Foglie rosse, gatti neri, zucche scaccia streghe. Una volta Italia 1 ci consegnava i titoli più suggestivi per godersi davanti la tv la notte di Ognissanti: oggi forse, se siamo fortunati possiamo vederci un impolverato Halloween (su RaiTre alle 4 del mattino però). Se ci fosse ancora il buon Zio Tibia, ci direbbe che Cimitero Vivente rappresenta uno dei più spaventosi horror degli anni ’80, un film che in un modo o nell’altro ha segnato un periodo. Diretto da Mary Lambert, è stato probabilmente il suo film migliore ed è stato seguito con il secondo capitolo, sempre diretto dalla Lambert, ma assai meno suggestivo. Tratto dal romanzo di Stephen King, Pet Sematary non gode di un cast stellare tranne che per la presenza del sempre ottimo Fred Gwynne: Dale Midkiff e Denise Crosby interpretano i coniugi Creed, mentre il piccolo Miko hughes interpreta Cage. Il film, distribuito dalla Paramount Pictures, uscì il 21 aprile del 1989 ed ottenne un buon successo sia di critica che di pubblico: costato ben 11 milioni di dollari ne incassò 58. Il suo seguito, uscì nel 1992. Per il 2019 è previsto il “solito”remake.
Louis Creed è un medico incaricato di prestare servizio in una scuola di Ludlow, un piccolo e tranquillo centro del Maine. Accettando il lavoro, si trasferisce insieme alla sua famiglia (la moglie Rachel e i due figli, i piccoli Ellie e Gage) nella cittadina, dove acquista una villetta in campagna. Appena arrivato, Louis stringe amicizia con il suo nuovo vicino Jud Crandall, che lo mette in guardia sulla pericolosità della strada adiacente alla sua casa, perché essa è trafficata da camion ed autocisterne che viaggiano ad alta velocità. Nel primo giorno di servizio, Louis si trova a soccorrere un giovane agonizzante, tal Victor Pascow, investito da un’auto e con il cranio gravemente fratturato. Il ragazzo è destinato a morire, ma quando Louis si trova momentaneamente solo con il cadavere, questi riprende improvvisamente conoscenza e gli parla. Non solo conosce il suo nome, ma pronuncia anche parole misteriose: che “Il cuore di un uomo è più duro di una pietra”, e che presto tornerà da lui. Louis non riesce a spiegarsi tale avvenimento, ma continua con la sua nuova vita. La dolce Ellie, tuttavia, comincia a sentirsi irrequieta: dopo essere stata portata con tutta la famiglia da Jud ad un piccolo cimitero degli animali lì vicino, è spaventata al pensiero che il suo amato gatto possa morire. Rachel, già molto contrariata all’idea di portare una bambina in un cimitero, se la prende con Louis, il quale non conosce appieno le ragioni della moglie. Sarà Rachel stessa a chiarirgliele in seguito: ella è fortemente disturbata da tutto ciò che concerne la morte, in quanto, da bambina, era stata lasciata sola in casa dai genitori con la sorella Zelda, gravemente malata di meningite, ed ormai impazzita. Zelda, dopo un lungo ed atroce calvario, morì sotto gli occhi della piccola Rachel, che da allora si porta questo trauma e una fobia ormai indelebile della morte, oltre al terrore irrazionale che lo spirito della sorella possa tornare dall’Aldilà per vendetta (Rachel, durante il suo racconto, arriva addirittura a confessare al marito di essere in dubbio circa la morte di Zelda). Quella stessa notte Louis vive un incubo.
Gli appare in camera il fantasma di Pascow, che lo invita a seguirlo fino al cimitero degli animali. Louis, terrorizzato ma conscio di stare semplicemente sognando, gli obbedisce. Ma, una volta arrivati, Pascow gli mostra un enorme catasta di legno che separa il cimitero da un sentiero che conduce nel folto della foresta, e spiega a Louis che quella barriera non deve assolutamente essere oltrepassata, poiché oltre quel sentiero si trova il luogo dove “i morti camminano”, e tale luogo è sacro…
Nel bene o nel male, Cimitero vivente è e rimane un classico della letteratura horror nonché una favola oscura che ha il pregio di disgregare il nucleo familiare americano (solitamente nella cinematografia dell’orrore, una eventuale famiglia con bambini al seguito che è protagonista di una storia paranormale, tende a salvarsi). Per ciò che riguarda la sceneggiatura, la prima parte risulta ben congegnata e affascinante e, come quasi in ogni romanzo di King, è l’ambientazione autunnale a fare da padrona: la componente scenografica acquista quindi una valenza importante per l’intera pellicola. Tuttavia, la seconda parte sfugge al controllo e diventa una frettolosa macchina di cruda violenza sprecona, atta a frantumare la tensione accumulata nei primi 30 minuti. Bravi comunque gli attori e Midkiff (doppiato forse anche troppo drammaticamente da Roberto Pedicini) risulta convincente e un asso nella manica è il dolce gatto Church (un bellissimo esemplare di certosino). Musiche di Elliot Goldenthal e due pezzi della colonna sonora affidata ai Ramones, che per il film hanno scritto l’omonima title track la quale venne poi riutilizzata per l’opening del seguito. C’è spazio anche per un cammeo di Stephen King, nel ruolo del prete incaricato di dare degna sepoltura al piccolo bimbo.
Sebbene la Lambert non sia una professionista con spiccate virtù originali, il film regge bene almeno per la prima parte, poi (come già detto) si dilunga in un susseguirsi di scene action-horror e perde la sua essenza. Nella smisurata collection di film ispirati ai romanzi del maestro, Cimitero vivente non è fra i primissimi posti, ma non sfigura affatto, anche perchè può contare su un finale memorabile in pieno stile anni ’80 e su alcune scene davvero potenti (quella dopo la morte del piccolo Cage, cullato dal padre è una). Evitate il seguito, è solo una perdita di tempo.
★★★☆☆