La Casa al n.13 in Horror Street (1988)

 

casa-13_locNella distribuzione italiana, assieme ai titoli Sola…in quella Casa (1988) e La Casa delle anime perdute (1991), è il terzo titolo con l’ormai famosissima “C” a falcetto, utilizzata sia per il primo capitolo di Evil Dead e poi con la saga House (Chi è sepolto in quella casa? e La casa di Helen). Il film, titolo originale Dream demon, è un patinatissimo horror in stile Lucio Fulci ma diretto dall’americano Harley Cokliss, regista della seconda unità de L’impero colpisce ancora e apprezzato per il suo Malone (1987). Con un cast di tutto rispetto per quello che poi è effettivamente un b-movie, Cokliss lavora sfrontatamente su angolature schizzate e zoom che ricordano le tecniche utilizzate nei poliotteschi anni ’70, il tutto in una fotografia grigiastro-azzurrina, figliastra dei bei tempi di Inferno (1980) di Dario Argento. Se Cockliss ha pensato di emulare Sam Raimi, si è sbagliato di grosso; se invece ha pensato di modellare una sua creatura allora il risultato può accontentare un pubblico che non ha enormi aspettative, ma non molto altro.

Protagoniste due donne, Diana e Jenny, la prima soffre di allucinazioni le quali la stanno confondendo sulla vera identità del suo futuro marito e si è recata nella casa dove andranno ad abitare insieme una volta sposati. L’altra, Jenny, con un passato travagliato torna nella sua vecchia casa per fare luce sulla sua infanzia.

I salti continui fra realtà ed incubi depistano lo spettatore dalla trama principale, a volte annoiando, a volte divertendo: casa-13_2il problema è che per un film che strizza l’occhio a Nightmare 2 e 3 con le sue allucinanti apparizioni di mostri e quant’altro, fa la fine di un boccale di birra con dentro solo schiuma e, senza un pò di sana tensione, può tranquillamente essere lasciato perdere.
Nel cast c’è anche un giovane (e sempre bruttissimo) Timothy Spall, futuro Codaliscia di Harry Potter e la figlia d’arte Jemma Redgrave. La locandina italiana (arte pura) disegnata da Spataro fu un bieco tentativo per accaparrarsi quella fetta di pubblico che non capiva bene la differenza fra poster di casa maledetta e film non basato su casa maledetta.

★★☆☆☆

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