Dark (2017)

Dark.jpg«La distinzione fra passato, presente e futuro è solo un’illusione, anche se ostinata».
Come il titolo fa presagire, Dark è, solo in apparenza, un’ideale versione oscura (più oscura) di Stranger Things, e si candida senza dubbio a diventare sia una serie cult degli ultimi tempi, sia un’altra grande scelta azzeccata di Netflix. Niente Stati Uniti, niente Regno Unito: la Germania compie un balzo enorme di qualità nel panorama serial-televisivo portando un’inquietante viaggio nei meandri dello spazio-tempo una piccola realtà sassone, i cittadini della reale Winden. Dark è certamente figlia di Twin Peaks, madre badessa di ogni serie di mistero, certamente ha degli sviluppi simili alla serie dei Duffer Brothers, di Lost, di 22.11.63 e con delle venature drammatiche a tinte fosche che rimandano al nostro recentissimo Miracolo di Ammaniti. Thriller, mistero, dramma e fantascienza si intrecciano in un contesto fortemente autunnale e privo di qualsiasi humor, dove aleggia sin dal primo episodio la sensazione di una possibile Armageddon. Ma Dark non esegue il compitino alla lettera omaggiando opere precedenti: raccoglie accuratamente alcune molliche di pane lasciate da chi ha sondato il terreno e si lascia andare ad un requiem di passaggi ed immagini potenti, gonfie di sguardi persi nel vuoto di protagonisti.
Come in Twin Peaks, nessuno o quasi è innocente, ma se nella serie di Lynch e Frost si aggirava lo spettro di corruzione, droga e un’oscura dimensione che dettava le regole del mondo, in Dark le sparizioni e i fenomeni inspiegabili non godono della presenza di semi-dei (Bob, Il nano, Il gigante…)ma di una caverna che nasconde qualcosa di molto più vicino alla realtà: un buco nero. Dark_3.jpg
Grazie a questo espediente, la serie diretta da Baran Do Odar ambientata a Winden, prepara il terreno per la fine del mondo e, se la stagione 1 si dimostra già interessante, la stagione 2 potrebbe rischiare di diventare troppo agganciato al “gia visto” (niente spoiler).

Winden, 2019. La scomparsa di due bambini in una città tedesca e le conseguenti ricerche porteranno alla luce misteri e oscuri segreti che questa piccola cittadina nasconde, rivelando i rapporti e il passato di quattro famiglie che vi abitano: i Kahnwald, i Nielsen, i Doppler ed infine i Tiedemann. Nella misteriosa cittadina di Winden dopo la scomparsa di un ragazzo, la polizia esegue le indagini riguardanti la sparizione, fino a quando non accadono strani fenomeni, come la strana morte di numerosi uccelli, impulsi elettrici che fanno sobbalzare la corrente nella cittadina e molti abitanti di lunga data si ricordano come 33 anni prima successe la stessa cosa alla famiglia Nielsen, quando un suo membro di nome Mads scomparve misteriosamente a soli 13 anni, ma riguardo alla sua fine non se ne seppe più nulla…dark_2.jpg

La doppia forza di questa serie, il wormhole e i rapporti che coinvolgono tutti i volti impauriti di Winden, si riflette su tre epoche separate da 33 anni l’una dall’altra, dove gli eventi convergono e i fantasmi di passato e futuro prendono forma fino a disintegrare la già tormentata realtà del 2019 (il presente). Il grande spazio dato ai personaggi più rilevanti come quelli di Ulrich, Hannah, Jonas e Charlotte e altri ancora danno un’immenso supporto alla classica sceneggiatura sospesa fra mistero e fantascienza, una trama che sarebbe stata priva di pathos utile solo a classificarsi icome parente lontana di Ai confini della realtà. Dark ha tanto animo fragile da condividere, si sviluppa fiera nel suo essere suggestiva comunicando più con gli sguardi che ingannano e rattristano. Se da una parte si ha la sensazione di avere a che fare con un surrogato di Cloud Atlas, dall’altra ci si rincuora per non assistere ad un banale prodotto plastificato con un evidente montaggio velocizzato: Dark è un viaggio spirituale nell’animo umano e cerca di indicare la via per rispondere ai nostri perchè.

 

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