Un film con Wil Wheaton potrebbe significare qualcosa per la vita del genio-nerd Sheldon Cooper, magari un titolo da rivendicare in qualche battuta tipica da The big bang theory. Assieme allo storico nemico del Dottor Cooper vanno aggiunti i volti, garanzia di qualità anni ’80, come il “goonie” Sean Astin, i magnifici veterani Louis Gossett Jr. e il compianto Denholm Elliot, il quasi sempre incisivo R. Lee Ermey e il villano Andrew Divoff, un volto “devoto” alle parti da antagonista. La regia affidata alle mani esperte di Daniel Petrie Jr. (sceneggiatore di Beverly Hills Cop e Turner e il casinaro). Il film in questione è uno di quelli nostalgici, si certo, ma anche caduti nel dimenticatoio, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, resta un film action-drama che ci riporta abbastanza indietro da ricordarci che i tempi sono tanto cambiati. Distribuito dalla MGM e prodotto dalla Tristar Pictures, Scuola di eroi (Toy soldiers) uscì nei cinema il 26 aprile del 1991 e si è rivelato un discreto successo, sia in patria che fuori, riuscendo ad incassare più del doppio dei soldi spesi (non che fosse stato pagato così tanto, 10 milioni di dollari).
A Barranquilla, in Colombia, il Palazzo di Giustizia viene occupato da un gruppo di soldati mercenari, capeggiati dal terrorista Luis Calì. Il padre di Luis è Enrique Calì, capo di un grosso traffico di stupefacenti; Enrique è stato estradato negli Stati Uniti e Luis si vendica uccidendo uno degli impiegati del ministero di giustizia e uno dei giudici. Il gruppo fugge a bordo di un elicottero e riesce ad attraversare la frontiera fra Messico e Stati Uniti. Negli Stati Uniti, La Regis High School è una scuola preparatoria che accoglie ragazzi di famiglia ricca ed influente, che sono stati espulsi da altre costose scuole private; per questo fatto è soprannominata “The Rejects High School” (il liceo degli espulsi). Il gruppo più problematico, che dà regolarmente filo da torcere anche allo sceriffo locale, è formato da Billy Tepper, Joey Trotta, Hank Giles, Ricardo Montoya e Jonathan “Snuffy” Bradberry. Questi ragazzi sono in continua lotta con i loro insegnanti, soprattutto Dean Parker, giusto ma intransigente. Phil Donoughe, compagno di stanza di Billy e Joey, è il figlio del giudice che siede al processo contro Enrique Calì, ed è stato messo sotto protezione e trasferito in un luogo sicuro fino alla conclusione del procedimento. Luis Calì occupa la scuola per prendere Donoughe in ostaggio, senza sapere che non si trova più lì. I terroristi riempiono la scuola di esplosivo e giurano di far saltare tutti gli edifici se suo padre non sarà rilasciato; infatti, nonostante la mancanza del figlio del giudice, Luis Calì si rende conto di avere in mano la prole di uomini estremamente influenti. L’esercito americano e l’FBI circondano la scuola, ma un ordine presidenziale gli vieta di intervenire per evitare vittime fra i ragazzi. Dean Parker tenta di avvisare le autorità del fatto che i suoi studenti si ribellano sistematicamente contro ogni autorità, ma il suo allarme viene ignorato. Nel frattempo, Billy e i suoi amici decidono di combattere i terroristi dall’interno. Luis Calì ha imposto una disciplina militare e conteggi molto frequenti per impedire la fuga,
ma i ragazzi usano la loro abilità, affinata in anni di beffe ai danni del corpo insegnanti, per passare informazioni all’esercito all’esterno del perimetro. Dean Parker sostiene l’operato dei ragazzi contro il diffuso scetticismo dei capi delle forze speciali…
Occhio al cast tecnico. Le musiche sono state affidate a Robert Folk (non un pivello qualsiasi), la sceneggiatura nelle mani di David Koepp e Petrie Jr., il montaggio a Michael Kahn (storico collaboratore di Spielberg), tra i produttori c’è il nome di Mario Kassar (uno che sapeva dove andare a pescare per fare di un film x un successo). Ma tutto questo non basta a salvare un film senza energia, ottuso in numerose scene, ripetitivo in altre e dove il cast sembra soffrire una trama che emula sia i già vissuti Die Hard (1988) e Die Hard 2 (1990) sia la palese comparazione con il la mitico b-movie Classe 1999 (1989). Sean Astin, protagonista indiscusso di questo action può godere di uno spazio sufficiente per mettere in mostra le sue qualità attoriali, ma non è in buona compagnia: le varie spalle, tra cui Gossett Jr. non in forma smagliante, un Elliot riciclato nel ruolo di preside dopo i due Indiana Jones e il cattivo Divoff (troppo poco spazio per l’antagonista) non incidono, sembrano tutte carte basse, insufficienti ad arrivare a “Black Jack”: un risultato insoddisfacente per intenderci. Maluccio anche la fotografia di Burstyn, scolorita come quasi tutto il prodotto. Probabilmente Roger Erbert, luminare della critica cinematografica americana, non poteva scrivere meglio: “Dal momento che la trama del film è estremamente prevedibile, speriamo almeno per una certa abilità nei trucchi. Qui il film è così deludente che mi chiedo se gli sceneggiatori ci abbiano veramente provato”.
Scuola di eroi resta un film per ragazzi cresciutelli poichè, sebbene la trama possa far breccia nelle menti di sognatori tredicenni, il tasso di violenza inserito fa sì che il target sia ancora più ristretto. La sostanza è che sembra tutto frutto di un guazzabuglio, conseguenza di una produzione distratta. A distanza di tanti anni, ci rattrista un pò l’effettiva qualità di un action tipicamente anni ’80, ma se le cose stanno così, allora è preferibile rivedersi Die Hard.
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