Non potendo contare sulla figura di Paperino come protagonista di una serie TV d’avventura (causa la difficoltà di comprensione delle battute del papero marinaio), gli ideatori Carl Banks, Michael Keyes, Ken Koonce e David Weimers optarono per recuperare dall’esteso albero genealogico di famiglia il personaggio di Paperon De Paperoni (Scrooge McDuck) e trasformarlo nel personaggio principale di una delle più amate serie Disney. Dopo il deludente tentativo “The Wuzzles” (1985) e il discreto successo de “I Gummi” (1985-1991), spinsero i grandi capi della Disney ad un’ultima possibilità giocandosi le carte migliori, ossia personaggi già conosciuti nei fumetti e nei corti animati. Dopo l’enorme successo del lungometraggio pilota (trasformato in vari episodi) “Il tesoro del sole d’oro” del 1987, la produzione iniziò un lungo sodalizio con i più economici studi giapponesi Shinsha di Tokyo per un totale di 100 episodi. Ad oggi Duck Tales è ancora la serie TV animata Disney più lunga di sempre.
Al termine del viaggio durato ben tre anni e mezzo, venne presentato in pompa magna il lungometraggio finale diretto da Bob Hathcock e Jean-Pierre Quenet. Zio Paperone alla ricerca della lampada perduta, uscito nell’agosto del 1990 negli USA e nel periodo pasquale dell’anno successivo nelle nostre sale, fu l’atto conclusivo di questo show. Nella versione originale gli attori che danno voce ai personaggi sono: ovviamente l’intramontabile Alan Young, Terence McGovern, il come sempre ottimo Christopher Lloyd nel ruolo di Merlock, Joan Gerber e Chuck McCann.
Le avventure dei paperi avrebbero lasciato spazio ad altre serie di successo come Cip & Ciop – Agenti speciali (1990) e Darkwing Duck (1991).
Malgrado tutto il film non si rivelò un successo ma recuperò molti soldi con il mercato home-video negli anni successivi.
Paperon de’ Paperoni, Qui, Quo, Qua e Gaia sono in viaggio a bordo di un aereo pilotato da Jet McQuack, diretti verso un sito di scavi archeologici in Medio Oriente dove gli uomini di Paperone sembrano aver scoperto il luogo in cui Collie Baba, il più grande ladro di tutti i tempi, aveva sotterrato il suo immenso tesoro, bramato dall’anziano papero per oltre quarant’anni. Dopo uno spettacolare e disastroso atterraggio e la distruzione di ciò che rimaneva di un antico tempio, Paperone scopre, con suo profondo rammarico, che il tesoro ritrovato consiste unicamente in un baule pieno di vecchi abiti, dove però Quo trova una mappa che indica proprio dove si trova il bottino.
Poco più tardi, un misterioso individuo di nome Merlock obbliga un fragile quanto opportunista ladruncolo di nome Dijon, nonché suo servitore e aiutante, a fare da guida a Paperone nella loro spedizione alla ricerca del tesoro nel deserto, per impadronirsi di una misteriosa lampada situata in mezzo all’oro di Collie Baba.
Durante il viaggio, il cammello di Jet inciampa su una roccia che si rivela la punta di un’antica piramide. Il gruppo incomincia a scavare e, una volta scoperto l’ingresso, i paperi e Dijon si introducono al suo interno. Dopo aver superato delle trappole, il gruppo raggiunge un’enorme stanza che pullula di scorpioni giganti, al centro della quale si trova un lungo pilastro, collegato all’ingresso soprelevato da un ponte di corde, sulla cui cima si trova un cesto stracolmo di tesori, il famoso bottino di Collie Baba. Proprio mentre il gruppo sta portando via l’ultimo sacco pieno di ricchezze, Merlock, che li ha seguiti sotto forma d’aquila, si manifesta, ruba il tesoro, innesca una trappola mortale e scappa insieme a Dijon. Bloccati nella piramide, i paperi riescono a fuggire, ma il tesoro oramai è perduto. L’unico oggetto rimasto al gruppo è una vecchia lampada ad olio, regalata a Gaia da Paperone, convinto che non abbia un grande valore economico. Non trovando nel tesoro la lampada, Merlock deduce che Paperone se ne sia impadronito e decide di rintracciarlo dopo aver scoperto la sua fuga dalla piramide, portando con sé il povero Dijon.
Una volta tornati a Paperopoli, Gaia, Qui, Quo e Qua strofinano casualmente la lampada, da cui esce un giovane Genio paperiforme munito di turbante che rivela capace di esprimere tre desideri per padrone. Per evitare che il Genio venga scoperto dallo zio, i nipoti lo camuffano da ragazzo, facendolo passare per un loro amico.
Giunta la sera, il Genio confida ai ragazzi che il più cattivo dei suoi padroni era un mago malvagio e senza scrupoli di nome Merlock, che aveva desiderato la vita eterna, e lo aveva costretto a compire varie nefandezze, tra cui l’inabissamento di Atlantide e l’eruzione di Pompei, e fu proprio a lui che Collie Baba rubò la lampada centinaia di anni prima. Tramite un talismano magico fonte dei suoi poteri, un medaglione con uno smeraldo verde che portava sempre con sé, poteva trasformarsi in qualunque animale, compresi quelli mitologici. Ma la cosa peggiore era che se Merlock avesse unito il suo talismano con la lampada, avrebbe potuto esprimere un numero infinito di desideri…
Non essendo per l’esattezza un lungometraggio, ma piuttosto un ibrido fra un lungo e un medio (75 minuti, classico timing dei prodotti Disney per il grande schermo), le emozioni (s)corrono veloci. Ci si trova scaraventati in pochi minuti dalle esotiche stanze medio-orientali alla ricerca del tesoro di Collie Baba ad una chiassosa Paperopoli, teatro di tutta la disavventura finale della ditta De Paperoni.
C’è tutta quanta l’energia della serie TV in questa lunga parata finale, probabilmente con qualche risata in meno e un pizzico di azione in più, viste anche le non celate somiglianze al primo capitolo di Indiana Jones: fatto sta che il risultato è assolutamente apprezzabile. È chiaro che tutta la visione è un concentrato di buoni sentimenti ma la scelta del tratto leggermente più fino di personaggi e background rispetto al piccolo schermo imprime una velocità superiore alle scene d’azione e alle goffe espressioni di tutti i protagonisti compreso il villain Merlock (Christopher Lloyd veste nuovamente i panni di un nemico dopo quelli del giudice Morton di Roger Rabbit). Ottima la colonna sonora di David Newman.
Superiore, a parer mio, il doppiaggio italiano: sono presenti tutte le voci della serie Tv a partire da Gigi Angelillo (l’unico capace di donare a paperone quel doppio timbro vocale), Carlo Reali, Gemma Dominici, Antonella Rinaldi, Raffaele Uzzi e l’allora giovane Laura Lenghi.
Questo atto finale di una delle serie Disney più amate di sempre è un piacere guardarlo e riguardarlo, magari anche con le generazioni future.
★★★★☆