L’anno domini 1992 as(segna) in modo prepotente il successo del cinema d’azione o, per meglio dire, quel cinema d’azione dove il singolo eroe fa piazza pulita del gruppo di terroristi di turno. Se Trappola di cristallo (1988) diede il là a questo subgenere, film di successo come Nico (1988), 58 minuti per morire (1990) e Trappola in alto mare (1992) hanno fatto il resto. All’appello mancava l’eroe di colore e l’avvento del giovane Wesley Snipes ha convinto la Warner a produrre “l’immortale” Passenger 57 – Terrore ad alta quota – sottotitolo italiano quanto mai discutibile, come sempre. La regia è affidata all’allora sconosciuto Kevin Hooks che si occuperà in seguito di film minori come Inseguiti (1996) e l’inoffensivo Black Dog con Patrick Swazye (1998). Nel cast oltre a Snipes troviamo l’inglese Bruce Payne, attore non poliedrico visto il suo sguardo profondo e destinato ad una carriera da villain (Highlander endgame, Ripper). C’è spazio anche per Tom Sizemore, Alex Datcher, Elizabeth Hurley, Bruce Greenwood e Michael Horse.
Nonostante la critica sia stata piuttosto fredda nei confronti di questa divertente pellicola, il pubblico ha parlato in modo diverso in quanto si rivelò un successo al botteghino, sia in patria che all’estero.
Snipes, con il suo John Cutter, sarà vincolato quasi sempre in film d’azione almeno fino al 2014, partecipando al ricchissimo cast de I mercenari 3.
Il terrorista psicopatico internazionale Charles Rane, noto come “The Rane of Terror”, viene catturato dall’FBI e dalle autorità locali proprio mentre sta per ricevere un intervento di chirurgia plastica per modificare i suoi lineamenti per eludere la legge. L’FBI ha in programma di riportare Rane a Los Angeles a bordo di un aereo passeggeri Lockheed L-1011 Tristar, perché sia processato.
John Cutter è un agente dei Servizi Segreti degli Stati Uniti in pensione che sta tentando di riprendersi dai ricordi ossessionanti della morte di sua moglie in una rapina in un negozio di generi alimentari, e ha preso ad addestrare assistenti di volo in autodifesa, tra cui Marti Slayton. Dopo una lezione, Cutter viene avvicinato da un vecchio amico, Sly Delvecchio, che offre a Cutter la vicepresidenza di una nuova unità antiterrorismo per la sua compagnia, Atlantic International Airlines. Cutter è riluttante, ma Delvecchio e il presidente della compagnia, Stuart Ramsey, lo convincono ad accettare l’offerta.
Cutter è il 57° passeggero su un volo Atlantic International per Los Angeles, dove Marti è una delle assistenti di volo. Rane e le sue due scorte dell’FBI sono anch’essi a bordo. Dopo che il volo è decollato, diversi uomini impiegati da Rane, camuffati come assistenti di volo e passeggeri, uccidono gli agenti dell’FBI, liberano Rane e si impadroniscono dell’aereo sparando anche al capitano. Cutter, che in quel momento è in bagno, riesce a usare il telefono di bordo dell’aereo per avvertire Delvecchio della situazione, ma viene presto scoperto da uno degli agenti di Rane.
Cutter ha la meglio sull’agente e prende la sua arma; poi usa l’agente come scudo per affrontare Rane. Rane è indifferente e mostra la sua spietatezza prendendo in ostaggio un passeggero e uccidendolo senza pietà. Rane spara anche al proprio agente in un’ulteriore dimostrazione di forza…
Se c’è un motivo valido per godersi uno dei più patinati action movie degli anni ’90 ve ne do anche due: sicuramente l’aplomb di Snipes, che sebbene ricalchi le solite peculiarità dell’eroe traviato da una grave perdita, usi in modo virile le sue conoscenze delle arti marziali e dica battute dopo ogni ko rifilato (mitica la battuta “always bet on black”), funziona davvero bene; secondo e sicuramente più importante è un cattivo di razza come Bruce Payne che riesce a rubare la scena al suo avversario praticamente ogni volta che la camera gli punta lo sguardo. Payne è talmente bravo nel suo essere feroce e magnetico che quando dovrà morire ci farà male. Il resto del film è praticamente tutto già visto: c’è una bella ma insipida co-protagonista mulatta (obbligatoriamente simile alla moglie di Cutter, uccisa tempo prima), c’è la femme-fatale Liz Hurley ancora non famosissima ma già di una bellezza disarmante, ci sono tre/quattro elementi di supporto a Rane che non dicono quasi nulla (tra questi c’è anche Michael Horse di Twin Peaks), lo sceriffo della contea che non capisce assolutamente nulla e rende ancora più difficili le operazioni di salvataggio dei passeggeri e l’amico comico-tontolone dell’eroe che non fa altro che dare un pò di brio.
Insomma siamo davanti al più classico pasticcio action di buon livello, con una scarsa sceneggiatura ma con ottimi elementi visivi e sonori (davvero splendida la colonna sonora affidata al bassista Stanley Clarke).
Passenger 57 è un film d’azione divertente, sano e assolutamente godibile se non si da peso alla più banale delle sceneggiature, si comporta bene dal principio ai titoli di coda – che per correttezza con il filone, terminano con un romantico tramonto – ma tanto deve all’interpretazione di Payne che consegna al genere action uno dei più inquietanti villain della storia.
★★★☆☆