Il buio si avvicina (1987)

near dark_0Mentre continuiamo tutti a interrogarci sul perchè una saga come Twilight abbia avuto tanto successo, oltre venti anni prima e ben dieci del comunque interessante Vampires di John Carpenter, quel genio impazzito di Kathryn Bigelow (Point Break, Strange days, The hurt locker) aveva diretto il più oscuro omaggio al mondo dei vampiri. L’ex moglie di Jim Cameron, co-regista già dell’interessante The loveless (1981) con un giovane Willem Dafoe, ha sempre avuto le idee ben chiare su come mixare più generi senza cadere in biechi stereotipi o in imbecilli storie d’amore. Il caso di Near Dark (in Italia Il buio si avvicina) ne è un chiaro esempio. Un film costato solamente 5 milioni di dollari, ha incassato 3,5 milioni….vale a dire un mezzo flop. Ma ne siamo così sicuri? Grazie al giudizio unanime della critica di allora, questo film è un vero cult. 95 minuti di sangue a fiotti, terrore e lacrime, ingredienti di un frullato nutriente e genuino. Nel cast troviamo il futuro Nathan Petrelli di Heroes, Adrian Pasdar, Jenny Wright (Il tagliaerbe, Sola…in quella casa), Lance Henriksen (Aliens, Alien 3, Millenium), Jenette Goldstein (Aliens, Terminator 2), Bill Paxton (pace all’anima sua) e il piccolo (?) Joshua Miller (Classe 1999).

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Caleb, un giovanotto americano di campagna, incontra una notte una ragazza affascinante, Mae, che gli pare molto misteriosa. Subito attratto da lei, passa alcune ore in sua compagnia, cercando di conquistarla; lei ricambia evidentemente il suo interesse, ma, ad un certo punto, cerca inutilmente di allontanarlo da sé, e si comporta in modo strano. Dopo averla vista diventare sempre più nervosa all’approssimarsi dell’aurora, Caleb scopre che Mae è una vampira e viaggia in una roulotte, insieme ad un gruppo di altri vampiri: una coppia matura, Jesse e Diamon Back; un giovane crudele e aggressivo, Severen, e un ragazzino, Homer. Mentre gli altri sembrano esistere da molti anni (in alcuni casi da più di un secolo), Mae è stata contagiata solo di recente (da Homer) e i suoi attuali compagni l’hanno poi costretta a dividere la loro feroce esistenza, che si svolge soltanto nelle ore notturne. Poco prima dell’alba, la ragazza, durante uno scambio di baci, morde a sangue Caleb sul collo, e subito questi si sente male e non ha più la forza necessaria per fuggire. Allora i vampiri amici di Mae lo rapiscono, lo trasportano sulla roulotte e vorrebbero subito ammazzarlo, ma la ragazza si oppone, perché innamorata di lui, e promette che egli diverrà uno di loro, un vampiro, e imparerà ad uccidere altri esseri umani. Mae protegge Caleb e lo assiste, anzi, nei momenti in cui egli è particolarmente debole, si procura una ferita sul polso e fa suggere a lui il proprio sangue. Il giovane si è contagiato, ma non è diventato ancora un vero vampiro…

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Girato nelle terre desolate di Arizona, Oklahoma e dell’est della California, Near Dark è un intrigante viaggio verso l’oblio farcito di western, horror e amore, in cui i vampiri si sono tolti i dannati mantelli di un tempo, l’eleganza di Christopher Lee e non vivono dentro al solito castello. Ora sono muniti di fucili, giacche di pelle sgualcite, la rabbia di animali pronti a uccidere pur di nutrirsi e ostinati a crepare. A capo di questo gruppo di mostri moderni c’è Lance Henriksen, un attore troppo sottovalutato e riscoperto troppo tardi, ma è tutto il cast che sorprende. Se si pensa che solo qualche mese prima al cinema usciva Ragazzi perduti di Joel Schumacher, film vampiro-adolescenziale che sbancò al botteghino, l’opera della Bigelow fu quasi ignorata, ma la differenza fra le due pellicole è chiara ed evidente: Near Dark è un piccolo capolavoro, Ragazzi perduti è una discreta messa in scena per una comedy-horror fatta da e per teenager. Se infatti quest’ultimo mantiene il rigore di un palese esercizio commerciale dove Schumacher ha saputo sguazzarci per anni, la Bigelow rompe le regole e, al di là del morso sul collo e della luce come ancora di salvezza, la sua opera ha l’anima di un cantico dell’inferno dove non c’è orizzonte e l’oscurità domina lasciandosi alle spalle segreti, dove le grida delle vittime si perdono nel nulla.
Le musiche composte direttamente dal gruppo krautrock/elettronic Tangerine Dream (già sorprendenti per la colonna sonora di Risky Business del 1983) hanno il tetro nel cuore, l’isolamento dal mondo che dovrà svegliarsi; la fotografia di Adam Greenberg cupa come raramente si può vedere altrove.

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Il personaggio di Caleb non serve ad altro che mostrarci il mondo dei vampiri visto da questa straordinaria artista che ha avuto l’illuminazione di rendere un involontario omaggio a Mad Max aggiungendo il buio e le creature della notte. Il resto è pura cattiveria.

★★★★☆

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