D.A.R.Y.L. (1985)

D.A.R.Y.L._1Nato nel periodo in cui USA e URSS si temevano a vicenda, DARYL è a differenza di un cult movie come War Games – Giochi di guerra (1983) un film sicuramente meno ricordato. Sprazzi della mia memoria mi dicono che andava in onda su Italia 1, il che significa che non ha goduto di molti passaggi dopo una più che onorevole “in prima TV” sul canale di Fininvest al termine degli anni ottanta. Non fu un successo al botteghino e non fu ben valutato dagli esperti del settore, tutti tranne quel soggetto ancora enigmatico che porta il nome di Roger Ebert, il quale per l’appunto lo criticò positivamente.
C’era Barrett Oliver, fresco di Storia Infinita e la brava Mary Beth Hurt, c’erano anche Colleen Camp e Michael McKean: insomma non c’era un nome davvero grosso nel cast artistico, come non c’era neanche in quello tecnico visto che il regista australiano Simon Wincer (Harley Davinson and the Marlboro Man, Free Willy), qui al suo primo lavoro in terra sacra, era più un regista da piccolo schermo, ma in pochi l’hanno capito.
La sceneggiatura venne eretta in relativo poco tempo da 4 mani più altre 2: David Ambrose e Allan Scott, entrambi ideatori di progetti fantastici o comunque lontani da una dimensione neorealista collaborarono con il loro collega Jeffrey Ellis.

Daryl è un bambino sui 9 – 10 anni che soffre di amnesia e che viene trovato a vagare senza meta da un orfanotrofio. Fatta eccezione per l’amnesia, risulta perfettamente sano, e finché i suoi genitori non verranno trovati, viene dato in adozione ai coniugi Richardson, che avevano fatto richiesta. Dopo averlo accudito per alcuni giorni, scoprono che ha delle capacità superiori a quelle dei suoi coetanei. Un esempio è la sua capacità di colpire sempre e con forza la palla da baseball. D.A.R.Y.L._2Però il suo comportamento è talmente impeccabile, autosufficiente e disponibile che la signora Richardson si sente frustrata perché le sembra che questo bambino non abbia bisogno di insegnamenti o di cure da parte di nessuno. Nonostante questo, sia lei che il marito si affezionano molto a lui, il quale nel frattempo fa anche amicizia con “Sisma” Fox, il figlio di Howie Fox, il dipendente che ha affidato Daryl ai Richardson.
Purtroppo dopo alcuni mesi l’orfanotrofio avverte i Richardson che si sono presentati i veri genitori, i quali hanno fornito come prova diverse fotografie che ritraggono il bambino a differenti età, che ne mostrano la crescita nel corso degli anni. Per i Richardson, ma anche per Sisma, è un enorme dispiacere, anche se si accordano per restare in contatto. I genitori portano il figlio a “casa”, ma si tratta della TASCOM, un laboratorio del governo, e qui si scopre che Daryl è in realtà il “Progetto D.A.R.Y.L.”, un esperimento di intelligenza artificiale: anche se il suo corpo è umano a tutti gli effetti, il suo cervello è un micro-computer, che è persino capace di apprendere, il che lo rende migliore anche del più avanzato dei robot elettronici costruiti fino a quel momento, e i suoi “genitori” sono due scienziati, il Dottor Jeffrey Stewart e la Dottoressa Ellen Lamb, sua moglie. Essi stanno a capo del team che lo ha progettato e programmato. Si scopre anche che il responsabile della sua sparizione iniziale è il Dottor Mulligan, un altro scienziato (la persona al volante di una macchina che all’inizio del film guida in una strada tra le montagne ed è inseguita da un elicottero, e che ad un certo punto esce intenzionalmente dalla strada per cadere in un lago e morire). Questo scienziato ha provocato l’amnesia di D.A.R.Y.L. e poi lo ha rubato e messo in libertà poco prima di lanciarsi con la macchina nel vuoto, in quanto si era convinto che D.A.R.Y.L., inizialmente un robot, fosse ormai diventato una persona a tutti gli effetti, capace di provare emozioni proprie e comprendere quelle altrui. Alla TASCOM gli scienziati restituiscono a D.A.R.Y.L. la memoria, ma in seguito ad altri test a cui lo sottopongono, anche in loro inizia a sorgere il sospetto che non sia più un semplice prodotto di laboratorio, tanto da smettere di rivolgersi a lui come se fosse una semplice macchina.D.A.R.Y.L._3
Quando i Richardson e Sisma vengono invitati nel laboratorio per rivederlo, le lettere “D.A.R.Y.L.” stampate su diverse apparecchiature elettroniche rendono impossibile al Dottor Stewart non rivelare la verità, anche se questa non viene facilmente accettata. Ma il problema peggiore è che il progetto è finanziato dai militari e finalizzato alla creazione di un super-soldato, e visto che D.A.R.Y.L. dimostra di saper provare emozioni e tra queste anche la paura, il Generale Graycliffe lo considera un progetto fallito, per cui annuncia la sospensione dei finanziamenti e dà al Dr. Stewart l’ordine di distruggerlo…

Sebbene la famosa locandina italiana (e in parte anche quella americana, sulla scia di quella di War Games) vedeva un Barret Oliver munito di casco da pilota e al comando di un Blackbird (che secondo alcuni sarebbe uno dei capolavori di mente umana per l’aviazione), gli spettatori del 1985 che andarono a vedere questo film rimasero delusi quando capirono che DARYL non era una storia come poteva essere quella di Firefox – Volpe di fuoco (1983) e tantomeno una vicenda ricca di effetti speciali, bensì una più profonda analisi dell’eventuale integrazione del diverso in una società ancora non pronta per una terza rivoluzione scientifica. DARYL, intelligenza artificiale che acquisisce via via sempre più il valore fondamentale delle emozioni e dei sentimenti, è una storia decisamente più adulta e che va necessariamente riscoperta. D.A.R.Y.L._4Nessuno griderebbe mai al capolavoro, per carità, ma rientra doverosamente in quella cerchia di film che grazie alla presenza del protagonista bambino/adolescente, i messaggi vengono immediatamente compresi da tutta la famiglia (E.T. – L’extraterrestre, Navigator, Il ragazzo che sapeva volare) e dove i “cattivi” sono in genere persone che lavorano per associazioni governative oscure che conducono esperimenti costosissimi per trovare un’arma invincibile contro il nemico (l’URSS appunto).
Con il probabile passaparola dell’epoca, DARYL perse la sfida con il botteghino, probabilmente perchè il trailer e gli spot tv fecero presagire un’altra trama e il pubblicò si sentì tradito. La realtà è che questa pellicola dimenticata, aveva qualcosa di buono da dire e in pochi se ne accorsero.

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