Platoon (1986)

Platoon_0Se c’è un manifesto (o locandina come si chiamavano una volta) che può vantarsi di essere il film dell’anno 1987 è quella fotografia che immortala Willem Dafoe in ginocchio destinato a morte certa al centro del poster di Platoon, film scritto, sceneggiato e diretto da Oliver Stone, che orami da qualche tempo non lavora più come faceva una volta. Classe 1946, triplo premio Oscar, aveva raggiunto il suo apice proprio in quell’anno, il 1987, l’anno in cui il suo Platoon si portò a casa quattro statuette ed era prossimo alla release di Wall Street, altro tassello della sua onorata carriera. Per JFK ci sarà ancora tempo.
Arruolatosi nell’esercito e avendo combattuto nel Vietnam dal 1966 al 1971, le scorie della ferita bellica più oscura degli Stati Uniti lo hanno portato a rivangare spesso in quel quinquennio dove rimase ferito due volte e per cui ricevette diverse onorificenze. Il suo tributo a quella sanguinosissima guerra venne portato sullo schermo nel 1986 in cui il folto cast si unì al regista per proseguire la denuncia di quanto accaduto a Saigon e non solo. Charlie Sheen, Willem Dafoe, Tom Berenger, Kevin Dillon, John C. McGinley, Johnny Depp, Keith David, Forest Whitaker, Tony Todd solo per citare i principali volti di questa infangata storia targata Orion Pictures che fruttò bei soldoni – al budget di 6 milioni di dollari, i botteghini risposero con un complessivo di 138, non serve aggiungere altro.

Chris Taylor, un giovane americano, parte volontario per la guerra del Vietnam per motivi ideologici: non trova infatti giusto che tocchi sempre ai ragazzi appartenenti alle classi disagiate e alle minoranze etniche rischiare la vita per la patria. Assegnato ad un plotone pittoresco per varietà di composizione e disumanizzato dall’esperienza brutale della guerra nella giungla, in breve tempo Chris viene iniziato alle esigenze di quella vita violenta, incluso l’uso della droga per difendersi dalla nostalgia ed esorcizzare la paura. Il giovane e inesperto tenente Wolfe comanda il gruppo, ma i due veri leader sono il sergente maggiore Robert “Bob” Barnes, cinico e spietato, e il più umano sergente Elias Grodin, ormai in Vietnam da tre anni. Platoon_2
Durante una ricognizione nella giungla, Barnes scopre un villaggio e decide di aggredirne gli abitanti e distruggere le abitazioni, come ritorsione per l’uccisione di alcuni compagni di plotone da parte dei vietcong. Ritiene che le persone del luogo diano rifugio e sostegno ai nemici, interroga quindi in modo brutale il capovillaggio, uccidendone la moglie e minacciando di sparare alla figlia ancora bambina. La strage viene interrotta da Grodin, che aggredisce Barnes e gli promette un rapporto ai superiori sulle atrocità da lui commesse. Il plotone a questo punto si divide in due fazioni, tra chi si schiera con Barnes e chi invece sostiene Grodin. Colpito dagli orrori a cui ha assistito, Chris prova ammirazione per il coraggio e la rettitudine di Grodin, diventando suo amico.
Il plotone si rimette in marcia per un’azione contro un bunker dei vietcong, sotto una pioggia torrenziale. Per un errore del tenente Wolfe, che dà coordinate sbagliate via radio, il plotone viene falcidiato dall’artiglieria amica. Mentre Chris porta in salvo i feriti…

Platoon non racconta semplicemente una delle innumerevoli storie riguardanti la pagina più cupa della storia recente degli Stati Uniti, ma indaga sull’animo umano e le azioni che portano il soldato a compiere gesti straordinari sia in positivo che in negativo. Platoon_3Barnes (un enorme Berenger) e Dafoe (indimenticabile ruolo di un attore capace di interpretare chiunque) rappresentano le due facce della stessa medaglia, dove Sheen è inizialmente testimone di ciò che una stupida guerra (come tutte del resto) può trasmettere nel comune essere umano e quali possono essere le conseguenze, una su tutte la separazione del gruppo, tipica situazione in cui il pericolo non viene combattuto dal gruppo unito ma determina una insanabile spaccatura. La droga, suppellettile per trasformare la propria visione delle cose, è una tenda che impedisce di far vedere le cose così per come sono e privatizza le atrocità private dagli occhi dei più. La mancanza quasi totale del nemico (che però è sempre presente) aiuta a comprendere quali fossero le intenzioni del regista, ossia di rappresentare la tragedia nella tragedia, dove il soldato semplice è sì parte della guerra stessa ma anche inadatto a certe dinamiche di cameratismo e di azione. Redenzione e colpevolizzazione sono solo conseguenze logiche di una battaglia che si tiene dentro ognuno di noi, la scelta del bene e del male deve prima superare la prova della sopravvivenza.Platoon_4
Più commestibile di Apocalypse Now (in cui l’attore principale è proprio Martin Sheen, papà di Charlie) ma più crudo nelle sue sequenze, è un lavoro capillare che si nutre di una crescente tensione spinta con grande sagacia da una fotografia votata al contrasto fra background e primi piani, da una scenografia sontuosa, da un ottimo lavoro di squadra. Aprirà la strada a molti altri capolavori che si sono intervallati in quella seconda metà degli anni ottanta, un momento in cui riflettere ulteriormente su quanto conclusosi quindici anni prima: Vittime di guerra (1989), Nato il quattro luglio (1989), Full metal Jacket (1987), Hamburger Hill (1987), Good morning vietnam (1987).

★★★★☆

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