Il primitivo racconto di Within the woods del 1978 messo su in pochissimo tempo dall’allora acerbo Samuel Raimi e il suo gruppo di amici fra i quali l’eterno ragazzo Bruce Campbell è riuscito, in tutta la sua povertà tecnica, ad attraversare le decadi grazie al suo pesudo-remake La casa (1981) e i vari serguiti e remake, alla sua smaliziata energia, alla sua idea così semplice ma assimiliabile da tutti.
In questi giorni al cinema esce il violentissimo Evil dead rise di Lee Cronin, prequel de La casa con al suo epicentro il simbolico tanto amato Necronomicon, il malefico libro/MacGuffin dei morti che unirà tutta la saga. Fatto sta che sono ben trent’anni che il buon Sam Raimi non diriga un film sulla storia che lo ha reso celebre (eccezion fatta per un episodio della serie Ash vs Evil dead del 2015) e in questo articolo andiamo a riscoprire l’ultima avventura con la sua firma.
Army of darkness (in italiano L’armata delle tenebre) è il seguito diretto de La casa 2 (1987) che non è propriamente un seguito del primo film , bensì una sorta di remake dove il personaggio di Ash interpretato da Campbell è ignaro di quanto gli capiterà e non c’è nessun collegamento ai fatti del primo film dove lui era in compagnia di alcuni amici e qui invece è accompagnato solamente dalla sua ragazza.
Dove La casa 2 termina L’armata delle tenebre inizia (successivamente intitolato Evil dead 3: Army of darkness) e alla fine della sua corsa nelle sale di tutto il mondo – un periodo che va dal 9 ottobre del 1992 fino al 9 giugno 1994 per le sale ungheresi – incassò 21,5 milioni di dollari contro un budget di 11, sostanzialmente poca roba, ma grazie alle tante re-release e al mercato home video divenne un successo in tutto il mondo…era solo una questione di tempo.
Dopo un breve riassunto del capitolo precedente, il film segue Ash Williams, spedito indietro nel tempo nel XIV secolo dopo avere aperto un portale per respingere le forze del male. Appena precipitato nel passato, assieme alla sua automobile, Ash viene catturato dai cavalieri di Lord Arthur, il feudatario del luogo; i soldati lo credono una spia del nemico, Enrico il Rosso, un altro feudatario in guerra con Lord Arthur, che è stato catturato con alcuni dei suoi uomini.
Le armi di Ash, il suo fucile e la sua motosega, vengono confiscate e lui è condotto in catene, assieme agli altri prigionieri, al castello di Lord Arthur, e subisce il disprezzo e le sassate della gente, compresa Sheila, la sorella di uno dei cavalieri morti in battaglia contro Enrico. Lì, dopo che Lord Arthur giustizia un prigioniero che tentava la fuga, gli abitanti decidono di giustiziare Ash, gettandolo in un pozzo; lì sotto, Ash scopre che è infestato da un mostruoso posseduto, con cui inizia una furiosa colluttazione. Il mago di corte, però, decide di aiutarlo, gettandogli la motosega, così Ash riesce a salvarsi facendo a pezzi il mostro. Dopo essersi arrampicato e fuoriuscito dal pozzo, assume il controllo della situazione, colpendo Lord Arthur con un pugno, spaventando i paesani col suo fucile, che chiama “bastone di tuono” e ordinando di liberare Enrico il Rosso e i suoi uomini.
Ash viene identificato dal mago come l’uomo che, secondo un’antica profezia, avrebbe ritrovato il Necronomicon e debellato le forze del male; da quel momento, viene ripulito, servito e venerato come un eroe. Secondo il mago, l’unico modo con il quale egli può tornare nel presente è ritrovare il “Necronomicon ex Mortis”; Ash è riluttante all’idea, ma accetta di partecipare alla ricerca del libro dopo aver salvato un fabbro dall’attacco di una strega; con l’aiuto di quest’ultimo, utilizzando il guanto di un’armatura, Ash fabbrica una protesi meccanica completamente funzionante come mano per il braccio destro. Poco prima di partire, inizia una relazione amorosa con Sheila…
L’armata delle tenebre non è propriamente un horror, piuttosto andrebbe catalogato come un dark fantasy dalle tinte grottesche che può vantare una buona varietà di effetti visivi e di una regia fortemente dinamica, un vero e proprio upgrade delle tecniche usate da Raimi nelle due precedenti pellicole. La pellicola Darkman (1990) aveva fatto un pò da laboratorio per alcune scelte riconfermate dal regista che si diverte a costruire collage sbattendo da una parte all’altra il povero Ash come una pallina di un flipper. Oltre ad essere un palcoscenico di citazioni come Ultimatum alla terra (la mitica frase magica Klaatu verata niktu) e i Viaggi di Gulliver (il combattimento con le versioni mini di se stesso), Army of darkness è un mix avventuresco che strizza l’occhio alle atmosfere dark di Mad Max e la goliardia delle sequenze di Indiana Jones, il tutto rivisto con le folli corse angolate della cinepresa, firma inimitabile di Raimi.
Immancabile il tributo alla rovinatissima Oldsmobile Delta, macchina del 1973 appartenuta al regista, vettura presente in quasi tutte le pellicole del regista un pò come avviene per Ted Raimi, fratello minore del regista.
Se il primo film era un tripudio di paura, ansia e sangue e il secondo prendeva una strada un pò più ironica senza temere di mostrare il suo lato più splatter, il terzo atto della saga di Evil dead prende una tangente completamente differente diventando il più estremo in termini narrativi e farseschi e il meno estremo per il suo distacco dall’horror più sfacciato. I momenti di tensione sono quindi azzerati e sostituiti da sequenze slapstick assolutamente deliziose (finale al supermercato). Irriverente e smaliziato, rappresenta un primo punto di arrivo del futuro regista del primo Spider Man e dà il via libera a prodotti più personali come Pronti a morire (1995) e Soldi sporchi (1998).
A trent’anni di distanza è ancora una Bibbia del pulp e della farsa violenta fine a se stessa, precursore della cinematografia weird di Robert Rodriguez e dotato anche di una gustosissima Director’s cut con tanto di finale oscuro. Raimi, lontano dalle prime magie della CGI dei primissimi anni novanta ci regala ottanta minuti di quel cinema grezzo ma maledettamente coraggioso e puro, una vera spremuta d’intrattenimento che al giorno d’oggi è merce rarissima.
★★★★☆
2 risposte a "L’armata delle tenebre (1992)"