Per Dan Aykroyd il 1987 è un anno da cerchiare in rosso. Oltre a scrivere numerosi soggetti, cosa che è sempre andata a braccetto con la sua dote principale di comico, ci sono numerose pellicole da completare: Lo strizzacervelli con Walter Matthau, Non è stata una vacanza…è stata una guerra con John Candy, Caddyshack II insieme a Chevy Chase e Randy Quaid e ovviamente Mia moglie è un alieno accanto a Kim Basinger. C’è giusto il tempo per godersi al cinema il suo Dragnet uscito in Italia con il titolo La retata in cui si riaffermano le capacità attoriali del giovane Tom Hanks, dopo i successi di Splash (1983) e Niente in comune (1986) accanto al buon Jackie Gleason. Alla regia l’esordiente Tom Mankiewicz che non era però uno sconosciuto avendo lavorato per anni come sceneggiatore si dai tempi di Una cascata di diamanti.
La retata non fu un gigantesco successo ma portò a casa la pagnotta: 66 milioni di dollari contro i 20 della spesa iniziale.
Inevitabilmente una commedia rimasta nella memoria di pochi a causa di un genere strizzato fino al midollo in quel decennio che di risate ce ne ha fatte fare proprio tante, vede la partecipazione di un distinto cattivone come Christopher Plummer, della bellissima Alexandra Paul pre Baywatch, Harry Morgan, Jack O’Halloran e Dabney Coleman.
Al nipote e omonimo del sergente della polizia di Los Angeles Joe Friday, le cui opinioni anacronistiche riflettono quelle del suo defunto zio, viene involontariamente assegnato un nuovo partner arrogante e furbo, Pep Streebek. I loro stili contrastanti all’inizio si scontrano, con Friday che disapprova l’atteggiamento, l’acconciatura e il guardaroba di Streebek. Tuttavia, iniziano a legare mentre indagano su una serie di bizzarri furti. Uno degli oggetti rubati è l’intera tiratura di Bait, una rivista pornografica pubblicata da Jerry Caesar. Il reverendo Jonathan Whirley ha condotto una crociata morale contro gli affari di Caesar.
Il percorso porta Friday e Streebek a un culto che si fa chiamare PAGAN (People Against Goodness and Normalcy), e si concentrano sul membro Emil Muzz, che lavora anche come autista di limousine di Caesar. Sotto interrogatorio, Muzz rivela l’ora e il luogo di una cerimonia segreta. Friday e Streebek si intrufolano, travestiti da membri, e assistono a un leader mascherato che usa molti degli oggetti rubati in un rituale che porta al sacrificio di una vergine.
Il leader getta la vittima, Connie Swail (indicata come “la vergine Connie Swail”), in una fossa d’acqua con un’anaconda. Friday e Streebek interrompono il rituale, salvando Connie e sottomettendo il serpente, e riferiscono l’incidente al loro capo, il capitano Bill Gannon. Tuttavia, quando Gannon e il commissario di polizia Jane Kirkpatrick (che si candida a sindaco) visitano il sito con loro il giorno successivo, non è possibile trovare alcuna prova del rituale. Kirkpatrick rimuove Friday e Streebek dal caso…
Probabilmente non tutti saranno d’accordo con me ma questa è una delle migliori performance di Dan Aykroyd dai tempi di Blues Brothers e il comico è spalleggiato da uno strepitoso Tom Hanks, una chimica micidiale che ha fornito una delle più improbabili e divertenti accoppiate da “buddy cop” della storia, una versione più slapstick e demenziale dell’altrettanto famosa coppia Gibson/Glover nella celebre serie Arma letale.
Il contrasto fra il militaresco Friday e il casinista Streebek funziona sin dal principio, i tempi di reazione facciale imparati sotto i riflettori del Saturday Night Live (che ha fatto da maestro ad entrambi gli attori) non si dimenticano e le gag sono davvero svariate.
Tuttavia se Dragnet non è un titolo che in molti ricordano il motivo c’è: a causa di una palese difficoltà nella distribuzione degli elementi narrativi, ci si trova davanti ad una visione in cui si ride maledettamente per un’ora, ci si diverte per una mezz’ora e poi il tutto va in vacca con un finale piuttosto discutibile in cui si ha la sensazione che il regista non sapeva bene come portare a termine una storia abbastanza semplice da raccontare: d’altra parte la scarsa esperienza di Mankiewicz alla regia dimostra come non è mai semplice trasporre toni comici dalla carta alle riprese. Ci sta.
Tutto ciò che ruota attorno alla coppia protagonista non deve sforzarsi più di tanto, basta accompagnare la folle storia che mette in risalto l’ennesimo caso di setta pagana nella dispersiva Los Angeles multirazziale di metà anni ottanta che vive di culture tanto differenti quanto assurde. In questa dimensione gli sceneggiatori Aykroyd, Mankiewicz e il collega Alan Zweibel ci sguazzano a meraviglia.
Il duo Tom Hanks/Dan Aykroyd curiosamente non si ripresenterà in un sequel (ad avercene), tantomeno in un’altra pellicola. Una meteora che ci ha deliziato con una commedia troppo sottovalutata e che andrebbe riscoperta.
★★★✬☆
Una commedia leggera che non vedo da molto, ma ricordo di averla apprezzata. Vedevo sporadicamente anche la serie degli anni ’60, dalla quale mi sembra ci fosse anche uno dei due protagonisti in questo film.
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Ma diciamo che la serie era abbastanza differente, motivo che isola inevitabilmente la pellicola di Mankievicz. Il mood di Jack Webb era decisamente più serio…😉
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