Il gioiello del Nilo (1985)

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Quando Robert Zemeckis si stava asciugando la fronte per l’ansia di poter vedere naufragare la sua carriera da regista e invece salvata in extremis dal piccolo gioiello (hahahah) All’inseguimento della pietra verde del 1984, Lewis Teague, che all’epoca aveva diretto robe come Alligator (1980) e Cujo (1983), venne ingaggiato dalla 20th Century Fox e dal produttore Michael Douglas per dirigerne il seguito. Sì perche il buon Bob stava già lavorando alacremente al film che lo consacrerà definitivamente e la sedia da regista era vacante.
Teague aveva un arduo compito: gli incassi di Romancing the Stone (il titolo orginale della prima pellicola) furono assai importanti – 115 milioni contro un budget di 10 – e le aspettative di Michael Douglas erano chiaramente alte.
Nel cast, come giusto che fosse, si ricrea il trio che ha reso celebre il film di Zemeckis: Douglas, Turner, De Vito, ci mancherebbe altro.
Budget più alto e successo inferiore porteranno la produzione a cambiare poi rotta su qualcosa di differente, il primo passo per il successo del mitico La guerra dei Roses (1988) diretto proprio da Danny De Vito.

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Sei mesi dopo le avventure del primo film, Jack T. Colton e Joan Wilder vivono assieme un’apparente vita felice su una barca. In realtà Jack rimpiange di aver lasciato la sua vita avventurosa e Joan ha ormai perso l’ispirazione, non vivendo più fantastiche avventure, e sta avendo difficoltà a scrivere il suo prossimo romanzo. Tutto cambia quando Joan incontra Omar, sovrano di Kadir, una fittizia nazione del Medio Oriente. Omar offre a Joan la possibilità di vivere come una regina nel suo palazzo mentre scrive le numerose gesta della sua vita. Nel frattempo Jack si imbatte in Ralph, scappato di prigione con il solo scopo di ucciderlo per vendicarsi di averlo abbandonato in Colombia. Improvvisamente la lite viene interrotta dall’esplosione della barca di Jack. Un presunto terrorista che ha tentato di uccidere Omar li convince a trovare il Gioiello del Nilo (il più grande tesoro mediorientale) e salvare Joan dal perfido sovrano; i due si impegnano a collaborare per raggiungere il regno Kadir.
Durante il soggiorno nel suo palazzo, anche Joan scopre che Omar è un dittatore brutale. Viene quindi imprigionata dall’uomo finché non accetterà di finire l’articolo che lo avrebbe reso un sovrano illuminato in grado di unire il mondo arabo…

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Partiamo col dire che la prima enorme defezione del film è stata causata da una tragedia automobilistica in cui morì la sceneggiatrice del delizioso primo film, la compianta Diane Thomas. Il gioiello del Nilo cerca in ogni modo di nascondere l’assenza della penna che lo avrebbe sicuramente reso migliore di quanto lo sia, ma non ci riesce. È una storia in cui specialmente nei dialoghi soffre la mancanza della creatrice, e il tentativo di sovrapporre determinati avvenimenti con una subdola mossa da copia-incolla non fa altro che innervosire lo spettatore giustamente esigente. Il gioiello dl Nilo è il classico seguito che delude le aspettative, fiacco e privo di quella magia che ha reso celebre il film di Zemeckis, dove ogni mossa emozionale sa di studiato a tavolino anche se l’affiatamento fra Michael Douglas e Kathlee Turner funziona ancora bene, motivo per il quale assieme al loro amico Danny De Vito sugelleranno la loro collaborazione nel loro film più divertente tre anni dopo.
In un certo senso anche il comparto tecnico sembra lavorare più con la mano sul portafoglio anzichè sul cuore: Jan De Bont, che con Douglas lavorerà poi al prezioso Linea Mortale (1990) regalandoci una fotografia eccellente, quì sembra fare il suo lavoro senza aggiungere altro, senza un tocco di originalità…cito la fotografia perchè mi rimase piuttosto impressa la differenza con il primo film.

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Ora, che sia tutto da buttare, giammai. Il film è godibile e si nota che si sta parlando di una produzione importante, non di un seguito finanziato da una casa indipendente, ma tutto sembra fatto perchè andava fatto. Fosse stata in vita la Thomas, avremmo fra gli scaffali il cofanetto di una trilogia che invece non ci sarà mai.

★★★☆☆

5 thoughts on “Il gioiello del Nilo (1985)

  1. Eh si, parecchio inferiore al primo, il mio giudizio è probabilmente più negativo del tuo, quando l’ho rivisto di recente ho trovato molte parti alquanto imbarazzanti…

    1. Si hai ragione Sam, sono stato un po’ magnanimo con questo sequel. È parecchio inferiore al primo come dici tu, però non è un disastro tipo Benvenuti al Nord nei confronti di Benvenuti al Sud

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