Apocalypse now (1979)

ApocalypseApocalypse now rappresenta ancora oggi, la più controversa ed appagante rappresentazione cinematografica sulla guerra del Vietnam. Il progetto di Francis Ford Coppola, iniziato nel lontano 1969 ad opera del regista John Milius, fu per molti versi travagliato ed ostico, sia in fase di pre-produzione che durante le riprese, le quali durarono per un anno e mezzo dalla primavera del 1976 fino all’autunno del 1977 (senza contare delle riprese aggiuntive del 1978). La datazione del 1979 è sostanzialmente bugiarda, quindi. Nel cast, con un ordine più gerarchico che effettivo troviamo un imbolsito Marlon Brando, il mini ruolo di Robert Duvall (questi due entrambi storici protagonisti del Padrino, sempre di Coppola) e il protagonista Martin Sheen; ci sono inoltre piccole parti per un giovane Harrison Ford, fresco di riprese di Guerre Stellari, e un ancor più giovane Lawrence Fishburne, mentre un ruolo più di spessore venne affidato all’impazzito fotoreporter Dennis Hopper. Accolto inizialmente con un’inaspettata freddezza, il film di Coppola venne presentato successivamente a Cannes dove vinse la palma d’oro per il miglior film e ottenendo due notevoli premi Oscar (fotografia a Sturaro e sonoro a Murch) del 1980, mentre si aggiudicò 3 Golden Globe (miglior regia, miglior attore non protagonista a Duvall e miglior colonna sonora).

1969: la guerra del Vietnam è al suo culmine e il capitano Benjamin L. Willard è appena tornato a Saigon. E’ un ufficiale dell’esercito americano, formalmente incluso nei paracadutisti della 173ª Brigata Aviotrasportata. Willard è profondamente turbato dalle missioni segrete che ha svolto, ha appena divorziato dalla moglie e appare incapace di rientrare nella vita civile. Due funzionari del servizio d’informazione militare, il generale Corman e il colonnello Lucas, unitamente a un civile (probabilmente un membro dei servizi segreti), convocano Willard per affidargli una missione speciale: un viaggio lungo il fiume Nung, nella remota giungla cambogiana, per scovare il colonnello Walter E. Kurtz, ex alto ufficiale dei Berretti Verdi, da tempo disertore. I comandanti affermano che Kurtz, un tempo considerato un ufficiale modello e prossimo alla promozione al grado di generale, è impazzito e ora comanda una legione di truppe-sudditi nella foresta della neutrale Cambogia. Le loro affermazioni sulla follia di Kurtz sono supportate da un’inquietante trasmissione radio effettuata dallo stesso colonnello ribelle. Apocalypse_2L’obiettivo assegnato a Willard è di infiltrarsi fra le fila degli ammutinati e porre fine al comando di Kurtz, ossia ucciderlo “con estrema determinazione”, come aggiunge il civile durante il colloquio conviviale. Ciò si è reso necessario in quanto anche un altro ufficiale dei corpi speciali, Richard M. Colby, inviato prima di Willard a svolgere la stessa missione, è passato dalla parte del colonnello. Il capitano inizia a studiare il dossier su Kurtz durante un viaggio in barca fino al fiume Nung, apprendendo che il colonnello ha assunto il ruolo di “signore della guerra” ed è adorato dai nativi e dai suoi fedeli uomini. Proseguendo nella navigazione, Willard inizia a fare la conoscenza dell’equipaggio del pattugliatore fluviale composto dall’ostinato e formale George Phillips (comandante della barca); Lance B. Johnson (un noto surfer californiano); Tyrone Miller detto “Clean” (“Mr. Clean” nella versione originale, in riferimento alla versione americana di Mastro Lindo, fittizio personaggio inventato per pubblicizzare l’omonimo prodotto per le pulizie domestiche); Jay “Chef” Hicks (un aspirante chef di New Orleans che Willard descrive come “troppo nervoso per il Vietnam, forse troppo anche per New