Predator 2 (1990)

Predator2_2Stephen Hopkins e Danny Glover, destini che si incrociano sotto il mantello del potentissimo produttore Joel Silver (Arma Letale, Die Hard): il primo, Hopkins, veniva dal mediocre successo del gotico Nightmare 5 – Il mito (1989), il secondo è reduce dall’adrenalinico seguito di Lethal Weapon sempre al fianco del sex symbol Mel Gibson. Per il primo è un’occasione praticamente irrinunciabile, un crocevia di una carriera che non farà mai fuochi d’artificio ma che comunque lascerà un segno, per il secondo è un banco di prova per testare il suo testosterone senza un Martin Riggs di mezzo.
Paga “mamma” 20th Fox e l’opera si chiama Predator 2, uscito nel 1990, ambientato in una Los Angeles del 1997 zeppa di forti connotati degradanti e una confusione che regna sovrana. In questo nuovo tipo di giungla ecco che si riaffaccia al pubblico il predatore che tanto era piaciuto al pubblico nel 1987, quando un fangoso Arnold Schwarzenegger era riuscito in extremis a mettere fine ad una battaglia per la sopravvivenza in un quasi inclassificabile film estivo che portò tanti soldi nelle case del signor Silver e del signor Gordon.
Uscito nell’estate del 1990 ottenne un buon successo pur se molto lontano da quello del suo predecessore. I fan del franchise dovranno attendere ben quattordici anni prima di rivedere il Predator in azione, nel crossover con Alien diretto da Paul W.S. Anderson.Predator2_5
Al fianco di un fisicatissimo Danny Glover troviamo Gary Busey, Bill Paxton, Maria Conchita Alonso, Ruben Blades e Robert Davi.

In un ipotetico futuro la città è devastata da continue lotte tra forze dell’ordine e bande di narcotrafficanti, sempre più potenti e in numero maggiore rispetto alla polizia, che causano violente sparatorie per le strade.
Mike Harrigan, durissimo ma onesto tenente di polizia dai metodi poco ortodossi, decide di prendere in mano la situazione, intervenendo in una di queste sparatorie contro degli spacciatori colombiani. Nel frattempo qualcosa sta osservando tutto dai tetti e irrompe in un edificio nel quale si è radunato un gruppo di delinquenti. Entrati nel palazzo, Mike e i suoi colleghi e amici Danny Archuleta e Leona Cantrell scoprono che gli uomini della gang sono stati tutti uccisi brutalmente e che uno di questi è stato appeso al soffitto. L’unico sopravvissuto della gang, il boss El Scorpio, in preda al terrore, viene poi ucciso da Harrigan sul tetto dell’edificio. Il poliziotto, redarguito dal capitano Heinmann per aver compiuto insubordinazione, se la dovrà vedere anche con l’intervento di un ambiguo agente del governo, Peter Keyes, che sembra stare indagando su un’ondata di feroci uccisioni che stanno colpendo alcuni pericolosi signori del crimine della città.
Inizialmente questi omicidi vengono presi per feroci rituali voodoo, perpetrati dai gangster giamaicani nella lotta contro il cartello colombiano per il predominio nello spaccio della droga. Infatti un gruppo di uomini, durante uno di questi rituali, vengono massacrati e scorticati vivi, per poi essere appesi al soffitto. Predator2_4Ma alcuni inquietanti indizi, uniti alla segretezza con cui gli uomini dell’Agenzia Anti-Droga (DEA) lavorano sul caso, conducono Mike Harrigan a intuire che c’è sotto qualcosa di più di una guerra tra bande. Danny, recatosi su ordine di Harrigan nel luogo in cui si è compiuto l’ultimo massacro, viene sorpreso dal misterioso essere che ha decimato le due gang e ucciso. Del tutto ostracizzato dai suoi superiori – che gli impediscono in tutti i modi di interferire con il lavoro dei federali – e carico di rabbia per la morte dell’amico, Harrigan cerca, senza fortuna, aiuto dall’unica persona che possa comprenderlo, il boss della gang giamaicana King Willie, il quale ha perso molti dei suoi uomini, ed ha intuito che dietro tutte quelle morti c’è di mezzo qualcosa di non umano. Pochi minuti dopo il loro incontro, il malvivente verrà a sua volta decapitato dall’alieno, che conserva poi il suo teschio in una galleria.
La sera seguente Leona e il giovane agente Jerry Lambert si ritrovano coinvolti in una sparatoria tra delinquenti e civili in un vagone della metropolitana, il quale viene invaso dall’alieno, che compie un’altra ecatombe…

