Girato poco dopo la fine delle riprese del suo predecessore, La casa di Helen è il secondo capitolo della saga House, iniziata con Chi è sepolto in quella casa? – House I (1986). La storia tuttavia ha poco a che spartire con il primo film, tranne che per l’edificio: in questo strano film sospeso fra horror e commedia molto umoristica, troviamo qualche attore già visto in qualche altro film di media rilevanza, come la bella Amy Yasbeck (Piccola Peste), Jonathan Stark (Ammazzavampiri) e Arye Gross (Tequila Connection). Seppur sia stato presentato come b-movie a basso budget, la pellicola scritta e diretta da Ethan Wiley ha riscontrato un buon successo incassando ben 10 milioni di dollari contro i 3 milioni di spesa. La Casa di Helen uscì nei cinema statunitensi il 28 agosto 1987 distribuito dalla New World Pictures. In italia venne invece distribuito da Life Entertainment.
Jesse si trasferisce con la sua compagna Kate in un’antica residenza di famiglia chiamata casa di Helen, il cui nome deriva dalla prima antenata che ci abitò. È qui che 25 anni prima il padre di Jesse fu assassinato, da un essere demoniaco in cerca di un teschio. L’uomo indaga sul passato della famiglia e riporta in vita il trisnonno, che gli spiega che le fondamenta della casa sorgono su un tempio consacrato alla custodia di un teschio azteco, che possiede delle doti magiche, ed è proprio di questo che le forze del male vogliono impossessarsi. Jesse nonostante la miriade di esseri che gli si proporranno davanti riuscirà comunque a proteggere la preziosa reliquia.
Con le sue due locandine ufficiali (quella americana originale qui sotto, quella italiana in alto a sinistra), La casa di Helen è prodotto che promette fuochi e fiamme, ma in brevissimo tempo si rivela una birbonata, una presa per il culo per coloro che si aspettavano il film di paura. Scritto male ed eseguito peggio è, con grande probabilità il punto più basso raggiunto da Wiley (sceneggiatore de Il ritorno dello Jedi, Gremlins e Chi è sepolto in quella casa?), ma non del produttore Sean S. Cunningham, il quale gestirà prodotti anche peggiori di questo.
Sfilacciato, impacciato e grossolano è una pellicola che non ha una destinazione precisa, sviluppata come un “Piccoli brividi” dai connotati anni ’80 e con lo spirito di uno dei tanti beceri episodi della seconda era di Ai confini della realtà (1985-1989). Non andrebbe nemmeno considerato come un b-movie, visto che ha la sfrontatezza di ingannare lo spettatore, ridicolizzando il lavoro fatto dal suo predecessore, che si era imposto come un horror con delle venature comiche: qui si tratta di una commedia stronza con venature horror. Male il cast, malissimo assortite le musiche di Manfredini, salvabili gli effetti speciali di Chris Walas (Gremlins, La Mosca, I predatori dell’arca perduta). Se il tentativo era quello di proporre un’idea sperimentale, la scommessa è da considerarsi persa. La casa di Helen è un film sbilanciato, volutamente goffo e noioso. Da evitare se non avete fumato roba forte. Il motivo per cui abbia vinto due premi (1° premio al Festival del terrore di New York e Gran Premio del Pubblico a quello di Parigi) resta un mistero…corruzione della giuria?
In Italia in alcuni casi è stato soprannominato La casa 6, titolo assente dalla complicata numerazione di tale saga.
★☆☆☆☆
Una risposta a "La casa di Helen (1987)"