Orleans”). L’imbarcazione e i suoi membri, che normalmente svolgono il servizio di pattuglia presso la foce del fiume Nung, appartengono alla Marina degli Stati Uniti e non sono nuovi a missioni del genere. Il gruppo giunge a una zona di atterraggio dove incontra il tenente colonnello William “Bill” Kilgore, comandante della “cavalleria dell’aria”, reggimento di elicotteri della 1ª Divisione di Cavalleria, che li deve scortare nel primo tratto del viaggio. Kilgore sembra inizialmente disinteressato al capitano Willard e alle sue sorti, ma, dopo aver riconosciuto Lance, propone a quest’ultimo di fare surf sulla foce del fiume Nung, proprio dove Willard e il resto dell’equipaggio devono venire aerotrasportati. A bordo degli elicotteri, Kilgore e i suoi uomini attaccano un villaggio controllato dai vietcong, non distante dalla suddetta spiaggia, mentre la barca viene trasportata da un altro mezzo aereo. Apocalypse_3La scena dell’attacco al villaggio vietnamita resta uno dei momenti più icastici nella storia del cinema: tra l’altro, il tenente colonnello fa suonare a tutto volume, tramite altoparlanti installati sugli elicotteri, la celeberrima Cavalcata delle Valchirie di Richard Wagner al fine di galvanizzare il morale del suo reparto e sconcertare i nemici. La scena è resa in modo tanto drammatico quanto realistico, fin nei dettagli. Nonostante l’effetto sorpresa e la supremazia, che permettono una rapida conquista del villaggio, inizia il contrattacco della guerriglia, con la distruzione di un elicottero e gli attacchi a colpi di mortaio dalla vicina giungla. Nonostante ciò, il tenente colonnello Kilgore costringe i suoi uomini a praticare il surf, nel bel mezzo della battaglia, convinto che un attacco aereo con impiego di napalm sulla posizione del mortaio che li sta colpendo, possa poi rendere sicura la zona. In effetti, dopo l’intervento da parte di una squadriglia di cacciabombardieri F-5, l’alto ufficiale esulta, rivolgendosi così a Willard: « Mi piace l’odore del napalm al mattino. Una volta abbiamo bombardato una collina, per dodici ore, e finita l’azione siamo andati a vedere. Non c’era più neanche l’ombra di quegli sporchi bastardi. Ma quell’odore… sai quell’odore di benzina? Tutto intorno. Profumava come… come di vittoria. » Il capitano e i suoi uomini proseguono il viaggio in barca lungo il fiume (viaggio che è anche un evidente metafora della ricerca interiore, del percorso umano verso la conoscenza di sé), non prima però di aver sottratto la tavola da surf al tenente colonnello Kilgore, per divertimento e per dissuaderlo dalla sua ossessione per il surf. Il tenente colonnello, in seguito, manderà degli elicotteri con la sua voce registrata, per convincere loro a restituire la tanto amata tavola da surf. Durante una sosta, Chef va a raccogliere mango nella giungla, accompagnato da Willard. I due, mentre si trovano sulla terra ferma, lontani dalla barca, vengono aggrediti da una tigre, che riescono a uccidere. Chef, una volta ritornati alla barca, in preda ad un esaurimento nervoso, scoppia a piangere, urlando a gran voce il proprio odio per una guerra che non comprende e non condivide. Apocalypse_6Nei giorni successivi, Willard cerca di studiare – durante i pochi momenti di riflessione che si ritaglia nel corso del viaggio – l’incartamento dedicato a Kurtz, cominciando anche a nutrire seri dubbi sulla missione di morte affidatagli: il curriculum di Kurtz è straordinario ed è difficile credere che una persona di tali qualità possa aver perso la testa. La barca nel frattempo avanza sempre più, giungendo a una base avanzata di rifornimento. Qui il gruppo si trova, casualmente, ad assistere a un incredibile spettacolo per le truppe, sponsorizzato dalla celebre rivista