Sconosciuto per molti, Predator 2 ha un’anima nobile e rispettosa nei confronti del primo film diretto da McTiernan. I difetti ci sono ma c’è anche tanto cuore, considerando che se Danny Glover ha un compito non semplice di interpretare un granitico tenente dal carattere nevrotico ma con tanti buoni propositi, il cast che lo circonda non ha il suo spessore semplicemente perchè non viene dato troppo spazio alla caratterizzazione dei personaggi (Bill Paxton in primis). Predator2_6L’inserimento del Voodoo in questa storia fa un pò da specchio della realtà per i movimenti realmente esistiti (ed esistenti) in quella Los Angeles di fine anni ottanta, caotica e disorganizzata, strapiena di culture e sottoculture e soprattutto in ginocchio per ciò che riguarda il narcotraffico.
Ovviamente è un pretesto scenografico per inserire il fattore surreale come può essere un Predator o qualsiasi altra entità aliena in una città che non ha freni. Lo sfondo quindi funziona bene.
Predator 2 ha il difetto di essere un seguito perchè da un punto di vista dell’intrattenimento fa il suo lavoro di finto B-Movie a tinte gore e gode di una tensione palpabile quasi alla pari del primo film e, se vogliamo dirla tutta, trova anche il tempo di aggiungere un’indagine all’interno di un’altra che porterà depistaggi e sorprese fino al futuristico scontro finale.
Mike Harrigan è un personaggio che non ha un passato da cancellare, immancabile voce sui curricula degli eroi hollywoodiani, ma è il tipico volto senza macchia che va un pò troppo oltre e, talvolta rischia di cadere nel ridicolo. Probabilmente l’assenza di una vera spalla a Glover è pesata e non ha saputo gestire in modo perfetto il suo personaggio, ma non è un errore da matita blu.
Gli effetti visivi restano piuttosto buoni anche se in alcune scene si ha l’impressione che il montaggio finale si sia prostrato alla lama tagliente del vero Predator, la censura. Alcune sequenze non ci regalano momenti drammatici come il taglio netto di un braccio del povero Carl Weathers o l’inquietante fine dell’eroico Billy di Sonny Landham. Molti dei personaggi comprimari fanno una brutta fine e basta. Qui, in questo caso, Predator 2 perde la sfida con il primo film.Predator2_3
Resta comunque un gradevole film di intrattenimento che mostra anche alcune sequenze degne di nota, come il ritrovamento di alcuni membri di King Willie scuoiati e appesi in un appartamento chiccoso e le nuove armi utilizzate dal killer alieno. Davvero notevole la scenografia durante la scena finale.

★★★☆☆

EXTRA – Leggete anche l’ottima recensione fatta da Sam Simon cliccando qui

3 thoughts on “Predator 2 (1990)

  1. Ottima recensione! Sono d’accordo con te, è un film con parecchi difetti, che avrebbe potuto essere migliore, ma che alla fine porta a casa il risultato perché fatto col cuore e si vede. Ci sono tante belle scene, Glover dà il 110%… e poi per me Bill Paxton nel cast vale da solo una stellina! :–)

    Grazie per il link!

  2. Per me CAPOLAVORO ASSOLUTO che nulla ha da invidiare al già sublime primo capitolo. Predator 2 è un film marcio, brutale, scorretto e soprattutto scatenato, veramente non c’è un attimo di tregua, Predator qui è veramente una macchina omicida inarrestabile, la scena del massacro in metropolitana è da Oscar. Danny Glover è perfetto nei panni del rozzo ma coraggioso protagonista. Negli anni il film è stato finalmente rivalutato perché alla sua uscita venne un po ingiustamente snobbato, per quanto mi riguarda lo adoro, tra i miei film preferiti e se penso che oggi pubblico e critica considerano il recente Prey un capolavoro tanto da definirlo il migliore capitolo dopo il primo, veramente mi prende male, sia chiaro Prey non è male e mi ha divertito ma è comunque tra i meno riusciti della saga, colpa soprattutto di questo imperante e invasivo politically correct che oggi sta veramente rovinando ogni cosa, forse se Prey fosse stato fatto 10 anni fa , quando il mondo era più normale, allora forse poteva davvero essere un capolavoro.

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