Giochi stellari (1984)

Giochi stellariCon il suo titolo italiano accattivante, Giochi stellari è la prima fatica del regista Nick Castle (colui che indossò per primo – e per ultimo – la maschera di Michael Myers). Prodotto dalla Universal Pictures e dalla Lorimar Productions quest’avventura dai connotati fortemente fantastici sembra più un’opera disneyana che un parente di guerre stellari. Il legame con la Disney c’è anche per l’utilizzo (primitivo) della CGI, utilizzata per le scene delle battaglie spaziali. Costato ben 15 milioni di dollari ne ha incassati quasi 30. Per lungo tempo si è vociferata la possibilità di un sequel, ma il lavoro degli sceneggiatori non ha mai partorito un’idea valida.
Alex è un giovane cresciuto in un campo di baracche in mezzo alla natura che conduce una vita piuttosto noiosa ai margini della società americana. È un campione di Starfighter, un videogioco da sala giochi 3D di tipo simulatore di volo “sparatutto” per astronavi in cui il solo obiettivo è distruggere ogni possibile minaccia di navi stellari aliene. Una volta superato l’ultimo livello, Alex incontra un uomo misterioso di nome Centauri, che si presenta come uno dei produttori del gioco. Quello che sembrava solo un videogioco si rivela in realtà essere un modo poco ortodosso di selezionare i migliori piloti di Gunstar, i caccia da guerra di una (vera) unione planetaria chiamata Lega Stellare. Alex viene così prelevato contro la propria volontà da Centauri, condotto nello spazio fino alla base della Lega Stellare e arruolato nell’esercito per la difesa Giochi stellari_2delle frontiere della galassia “contro Xur e l’armata di Ko-dan” (esattamente come recitava il videogioco). Alex chiede tuttavia di tornare a casa, ma scopre che un cacciatore di taglie, inviato da Xur, gli sta già dando la caccia. Viene salvato da Centauri e rimpiazzato sulla Terra da un clone alieno che dovrebbe spacciarsi per l’originale nel tentativo di mascherare la partenza del vero Alex. Tornato nello spazio, il giovane scopre che tutti i piloti di Gunstar sono rimasti uccisi in un improvviso attacco alla base della Lega Stellare. Essendo rimasto l’unico in grado di fermare l’invasione aliena, prende i comandi della sua astronave come ultimo Starfighter…
The Last Starfighter (titolo originale) è considerabile come un film rappresentativo di un’epoca, dove i sogni potevano davvero diventare realtà: certo, diventare pilota di una flotta stellare è un pò una richiesta esagerata, ma stiamo sempre parlando del 1984. Colori, aggeggi futuristici e musiche sinthpop erano una quotidianità e quando ad essi si uniscono battaglie epiche e riscatto personale allora si può dire di poter farsi trascinare dalle più travolgenti emozioni. Giochi stellari è un prodotto molto retrò, impolverato come un vecchio balocco lasciato in soffitta, ma proprio come i giocattoli di una volta sanno incantare. La trama un pò ingenua viene ricompensata dall’ultima grande interpretazione di Robert Preston nel ruolo di Centauri, Giochi stellari_centauriprobabilmente il personaggio più rappresentativo della pellicola, mentre agli occhi di uno spettatore di oggi, le scene d’azione sono chiaramente antiche e si sorride nel viverle: più interessante la retrospettiva sulla terra e il luogo dal quale tutto inizia. Resta interessante anche il concetto del videogame (coin-up), meta immancabile dei giovani adolescenti di un’epoca quasi ventennale e dove a quel tempo (1984) stava per raggiungere il massimo livello di partecipazione. I coin-up, oggi venerati come la sacra sindone o il muro del pianto per l’infinita rivoluzione 80’s di questi anni ’10, hanno davvero rappresentato una generazione con i suoi pro e i suoi contro.
Giochi stellari è, in buona sostanza, un film fanciullesco legato molto alla generazione cresciuta a pane e Storie Infinite, dove l’effetto speciale veniva sopraffatto più da una trama convincente: un concetto pienamente ribaltato dopo 30 anni. E non possiamo negarlo.

★★★☆☆

 

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