Hellbound: Hellraiser II (1988)

Hellbound_0La regia del primo seguito dell’elegante Hellraiser passa dal suo creatore Clive Barker all’allievo Tony Randel, colui che si permise di dirigere nel 1995 l’orribile Fist of the north star, ossia il primo live-action di Ken il guerriero, una delle più brutte pellicole di sempre. Ciò nonostante nel 1988 il secondo capitolo di Hellraiser era decisamente atteso poiché il film di Barker aveva convinto sia critica che pubblico. Hellbound, scritto dallo stesso Barker, vede il ritorno di Doug Bradley nel ruolo di Pinhead (nome che gli venne attribuito forzatamente dai fan, dato che il suo nome accreditato è Lead Cenobite) e di Elliot Spencer, Ashley Laurence e Claire Higgins mentre le new entry sono Kenneth Cranham, William Hope e la giovane Imogen Boorman.
Hellbound: Hellraiser II uscì nelle sale americane il 23 dicembre 1988 portando un ulteriore aumento degli incassi del primo film pur essendo criticato da una parte della stampa e del pubblico. La saga proseguì con Hellraiser III: inferno sulla terra (1992).

Il dottor Phillip Channard riceve un nuovo paziente, Kirsty Cotton. Mentre è rinchiusa in un ospedale Kirsty viene perseguitata dalle visioni dell’indicibile orrore che distrusse la sua famiglia. L’unico che le crede è un giovane assistente del dottor Channard che si chiama Kyle MacRae. Channard colleziona di nascosto da anni tutto quello che ha che fare con il cubo detto “La configurazione del lamento”, che apre il passaggio per il mondo dei sanguinari Cenobiti. Gli giunge voce del materasso intriso di sangue dove è deceduta la malvagia matrigna di Kirsty, Julia Cotton. Hellbound_4In segreto lo fa portare a casa sua e vi conduce anche uno dei suoi pazienti per versarne il sangue sul materasso e risvegliare Julia. Channard e Julia riescono a svelare il segreto della “configurazione del lamento” e di conseguenza a liberare gli orrori ed il piacere supremo dei Cenobiti. Per la seconda volta Kirsty si ritrova a vagare al di là del mondo mortale, questa volta accompagnata dalla giovanissima Tiffany. Lì dovrà affrontare i Cenobiti per cercare di liberare l’anima di suo padre dal tormento eterno…

Sebbene alla fine del film si ha l’idea di essere già saturi delle raccapriccianti immagini del capostipite, Hellbound ha delle deliziose intuizioni. Il carnet del gore di questo allucinante universo può avvalersi di un budget più corposo e automaticamente di scene più spettacolari. Scenografia ed effetti speciali rendono giustizia ad una sceneggiatura più debole ma spesso è la musica di Christopher Young a dettare legge (l’overture nella sequenza di apertura è di rara potenza maligna). Doug Bradley, oltre ad essere una geniale maschera del male, veste i panni dell’umano Spencer mentre il sorriso perfido della Julia Cotton interpretata dalla Higgins è una delizia quando si macchia di sangue. Hellbound_2Discorso un pò diverso per la Lawrence che sembra interpretare più il punto di vista dello spettatore che un personaggio vero e proprio: difatti Kristy Cotton è piatta e noiosa.
Hellbound soffre rispetto al suo predecessore la presenza dell’erotismo violento. Se nel primo film la carica sessuale di Frank e Julia si mescolava con le atrocità dei sacrifici umani, questo aspetto svanisce in questo secondo episodio. Inoltre va aggiunto che Hellbound è maledettamente lento nei momenti in cui dovrebbe accelerare, ad esempio all’interno del dedalo infernale si ha più la voglia di mandare avanti veloce che di tornare indietro e rivedersi la scena.
Hellraiser II è un prodotto a metà: elegante e potente da una parte, debole e superficiale dall’altra. Se siete stati appagati dalle scene crudeli del primo film, potete lasciar perdere questo secondo episodio; al contrario, se siete intenzionati a curiosare ancora di più nel mondo creato da quel pazzo di Barker, potete proseguire felicemente la vostra ricerca guardando sia questo che il terzo episodio, quest’ultimo sicuramente ancora un prodotto valido.

★★★☆☆

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