Un minuto a mezzanotte (1989)

Un minuto a mezzanotteQuando il volo della famiglia McCallister doveva ancora essere prenotato per quel famoso viaggio in Francia, un bambino chiamato Thomas (Tomà in francese) aveva già sistemato trappole e varie misure di sicurezza in casa perchè qualcuno, nella notte di Natale sarebbe entrato nella sua proprietà. Credendo che fosse quel sant’uomo di Babbo Natale, Thomas si ricrederà subito: già, perchè non si tratta neanche di uno dei due componenti della Banda del Rubinetto, bensì di un pazzo omicida travestito dal panciuto simbolo del Natale. La data di uscita di questo strano film natalizio è 18 marzo 1989, ma sul circuito internazionale è stato messo in commercio solo a gennaio dell’anno successivo, comunque sia anticipando di quasi un anno l’uscita dell’assai più redditizio Mamma ho perso l’aereo (Home Alone, 1990) di John Hughes e Chris Columbus. Creato da Renè Manzor, regista francese che aveva esordito nel 1986 con Le Passage con Alain Delon, non ha assolutamente le stesse intenzioni del “remake” di Hughes, visto e considerato che anche il sottoscritto ci è caduto come un pollo ed è rimasto per lungo tempo traumatizzato.

Thomas de Fremot, un bambino di 9 anni, orfano di padre, che vive con la madre e con l’amatissimo nonno (che egli chiama Papy) in un castello vicino a Parigi. Egli è un piccolo genio, che sa riparare il motore di un’auto, o impiantare in casa la televisione a circuito chiuso. Un minuto a mezzanotte_4Poiché adora i supereroi ha trasformato il castello di famiglia in terreno di combattimento per i giochi di guerra. Credendo ancora all’esistenza di Babbo Natale (motivo per cui i suoi amici si burlano di lui) Thomas, ormai assalito da qualche dubbio, ha deciso di mettere la notte di Natale in funzione le telecamere installate in tutto il castello, in modo da riprendere il meraviglioso portatore di doni. La madre Julie, direttrice a Parigi in un grande magazzino si trattiene a lavorare fin tardi proprio nella notte di Natale, ed ha appena licenziato uno dei “Babbi Natale” scritturati per l’occasione. Questi, che è uno psicopatico assassino, riuscito a raggiungere il castello scende dal camino ancora in costume e Thomas lo crede il vero Babbo Natale, finché non gli vede sgozzare il suo amato cagnolino. Da questo momento, nel castello isolato sotto la neve, in cui l’assassino ha subito tagliato i fili del telefono, comincia una lotta tra Thomas e lo psicopatico.

Scritto e drietto da Renè Manzor, Un minuto a mezzanotte è un trappola per ragazzini. Se la partenza sembra portarci nuovamente (solo per chi ha già affrontato a suon di risate il classico di Hughes) in un Un minuto a mezzanotte_2parco giochi di gags e divertimento, verso la metà del film i toni cambiano improvvisamente e quella che sembra essere una qualsiasi commediola natalizia si trasforma come, con un gioco di ombre nella notte, un peluche con l’aspetto di un mostro. La morte del cane con il tagliatorte, scena emblematica del film, segna il cambio improvviso della trama che devia nel thriller claustrofobico: ora casa de Fremot è a metà fra casa McCallister e l’Overlook Hotel. La fotografia studiata ad arte da Michel Gaffier ricorda molto i videoclip degli anni ’80 ma anche le più tenebrose atmosfere dei thriller targati Soavi/Argento (il prodotto si dichiara europeo senza vergognarsi e fa bene). Interessante la scelta di alcuni movimenti di camera, a scatti e molto dinamici ma contrapposti a improvvisi rallentamenti in stile pubblicità anni ’80. Un minuto a mezzanotte_3Non eccelle la colonna sonora (Jean-Fèlix Lalanne), solo lavoro di routine, ma è il prodotto tutto che non si fa respingere. Per utilizzare un aggettivo, Un minuto a mezzanotte è semplicemente spiazzante: rompe le regole e regge ottimamente per novanta minuti. Poi, se siete incuriositi di vedere altre peripezie di Babbi Natale assassini, allora concedetevi un pò di tempo per rivedere Silent night, deadly night (1984).

★★★✬☆

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