L’esorcista III (1990)

L'esorcista IIIWilliam “Bill” Kinderman, tenente di polizia di Georgetown e personaggio secondario nella leggendaria pellicola diretta da William Friedkin, assume il ruolo di protagonista dopo che sono passati quindici anni narrativi dai terrificanti episodi avvenuti nel primo racconto di Blatty, che qui diventa soggettista, sceneggiatore e regista: motivi per cui questo film è sicuramente molto più interessante del suo predecessore. In effetti la produzione dell’Esorcista II (1977), legata molto all’assenza del suo creatore e del regista Friedkin, fu sofferta sin dal principio e i risultati sia al botteghino che di critica furono piuttosto difficili da digerire. Torniamo a Kinderman. A seguito della prematura scomparsa del grande Lee J. Cobb (1976) , personaggio sì secondario ma indiscutibilmente affascinante, il tenente di polizia venne affidato ad uno dei più sottovalutati attori hollywoodiani del periodo, il veterano George C. Scott (vincitore di un meritatissimo Oscar per il suo Generale Patton del 1970). Scott, basandosi sul lavoro svolto dal suo predecessore Cobb, diede un’impostazione piuttosto rigida del personaggio tale da farlo somigliare il più possibile con quello visto nel 1973, durante il primo film. In effetti, Kinderman è un silenzioso signore che denota un’incredibile aurea di mistero e di virile imponenza. Nel cast torna anche il personaggio di Padre Karras sempre interpretato da Jason Miller, anche se sui titoli di testa e coda appare come “Paziente X”. Importante anche il contributo di Brad Dourif, attore molto legato al genere horror. La Morgan Creek, casa di produzione della pellicola, impose tre importanti scelte: la prima fu quella di modificare il titolo, il quale doveva essere Legion, divenuto per questioni commerciali L’esorcista III; la seconda fu l’obbligo di inserire una scena d’esorcismo, non presente nella sceneggiatura di Blatty; L'esorcista III_3la terza, il finale differente da quello originale, difficilmente reperibile su Blu-Ray nella versione Director’s cut. Girato interamente nell’autunno del 1989, il film di Blatty esordì nei cinema statunitensi il 17 agosto del 1990, raccogliendo consensi positivi e un ottimo successo (39 milioni di incasso contro gli 11 spesi). Nella cronologia dei film riguardante i fatti legati al demone Pazuzu, Padre Karras e Merrin e il tenente Kinderman, questo è quello che racconta i fatti più recenti.

A quindici anni dai fatti avvenuti a Georgetown (quartiere di Washington), l’ormai vecchio tenente di polizia William Kinderman sta indagando su alcuni oscuri e violenti delitti dalla matrice religiosa. I corpi delle vittime riportano vari indizi che fanno pensare al killer Gemini, il quale però è morto lo stesso giorno in cui morì Padre Karras. Kinderman e Padre Dyer, rimasti in contatto per l’amicizia che li legava con Karras, si incontrano tutti gli anni per commemorare la morte del giovane sacerdote. Le indagini di Kinderman prendono una svolta quando in un ospedale psichiatrico, un paziente rivela di essere proprio Gemini killer: quando il tenente va a fargli visita nota che in realtà, l’uomo non è altri che Padre Karras vivo e vegeto. L'esorcista III_4Mentre Kinderman procede la sua indagine, all’interno del ospedale avvengono orrendi omicidi, tutti incredibilmente legati sia a Gemini killer che ai fatti di Georgetown di quindici anni prima. La verità sarà terrificante…

Il problema più evidente di questo interessante horror di Blatty è l’accelerazione improvvisa su un finale che poteva essere gestito con più cura. Il guaio è che se si leggono bene le note di produzione si evince come i produttori abbiano fortemente indirizzato la sceneggiatura verso cliché snaturati e commerciali, invece di far gestire il tutto ad uno come Blatty, sicuramente non un mostro in regia, ma sicuramente ottimo nelle sceneggiature. Il finale, che doveva essere assai diverso da quello visto nella cosiddetta “Theatrical version” è frettoloso e poco avvincente. Tuttavia, grazie ad alcune scene ben girate ed una tensione molto alta, l’Esorcista III riesce a spaventare davvero come accade nella sequenza dell’omicidio dell’infermiera o nella prima parte del film, dove le indagini non si svolgono ancora fra le mura dell’ospedale. Molto del buono è dovuto anche dalle interpretazioni di questi tre grandi attori (Scott, Dourif e Miller), che sul set hanno trovato una grande coesione e hanno fatto squadra. Come nei precedenti capitoli, non c’è sangue a fiotti che sgorga da ogni corpo, ma altresì una malsana e sinistra atmosfera gonfia di ansia e di disperazione, e in cui si avverte la presenza del maligno ad ogni angolo. L'esorcista III_2Blatty quindi centra il bersaglio anche se non convince pienamente: si avverte la mancanza di una mano più salda nella direzione, è ineccepibile. Non sono meravigliose le musiche composte da Barry Devorzon, non è sensazionale il montaggio di Benson, Moore, Odien e Purcell, non è eccellente la fotografia di Fisher, è tutto discreto. Nel cast spazio anche per Scott Wilsonn e la splendida Viveca Lindfors, la quale ci regala una piccola ma intensa interpretazione. Peccato davvero insomma, ma rimane la Director’s cut che salva capra e cavoli.

★★★☆☆

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