Rocky (1976)

rockyNel 1975 gli Stati Uniti si trovavano in una condizione politica molto particolare, con tutti i paesi che puntavano su di loro gli occhi: la guerra del Vietnam da poco terminata (e perduta), lo scandalo del Watergate e le conseguenti dimissioni di Nixon. Un periodo che sembrava molto lontano dal luglio del 1969 e da quei passi che decretarono la conquista della Luna, mentre i giovani marines credevano fermamente che quella guerra l’avrebbero vinta a mani basse. I tempi dell’oro si erano improvvisamente trasformati in quelli dell’ottone e la mancanza di un nuovo eroe in cui credere cominciava a farsi sentire.Un ragazzone di origini italiane che aveva più idee che senso della recitazione si presentò con un copione in mano alle porte della MGM davanti ai produttori Robert Chartoff e Irwin Winkler. Il copione parlava di un pugile che vivendo in condizioni molto poco agiate si ritrova a giocarsi l’occasione di una vita contro il pugile detentore del titolo dei pesi massimi. Sylvester Stallone fu il terzo nella storia del cinema a guadagnarsi una nomination all’Oscar come sceneggiatore ed attore protagonista per lo stesso film: Rocky vinse 3 premi Oscar, miglior film, miglior montaggio e miglior regia, senza contare un totale di 10 nomination di cui 4 per gli attori. Rocky aprì un vero squarcio nel buio, pieno di speranza per la gente, che aveva ritrovato finalmente il suo eroe.

rocky_3

Rocky Balboa è un pugile di 30 anni che non riesce a realizzare il sogno di salire su un vero ring e iniziare una carriera professionistica. Vive in una piccola casa mal ridotta in una periferia di Philadelphia e si guadagna da vivere con qualche incontro locale e riscuotendo soldi dai debitori di un suo amico. Grazie al suo caro amico, il burbero Paulie, convince la sorella di quest’ultimo ad uscire con lui e fra loro inizia una relazione, dapprima molto introversa ma che poi diventa effettiva. L’America si sta preparando per festeggiare il suo 200° compleanno e, il campione in carica dei pesi massimi Apollo Creed che non può sfidare il suo ufficiale concorrente poiché questi si è rotto la mano, decide di regalare ad un pugile non professionista una chance più unica che rara: un incontro nella notte di Natale e la possibilità di diventare qualcuno. Rocky, dopo una lunga conversazione con il suo ex-allenatore Mickey, il quale non crede più nelle capacità del ragazzo, riesce a convincerlo a farsi allenare e preparare l’incontro della sua vita.

Scendendo dal ring, Stallone non avrebbe mai pensato di essere riuscito in una missione che sembrava impossibile: il ragazzone dalla mascella storta con origini italiane diede inizio ad un franchise che ancora oggi (siamo nel 2017) può permettersi di andare avanti: cinque seguiti ed uno spin-off per una vita che sorpassa i 40 anni di vita. rocky_2Nella storia del cinema, le storie che raccontano fatti sportivi almeno fino ad allora, non avevano entusiasmato e si fa fatica a ricordare qualcosa di davvero buono. Rocky riuscì a rompere anche questo tabù, con un montaggio tanto drammatico quanto avvincente e con quel “Gonna fly now” e “Going the distance” scritte dal grande Bill Conti che sono ancora oggi colonne sonore modernissime (la gente ci si allena quando fa jogging o fa pesi in palestra). Rocky è un film che non fa sì che se si crede in qualcosa si può ottenere tutto, che non importa vincere una battaglia per vincere una guerra, che ognuno di noi combatte la propria esistenza su un ring, cadendo e rialzandosi, cadendo ancora e rialzandosi nuovamente perchè lo dice Mickey…Mickey non ha ancora sentito la campana.

Rocky (1976) – Rocky II (1979) – Rocky III (1982) – Rocky IV (1985) – Rocky V (1990) – Rocky Balboa (2006) – Creed: nato per combattere (2015)

★★★★☆

4 thoughts on “Rocky (1976)

  1. Pingback: Top Gun (1986)

Rispondi