Playboy; lo show degenera quando alcuni soldati tentano di aggredire le attraenti soubrette durante l’esibizione, costringendole così a una precipitosa fuga tramite lo stesso elicottero che le aveva condotte in mezzo alla giungla. Il giorno seguente la barca incrocia un’imbarcazione sampan di commercianti vietnamiti. Phillips ordina di perquisirla per scoprire eventuali armi nascoste, in disaccordo con Willard che vorrebbe proseguire la risalita del fiume per abbreviare la missione. Mentre Chef ispeziona di malavoglia la nave, una ragazza si muove bruscamente in direzione di una cesta, provocando un’isterica e mortale reazione degli altri soldati americani, i quali crivellano di pallottole, in pochi secondi, tutti gli occupanti della barca sampan. Chef, l’unico che non ha partecipato attivamente alla carneficina, nello sconforto più totale, scopre la causa del movimento improvviso compiuto dalla ragazza durante la sua perquisizione: la cesta nascondeva un cucciolo di cane. Phillips vorrebbe soccorrere la donna ferita, sopravvissuta (unica) alla sparatoria per quanto gravemente ferita, ma Willard la uccide con un colpo di pistola, rammentando poi al comandante della barca che sarebbe stato più saggio non fermarsi per il controllo. Mentre la barca si allontana la voce narrante del capitano commenta, tra sé e sé, la vicenda affermando: « Era un modo particolare che avevamo qui di vivere con noi stessi: li facevamo a brandelli con una mitragliatrice, poi gli offrivamo i cerotti. » Apocalypse_4Il viaggio continua fino all’estremo avamposto sul fiume: un ponte che indica il fronte di guerra, nonché il confine con la Cambogia. Qui c’è un ufficiale, in attesa del gruppo da tre giorni (per consegnare la posta), il quale li mette in guardia sui pericoli della zona. Il ponte è un “monumento” all’ottusa ostinazione dei comandi militari, che, per motivi propagandistici, insistono nel difendere e ricostruire senza sosta la posizione, con fini pratici totalmente inutili nel quadro complessivo del conflitto; una posizione simbolica e irrilevante che ogni notte viene demolita dal continuo bombardamento dall’artiglieria nord-vietnamita. Mentre è in corso un ennesimo attacco da parte del nemico, Willard e Lance si recano a terra avventurandosi tra le trincee, dove la confusione regna sovrana e gli ufficiali in comando sono spariti, probabilmente uccisi. Il primo mitragliere che incontrano crede, infatti, che Willard stesso sia l’ufficiale al comando in quel caos. Phillips cerca di convincere il capitano a desistere, paragonando la missione alla continua ricostruzione di quel ponte, un’inutile e sanguinosa fatica di Sisifo, ma Willard, imperterrito e ligio agli ordini ricevuti, gli indica di proseguire. Il giorno successivo, mentre l’equipaggio della barca è intento nella lettura della corrispondenza, la barca viene attaccata dai vietcong, nascosti sulle rive dal fiume. Nello scontro a fuoco Clean rimane ucciso. Una sequenza toccante vede il giovane agonizzante spirare, mentre da un magnetofono si ode la registrazione audio di un discorso affettuoso e rincuorante inviatogli con la posta da sua madre. Da questo momento in poi, Phillips, che era quasi un padre per Clean, diventa apertamente ostile a Willard. Pochi giorni dopo, l’imbarcazione viene nuovamente assalita da altri indigeni, i Montagnard, e Phillips viene colpito a morte da una lancia scagliata dai guerriglieri. Apocalypse_5Prima di esalare l’ultimo respiro, il pilota sembra che tenti di uccidere il capitano Willard, attirandolo verso di sé e verso la punta della lancia che sporge dal suo petto (potrebbe essere il risultato degli ultimi spasmi mortali e non di una intenzione omicida), ma muore proprio tra le braccia di uno sconcertato