California skate (1989)

California skateChe ci si trovi in Indiana, in New Jersey o in California, quando spunta il viso del giovane Christian Slater con una capigliatura semi punk, guantini di protezione e la sua inseparabile tavola a rotelle, non c’è nostalgico che tenga. Negli anni ottanta la predilezione per gli sport estremi, mostrati con il montaggio frenetico ed una colonna sonora aggressiva modello “training montage” di Rocky IV (1985), è un tema davvero ricorrente. Lo skateboard nella seconda metà degli anni ottanta è diventato più un culto che uno sport, un pò come i walkman con i nastri di Bill Idol o dei Van Halen o come il sovrautilizzo del gel per i capelli. Ecco, California skate, diretto dall’australiano Graeme Clifford, è un suggello di quel periodo. Pochi gli attori di rilievo se non per Slater protagonista, il poliziotto Steven Bauer, Richard Herd nel ruolo del cattivo marcante d’armi e i cameo di alcuni fra i migliori skaters dell’epoca come Tony Hawk, Tommy Guerrero, Mike McGill, Rodney Mullen ed altri ancora. Il film fu decisamente un fiasco al botteghino e non ricevette critiche così positive da far gridare allo scandalo, ma ad oggi è considerato un film di culto per skaters e nostalgici come noi. Uscì nei cinema il 13 gennaio 1989. Alcuni anni prima uscì il film Thrashin’ – corsa al massacro, differente per sceneggiatura più simile a Karate Kid.

Orange County in California. Brian, un ragazzo appassionato di skateboard, passa i pomeriggi insieme alla sua banda di amici in cerca di piscine vuote per compiere pericolose evoluzioni. Il fratello di Brian, Vinh, vietnamita adottato, classico bravo ragazzo serio e studioso, lavora part-time California skate_1presso un video-shop che sostiene una associazione di volontariato per i paesi vietnamiti che lotta contro il regime comunista ed esporta cibo e medicinali. Vinh scopre che questo traffico di beni verso il Vietnam è una copertura ad un commercio di armi; viene scoperto ed ucciso, ma il tutto viene fatto passare per un suicidio. Brian, incredulo, inizia ad investigare in cerca degli assassini e li scoverà; riesce a convincere un poliziotto dell’accaduto, che aiuterà lui e suoi amici a catturare e consegnare i colpevoli alle forze dell’ordine.

Già, storia davvero banale. La sceneggiatura e la maggior parte delle interpretazioni lasciano molto a desiderare, tra questi anche Richard Herd il quale sembra davvero spinto da pochissima volontà ad indossare i panni del sig. Lawndale. Seppur il film di Clifford soffra per alcune scelte artistiche, ha un cuore pulsante pieno di vitalità dove sorprende l’interesse speso nei confronti di una disciplina che è parente del surf e rappresenta uno stile di vita. Su questa secondaria base di partenza si sviluppa una sceneggiatura che fa solo da contorno al vero obiettivo del film: mostrare la pratica dello skateboard. California skate_3Le camicie multicolor, i polsini e gli orecchini sono costumi utili come le ampie gonne e i bustini in Le relazioni pericolose, i riff di chitarra elettrica sono la musica che questi “atleti” ascoltavano quotidianamente, l’asfalto delle strade di Orange County il palcoscenico per le spettacolari esibizioni. Senza l’omicidio e la storia del traffico d’armi sarebbe stato un docufilm su questo sport di strada, ma a nessuno sarebbe importato nulla. Allora ecco il giovane Slater, icona per i teenagers del quinquennio 88-92 pronto a mettersi in gioco per ballare su una tavola a rotelle come fece Kevin Bacon in Footloose nell’83. Gustoso lo score creato da Jay Ferguson. Nostalgico sì e tanto, ma destinato ad una cerchia ancora più ristretta di appassionati.

★★★☆☆

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