Magic (1978)

Magic_0In un modo o nell’altro, Anthony Hopkins, per la nostra generazione è stato un attore sicuramente straordinario ma comunque sempre adulto se non anziano sin dai nostri ricordi più remoti: se vogliamo citare una sua grande interpretazione prima di quel benedetto premio Oscar del 1992 dopo la consacrazione del suo Hannibal Lecter, probabilmente dovremmo citare titoli come Ore disperate (1990) di Michael Cimino e The Bounty (1984) di Roger Donaldson; in pochi si ricordano che lui prese parte anche alla carriera di David Lynch nel drammatico The elephant man del 1980, figuriamoci se qualcuno se lo ricorda nel thriller Magic di Richard Attenborough.
Basato su una sceneggiatura di William Goldman del 1977, diretto adattamento al romanzo uscito l’anno prima e sempre scritto da Goldman, venne affidato alle sapienti mani del regista inglese, conosciuto a quel tempo per aver già diretto cose come Quell’ultimo ponte (1977) e che dirigerà il kolossal Gandhi nel 1982. Ovviamente noi lo ricordiamo anche come il miliardario John Hammond nel primo indimenticabile Jurassic Park.
Oltre a Hopkins nel film partecipano in ruoli fondamentali Burgess Meredith (il quale sostituì all’ultimo Lawrence Olivier nel ruolo dell’anziano agente Greene), Ann-Margret, Ed Lauter e David Odgen Stiers. Accolto positivamente dalla critica, il film si rivelò un discreto successo incassando 24 milioni di dollari a fronte di una spesa di circa 7 milioni.

Corky Wilthers (Anthony Hopkins) è un aspirante mago che ci sa fare molto poco con la magia, più che altro per un’ansia da prestazione evidente che lo porta a fare cilecca, finché non tira fuori il suo asso nella manica, il pupazzo Forca. Magic_3
Il suo agente Ben Green (Burgess Meredith, l’allenatore di Rocky), ha grandi piani per il suo pupillo – che parla col pupazzo anche quando non è in scena – ma Corky decide di scappare in una villa in campagna, rifiutando di sottoporsi a una obbligatoria visita medica per un grosso network, sorprendendo il suo primo amore Peggy Ann Snow (Ann Margret), sposata con Duke, assente proprio durante il soggiorno di Corky. Tutto scorre liscio, e Peggy, che sembra quasi più affascinata da Forca che dal suo ventriloquo, ritrova l’amore perduto dell’adolescenza, finché Ben non scopre dove si nasconde Corky…

Quasi ogni decade degli ultimi settant’anni ci riserva un film thriller/horror valido dedicato alle “killer dolls”, come il piccolo lavoro indipendente Dolls (1987) o l’episodio di “Ai confini della realtà” che anticipava alcuni determinanti dettagli visti in questo film.
Il lavoro non semplice di Hopkins nell’interpretare le due personalità sulla lunga perde qualche colpo, ma grazie alle musiche di Jerry Goldsmith (fresco premio Oscar per la famigerata “Ave Satani” de Il presagio) la tensione regge bene per tutta la seconda parte. Il contributo fondamentale di un caratterista come Meredith e Magic_2la bravura di Ann-Margret torneranno utili per chiudere una prevedibile tragedia greca.
Come accade spesso per i psycho-thriller, Magic non vuole spaventare per immagini shock ma per la sua natura credibile, un pericolo potenzialmente reale e qui il lavoro di Hopkins si fa sentire: in un arco di circa sessanta minuti, il suo Corky va in completa confusione e si sottomette al carattere dominante e spietato di Forca (Fats) fino al drammatico scontro finale. Il ritmo dosato con parsimonia è tipico degli anni settanta (non veloce) e inevitabilmente cattura lo spettatore. Magic non è un capolavoro, ma un garbato inquietante thriller.

★★★✬☆

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