
A distanza di cinque anni dall’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre, gli Stati Uniti si sentono ancora fisicamente minacciati dall’ombra del terrorismo internazionale e il cinema attraverso i suoi eroi, tenta di esorcizzare le inquietudini degli americani con i film, i documentari e le serie tv. Il produttore Micahel Douglas, ormai gia over 60 candeline, decide di finanziare un progetto basato sul romanzo dell’agente segreto Gerald Petievich e grazie ancora al suo innegabile fascino decide di interpretare il protagonista di questo political-thriller dove al suo fianco troviamo Kiefer Sutherland (gia famosissimo per aver interpretato il Jack Bauer di 24), Eva Longoria (stellina bellissima di Desperate Housewives) e la sempietrna Kim Basinger. nel ruolo della first-lady. Dietro la macchina da presa troviamo Clark Johnson al suo secondo esercizio lungo dopo il discreto S.W.A.T. (2002). Sebbene ci siano quattro altisonanti nomi per il periodo, il film si rivela un flop e la critica lo depenna come uno dei peggiori film d’azione del decennio.
Il veterano dei servizi segreti Pete Garrison è considerato un eroe per aver salvato la vita al Presidente degli Stati Uniti d’America Ronald Reagan anni prima. Per tale ragione Garrison è il responsabile della sicurezza personale della moglie del Presidente John Ballentine, con la quale ha instaurato una relazione clandestina.
Dopo il misterioso omicidio dell’agente Merriweather, tutto lo staff addetto alla sicurezza della Casa Bianca è in subbuglio, anche perché contemporaneamente, proprio attraverso Garrison, un informatore rivela che ci sarebbe una talpa al loro interno che starebbe tramando per attentare la vita del Presidente.
Tutti i potenziali traditori vengono sottoposti alla prova della macchina della verità, mentre la tensione cresce quando un missile abbatte l’elicottero presidenziale nel quale però non vi si trovavano né il Presidente né sua moglie. La relazione segreta con la first lady è scoperta da qualcuno che la utilizza per incastrare Garrison che, oltretutto, sempre a causa del suo flirt segreto è l’unico a non superare la prova della macchina della verità. Così il detective David Breckinridge, con il quale Pete ha un rapporto conflittuale, chiamato ad indagare sulla vicenda insieme alla giovane agente Jill Marin, arriva alla conclusione che sia lui il traditore da arrestare.

Con tutta la sua abilità, e sfruttando anche l’indecisione dell’agente Marin, già sua allieva, che preferisce farlo scappare piuttosto che sparargli, Garrison sfugge alla cattura e, in condizioni proibitive, riesce addirittura a scoprire chi lo stava incastrando e quando sarebbe stato attuato l’attentato al presidente.
Così, ottenute informazioni che inequivocabilmente lo scagionano, piomba a Toronto insieme a Breckenridge, dove nel corso del G8 è previsto il temuto attentato.
Chiarito che il traditore è William Montrose, agente talmente esperto e ineccepibile da aver evitato la prova della macchina della verità senza destare sospetti, è troppo tardi per evitare che il piano criminale si metta in moto. Montrose, pentitosi del suo comportamento, non si tira indietro solo per effetto delle minacce che gli attentatori, ex agenti del KGB, hanno messo in atto nei confronti della sua famiglia…
Immaginiamo di entrare in un dedalo avendo una sola certezza: prima o poi troveremo l’uscita. Ecco, The sentinel è esattamente come un dedalo. Non ha coscienza di se, ci porta in na direzione e poi ci fa fare marcia indietro, ci spinge da un’altra parte ma poi ci ripensa. E’ un film stanco gia in partenza, ma ha i requisiti per essere visto almeno fino a che la caccia all’uomo (Douglas) non si arresta. Da questo punto in poi il film si tramuta in una totale cagnara, roba davvero da vergogna. Kiefer Sutherland è

completamente sprecato e il suo personaggio non ha un punto di approdo e non riesce nemmeno a risultare antipatico o simpatico. La Longoria non serve assolutamente anulla tranne che a mostrare il suo fascino, mentre la povera Kim Basinger si auto annulla nel giro di 20 minuti prima di riapparire al termine. Se la musica da l’idea di far parte di un film di circa 12-13 anni prima, fa ancor peggio il montaggio visto che non sia ha la piena convinzione di aver a che fare con un film di due ore invece che con una puntata di una serie tv. Il risultato finale è un pappone insipido su tutti i fronti, specialmente per ciò che riguarda i dialoghi, stantii e edulcorati come raramente capita. The sentinel va quindi catalogato sia come film inutile che come film pessimo, poichè anche con una sceneggiatura obsoleta poteva essere preparato assai meglio.
★☆☆☆☆