccato dalla caldaia mossa dal nemico attraverso telecinesi che lo schiaccia contro un muro senza però ucciderlo. L’unica in grado di fermare Kelly è Catherine che, dopo un ultimo sguardo al suo amato Brian, braccato da un posseduto, si getta contro Kelly spingendola nel portale insieme a suo padre e, sfortunatamente, anche la stessa Catherine finisce all’interno dell’altra dimensione. Il prete si libera dal blocco e…

Ciò che salta subito all’occhio dello spettatore è un’atmosfera preoccupante e sinistra già dalle prime scene: il male è già presente quando tutto ha inizio, proprio perchè si è testimone di quello che dovrebbe essere l’inizio della fine. Scienza e religione si stringono a braccetto, pur con varie scaramucce, tentando di arrestare l’arrivo del male. Se da un lato l’idea è quella di modellare uno scheletro narrativo di un b-movie, il risultato è un accattivante ibrido sospeso fra un filmaccio di serie B e un kolossal in cui la posta in gioco è altissima anche se non sembra. Il signore del male_3L’aggiunta dell’ambiente chiuso da cui i protagonisti non possono scappare non fa altro che aumentare l’ansia. Come nei precedenti lavori Distretto 13 e Grosso guaio a Chinatown, il gruppo tenta di tappare le falle, combatte contro il nemico comune, rischiando di rimetterci la pelle (molti non ce la faranno), fino ad un complesso scontro finale in cui gli esiti rimarranno incerti e spaventosi. Prince of Darkness, che gode anche di una rabbiosa colonna sonora guidata dalla title track di Alice Cooper, è un affresco cupo e ostile, agile nello scorrimento ma anche stoppaccioso e impegnativo, disturbato e disturbante, gotico e malsano. A differenza di molte avventure/disavventure di Carpenter, non fa ironia e non ha intenzione alcuna di divertire, anzi: il suo intento è quello di generare angoscia, terrore e fastidio, grazie anche a quella meravigliosa scena flashforward rappresentante il futuro ammonitore. Assieme a Il seme della follia, questo piccolo gioiello è il miglior lavoro del regista di Carthage, indubbiamente il più oscuro.

★★★★☆

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