Breakfast Club (1985)

Breakfast ClubConsiderato uno dei più importanti manifesti della cultura pop anni ’80, Breakfast Club è probabilmente il film più importante della carriera di John Hughes, un regista che solo dopo la sua morte, avvenuta nel 2009, è stato considerato dall’Academy come uno dei più talentuosi autori del cinema contemporaneo.
Nel film si possono riscontrare le più classiche caratteristiche del regista di Chicago e nel cast fanno parte alcuni dei volti che hanno partecipato in altri suoi film: Molly Ringwald e Anthony Michael Hall in questo caso, mentre per Emilio Estevez, Judd Nelson e Ally Sheedy l’incontro servirà a farli lavorare ancora assieme nel più malinconico St.Elmo’s Fire (1985) diretto da Joel Schumacher. Il film di Hughes venne prodotto dalla Universal Pictures, grazie ai finanziamenti di Gil Friesen in collaborazione proprio con il regista: la spesa di un solo milione di dollari servì a portare sullo schermo quello che poi si rivelò un grandissimo successo con un incasso superiore ai 50 milioni dollari e la possibilità per Hughes di lavorare ad altri suoi piccoli gioielli. L’uscita del film è datata 15 febbraio 1985.

Chicago, sabato 24 marzo 1984. Cinque studenti di una scuola superiore (Andy, Brian, John, Allison e Claire), a causa di punizioni a vario titolo sono costretti a trascorrere l’intera giornata in biblioteca. Il preside Richard Vernon, che solo a tratti li sorveglia e ne sopporta le esuberanze, assegna loro un tema: “Chi sono io?”.
I ragazzi, dapprima, sono piuttosto chiusi, ma le lunghe ore consentono loro di conoscersi e di parlarsi. Dopo le battute, le punzecchiature e gli inevitabili dibattiti, tutti e cinque, lungi dallo svolgere il compito assegnato, cominciano a esporre e confrontare i rispettivi problemi di vita. Tutti provengono da una situazione familiare difficile oppure da genitori che non li capiscono: Andy ha un padre che critica i suoi sforzi nel football, il padre di John è violento nei suoi confronti, Brian è continuamente pressato dai genitori affinché abbia sempre ottimi voti, Allison viene completamente ignorata dalla sua famiglia e Claire viene utilizzata dai genitori per i loro scopi.Breakfast Club_2
Dopo aver ballato e fumato, i ragazzi si siedono in cerchio e svelano la ragione per cui sono lì: Brian, a causa di un brutto voto, ha tentato il suicidio con una pistola, rivelatasi poi una lanciarazzi; Andy ha attaccato del nastro adesivo nei genitali di un coetaneo; John ha attivato l’allarme anti-incendio senza motivo; Claire ha marinato la scuola per andare a fare shopping mentre Allison non ha combinato niente per essere mandata in punizione, ma semplicemente era rimasta lì perché “non aveva di meglio da fare”. Alla fine giunge il momento di scrivere il tema e a Brian, vista la sua intelligenza e bravura, viene chiesto di scriverlo…

Certo che con un copione scritto in soli due giorni, mica male questo film….Breakfast Club sigilla definitivamente la carriera di Hughes che grazie alla sua ironia e il mix del non-sense con improvvisi malesseri stipula un contratto con lo spettatore: non fa ridere ne piangere, ma fa sorridere e riflettere. Il cosiddetto club, una sorta di prigione eretta tra le mura scolastiche, diventa una zona franca dove la stessa generazione, con i suoi più diversificati esempi giovanili si guarda in faccia e si pone delle domande: chi siamo noi? che ci facciamo qui? Chi sono io? Breakfast Club_4La più amara conclusione probabilmente è quella del personaggio di Brian (bravo Hall), l’unico ad avere cervello ma anche l’unico ad uscire dalla scuola senza una precisa risposta sulla sua esistenza, probabilmente proprio perchè il più piccolo di tutti. Grazie ad un coordinamento altamente strutturato Dede Allen collega tutta la sapienza di Hughes in un montaggio senza sbavature e la musica scelta da Keith Forsey fa il resto (Billy Idol, Bryan Ferry, Simple Minds, Pretenders). Non è sicuramente un capolavoro, anche perchè, in alcuni momenti si rischia lo sbadiglio e in altri sembra di vedere scene che rasentano il ridicolo, invece è il linguaggio di Hughes, molto più complesso di quello che sembra, capace di far sembrare una storia scialba un estraniante tributo alle menti brillanti ed ottuse al tempo stesso di una generazione che ci ha insegnato molto più di quanto credessimo.
Nel 2005, MTV ha conferito al film il Silver Bucket of Excellence”, ritenendo Breakfast Club il film più influente della Mtv generation. Da riscoprire almeno ogni cinque anni.

★★★★☆

 

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