Il 1989 è l’anno della consacrazione dei due Coreys (Feldman e Haim), i quali avevano in precedenza lavorato nel cult Ragazzi Perduti (1987) e l’anno dopo nella goffa disavventura cittadina in Licenza di guida (1988). Il regista esordiente Marc Rocco, figlio dell’attore Alex (qui in un piccolo ma tenero ruolo), ci porta a condividere una curiosa storia di sogni, desideri non avverati e di amicizia in cui il simpatico Feldman è costretto ad attraversare la barriera del subconscio per far colpo sulla bella Meredith Salenger. A supportarlo c’è l’altro Corey, mentre gli attori spalle sono tre mostri sacri del cinema: i premi Oscar Jason Robards e Piper Laurie e la leggenda (da poco scomparsa) Harry Dean Stanton. Un piccolo sogno (o Ricordati di sognarmi, secondo titolo dell’edizione italiana) non fu un successo in patria, ma si è ritagliato negli ultimi anni una nuova schiera di fan, divenendo un piccolo cult, anche per la sua natura surreale e per una regia alquanto singolare. Vi sfido a trovare una copia di VHS o DVD italiano di questo film, non ci riuscirete: non esiste una pubblicazione in uno di questi formati, anche se nella fine degli anni ’90 era spesso trasmesso da reti locali e oggi è possibile reperirlo sul web, cercando un pò qui un pò lì. Nella versione italiana è doppiato da signore vosi: Gianni Musy, Riccardo Rossi e Mario Milita fra tutte. Uscito nei cinema americani il 3 marzo 1989, ha avuto anche un seguito nel 1995.
Il timido Bobby Keller (Corey Feldman) è terribilmente innamorato di Lainie (Meredith Salenger), la quale è fidanzata con l’ossessivo Josh. Nella stessa cittadina in cui vivono questi ragzzi, l’anziano Coleman (Jason Robards) sta lavorando ad un modo per trasportare i sogni nella realtà e in questa folle impresa ha quasi convinto anche sua moglie Gina (Piper Laurie). Durante una loro seduta notturna, nel loro giardino, Bobby e Lainie si scontrano e cadono perdendo i sensi assieme ai due anziani. Da quel momento la mente dell’anziano Coleman entra nel corpo di Bobby. Per rimettere le cose a posto, Coleman dovrà migliorare la vita del ragazzo, a cui non dispiace rimanere bloccato in un limbo fra sogno e realtà…
Con una sceneggiatura spesso traballante e con un finale risolutivo piuttosto arrabattato, questo film è la prima prova matura della coppia dei Corey, dove non solo è presente un’atmosfera tipicamente anni ’80 condita da una colonna sonora fresca (per l’epoca) e inserita in modo impeccabile per sugellare le classiche scene montate a mo di MTV per mostrare colori, costumi e i corridoi della scuola, ma anche una fotografia molto suggestiva (King Baggot). I due Corey sono uniti da una sinergia unica che non può che far notare la loro profonda amicizia: ne consegue una performance molto buona e il supporto di Robards e di una dolce Piper Laurie (assai lontana dal personaggio di Catherine Martell di Twin Peaks) evidenzia la riuscita di un progetto ambizioso. Le scene del sogno, che ricordano palesemente quelle della saga di A Nightmare on Elm Street (giustamente citato), quelle notturne e quelle che vengono mixate dal montaggio stralunato di Russell Livingstone, sono condite da una serie di tracce musicali tipiche di una radio nostalgica: la ricetta è gustosa e mai banale. Alcuni sketch possono anche apparire ridicoli, ma il fatto è che questo piccolo grande film non imita nessun’altro tranne che per la questione dello scambio di persona. La scena in palestra dove Feldman e la Salenger si “sfidano” in una prova di ballo è il momento più anni ’80 del film (e lei è bella da togliere il fiato). Dream a little dream non è una pellicola da sottovalutare a differenza di come è stata bollata, poiché in realtà è un prodotto serio e coraggioso, pieno di citazioni nascoste (poster, foto, il cammeo del cantante Mickey Thomas, etc.) e con un’atmosfera travolgente, dotato di una splendida colonna sonora. Tuttavia più che un tributo al decennio colorato ormai agli sgoccioli, sembra un’opera personale che ha molto da dire ma non sa farsi capire troppo bene – va necessariamente criticato un montaggio mediocre. Interessanti comunque le scene in cui dimensione onirica e realtà iniziano a mescolarsi fino all’enigmatico finale.
★★★✬☆
Una risposta a "Un piccolo sogno (1989)"