Star Wars – Trilogia sequel a freddo

A casa mia non c’è un dvd de “L’ascesa di Skywalker“. C’è quello de “Il risveglio della forza“, quello de “Gli ultimi Jedi” e, manco a dirlo, ci sono altri sei capitoli. Sarebbe stata una cosa normale averlo se non fosse che rappresenta (probabilmente) il simbolo della fine di una delle più importanti favole della storia del cinema. E per fine intendo una brutta fine.
Più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto sia stato grave quel passaggio alla Disney, che con una mole titanica di denaro può ormai comprare tutto ma non il cuore dei fan. Non sono neanche un fan sfegatato di Guerre stellari – come continuo a chiamare la saga – ma cavolo ci sono cresciuto con queste storie.
Passano gli anni e tornando a quell’estate del 2015, quando venne pubblicato il primo teaser trailer di questa trilogia sequel, penso a cosa poteva provare un “ragazzo” di 50 anni che fino a quel momento aveva solamente potuto conoscere gli eventi prima dell’Impero: ora l’attenzione era tutta rivolta al futuro, a ciò che accadde dopo. Esaltante. E poi quel “Chewie, we’re home” che chiudeva lo spot aveva fatto impazzire mezzo mondo. Torna Han Solo, vediamo anche Leia e sappiamo che nel cast c’è anche Luke.

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Nel 2016, anno in cui uscirà il primo film non direttamente collegato alla dinastia Skywalker Rogue One, si venne a sapere che da una spesa di 260 milioni netti di dollari, la Disney ne riportò a casa dieci volte tanto. Ovviamente la storia, che non era affatto conclusa, avrebbe raccontato altri eventi ne “Gli ultimi Jedi” e quindi molte porte lasciate aperte dal regista J.J. Abrams sarebbero state chiuse dal regista successivo, quel Rian Johnson che tanto aveva colpito con il futuristico Looper e le rimanenti nonchè il gran finale sarebbe toccato a Colin Trevorrow, quest’ultimo reduce dal successo di Jurassic World.
La storia che avrebbe dovuto chiudere in modo glorioso la dinastia degli Skywalker si trasforma in un pasticcio di sceneggiature ricolme di lacune narrative, con molte storie secondarie che invece di trovare un proprio epilogo diventano un vicolo cieco e, mentre tutto il fandom viene distratto dalla trama principale assistendo all’assurda quanto inaspettata morte di Snooke e al patetico ritorno di Palpatine, le crepe già presenti diventano squarci.
Il fan è costretto a vedere cose fuori dalla grazia di Dio che vanno a snaturare tutto ciò che di bello possedeva la trilogia originale: l’ingannevole presenza del nome Mark Hamill nel cast principale per poi venire a sapere che appare nell’ultima scena senza neanche dire una parola; scoprire che lo stesso Luke ha un carattere completamente diverso da quello che aveva un tempo; che episodio VII non è un intelligente remake del IV bensì una vigliacca emulazione; che il nuovo villain Snooke viene goffamente ucciso dal suo allievo durante uno dei suoi enigmatici momenti di lucidità; che permettono di dire “nonno” a Dart Vader; che il retaggio di Rey cade nell’anonimato quando poteva essere una sottotrama davvero interessante; che al festino finale spunta uno scontatissimo Lando Calrissian a ottant’anni; che il montaggio di episodio IX fa parte di uno scherzo di cattivo gusto, anzi no è tutto vero; che la spada di Luke è inspiegabilmente dentro a una scatola di legno in un magazzino di un bar mal frequentato; che Captain Phasma non ha mai avuto un barlume di personalità ed esce di scena quasi nell’anonimato; che forse Rian Johnson aveva un’idea interessante, un modo personale di interpretare la saga ma forse anche no; che la resurrezione di Palpatine non solo è la più squallida opzione scelta dai vertici e Abrams, ma che vanifica il leggendario sacrificio di Anakin per porre fine all’Impero.

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Tornare con il pensiero ai titoli di coda di quell’ultimo episodio nel Natale del 2019 è uno sforzo mentale notevole, perchè è triste dover pensare che la Disney con Kathleen Kennedy al comando non è riuscita a partorire una storia originale, e oltretutto andando a ripescare dal baule dei ricordi cose che dovevano invece essere lasciate lì dov’erano.
Non ho personalmente giudicato male i film separati: in fin dei conti se sganciati dal filo conduttore hanno anche vari punti di forza, fra cui delle ottime sequenze di combattimento e suggestive scenografie, specialmente ne “Gli ultimi Jedi”. Il problema insormontabile è l’opera tutta. È una mastodontica presa in giro, anche per i fan che avevano tanto criticato la trilogia prequel, anche per quelli più morbidi con i giudizi.
I danni causati da questo trittico di pellicole hanno avuto ripercussioni su molti fan della galassia lontana lontana, al punto che i due spin-off e le numerose serie televisive uscite in seguito (alcune delle quali di pregevole fattura) non hanno ricucito completamente quegli squarci sopra citati perchè la delusione è stata davvero grande. Tra queste serie vanno certamente ricordate le due più iconiche lanciate fino ad ora, The Mandalorian e soprattutto Obi Wan Kenobi che ha diviso la critica e non ha comunque convinto a pieno.
Magari fra qualche anno, quando usciranno i nuovi film, nutriremo un pò più d’affetto per questa trilogia così mal concepita e realizzata peggio: per ora non facciamo altro che pensare a quanto di sbagliato ci fosse in ognuno degli episodi di cui è composta.

3 thoughts on “Star Wars – Trilogia sequel a freddo

  1. mi ricordo che sono andato a vedere tutti i film al cinema, o forse il 3 in streaming perke i primi due erano monnezza
    più che altro trovo allucinante che dopo nemmeno 5 anni io non mi ricordi nulla

    di questa trilogia ho rimasta solo la gif del pinguino alieno e puccioso <3

    1. Per me nessun film è da buttare, è la trilogia nella sua intergitá che è una monnezza. È stata concepita male e realizzata peggio, ma nel complesso non negli episodi

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