Willard. Giunti a destinazione, i superstiti della spedizione vengono accolti da un folto gruppo di locali. Mentre Willard e un oramai inebetito Lance scendono a terra, Chef resta sulla barca con l’ordine di trasmettere in codice l’ordine di procedere ad un attacco aereo qualora il capitano non facesse ritorno a bordo. Il capitano incontra un fotografo free-lance apparentemente folle, che spiega loro la grandezza di Kurtz. Il villaggio controllato dal colonnello sembra caratterizzato da un regime pagano e decisamente sanguinario: una moltitudine di cadaveri è distribuita sul lato dei sentieri. Willard viene presto imprigionato e successivamente liberato dal colonnello, il quale gli spiega le sue teorie sulla guerra, sull’umanità e sulla civiltà…

Il manifesto illustrato da Coppola sulla guerra più controversa del ‘900 è un sigillo sull’autorevolezza del regista e sulla sua capacità di garantire suspance, terrore, commozione, degrado e sconforto allo spettatore, tutto quanto con riprese cupe e claustrofobiche (anche se il film è girato quasi tuto in esterna). In questo viaggio in cui Martin Sheen è solo uno spettatore esattamente come noi, si aprono e si chiudono storie, generalmente sospese fra degrado e morte, dove la razza umana (solo quella americana) ha perso quasi del tutto i valori appresi in addestramento o precedentemente. Il Vietnam è una giungla che non ha solo il potere di uccidere chi la attraversa, ma ha anche la virtù di deprimere allo stato ultimo chi la osserva. Quasi tutti i caratteristi che Willard incontra hanno dato di matto, chi in un modo chi un altro, specialmente il folle fotoreporter che sembra ricordare un giullare di corte. La decadenza, che aumenta sempre più mentre Willard risale il fiume è una lenta caduta verso gli inferi dove la realtà si mescola alle allucinazioni e in cui il viandante è sottoposto ad un’orgia di morte e perdizione (il soldato Lance ne rimane subito vittima). Apocalypse_7Sangue, acidi, tensione e malvagità si infrangono come onde contro gli scogli di risate inopportune che non fanno altro che aumentare la dose di mistero e oscurità. Martin Sheen sembra per certi versi il Keir Dullea di 2001 di Kubrick: se il Bowman dell’Odissea nello Spazio era costretto ad attraversare tempo e spazio per cercare di sopravvivere, Willard ha l’obbligo di risalire il fiume Nung per scontrarsi con il suo destino, entrambi mantengono quella ignara ed inerme espressione statica, spettatrice e vittima di forze molto più grandi. Nell’atto conclusivo del viaggio, Willard incontra Kurtz (un Brando nascosto nel buio per non far vedere la sua crescita di peso), vero totem e inquietante dominatore della zona, completamente assuefatto del dolore e del degrado in cui si è perduto. Apocalypse now, che soprattutto nell’atto finale, risulta essere più pesante rispetto al resto del film è un punto fermo del cinema contemporaneo, ancora oggi un caposaldo del genere, in cui a fare impressione sono alcune scene di potenza micidiale (l’attacco con il napalm e la Cavalcata delle Valchirie di Wagner in sottofondo, lo sguardo perso di Kurtz nel buio) dirette da Sturaro. Da elogiare anche un Dennis Hopper totalmente a suo agio in un contesto acid rock ai limiti della sopportazione visiva. Con una colonna sonora apprezzabilissima, le tracce scelte da Coppola e da suo fratello Carmine, danno ossigeno ad un clima già troppo teso e da esaurimento nervoso: spiccano ovviamente Satisfaction degli Stones, la This is the end dei Doors e l’indimenticabile Cavalcata delle Valchirie di Wagner.

Nel 2001, dopo 22 anni, venne rilasciata l’ormai famosa versione REDUX (allungata di 53 minuti) di cui quì sotto il trailer

★★★★✬

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