L’allenatore nel pallone (1984)

allenatoreEcco uno degli esempi con cui in Italia si fa presto a scambiare una commedia comica con un prodotto molto furbo che unisce la passione dei tifosi di calcio (anzi, del bel calcio di una volta) con il cinema. Già perchè in quegli anni, circa 1983, il calcio era come sempre dominato dalla Juventus ma l’ultimo scudetto era stato vinto dalla Roma del barone Liedholm e due anni più tardi sarebbe stato vinto dal Verona: conseguenza, l’aumento dei tifosi negli stadi strapieni e, chi non poteva permetterselo, attendeva trepidante il 90°minuto di Paolo Valenti o la Domenica Sportiva. Sergio Martino, regista già completamente immerso nella commedia sexy all’italiana, supportato dalla produzione della Dania Films, si recò addirittura a Rio de Janeiro per fare una serie di riprese ad alcune partite e visitare alcune zone della città per scegliere le location. Nel cast di questo pittoresco ed italianissimo film oltre che al personaggio di Oronzo Canà interpretato da Lino Banfi vi sono anche Andrea Roncato, Gigi Sammarchi e Camillo Milli.

Oronzo Canà, allenatore di mediocre fattura, ha avuto numerose ma fallimentari panchine in serie B e, quando il Presidente Borlotti che è al comando della neo-promossa Longobarda lo ingaggia, l’allenatore sente l’odore della grande chance si una vita. Durante la fase di calcio-mercato estivo al Presidente Borlotti e i suoi collaboratori sfuggono i nomi più importanti del campionato come Maradona e Rumenigge: alla fine il nome del fuoriclasse è quello di Aristoteles, misconosciuto brasiliano di Rio. Il campionato della Longobarda parte malissimo e dopo sette partite ha totalizzato solo tre punti, rischiando già di retrocedere. Il segreto è far dimenticare la saudade al suo fuoriclasse Aristoteles e, appena il ragazzo acquista fiducia in se stesso, la squadra di Canà riesce a macinare punti…

allenatore3Il film è essenzialmente una parata dei giocatori, allenatori e giornalisti dell’epoca, ma il livello di recitazione è talmente basso da farlo risultare un circo disordinato e sconclusionato. In un certo senso sembra un parente di Febbre da Cavallo (1976), ma siamo lontanissimi dalla commedia di Steno e si cade facilmente in un trashone con battute idiote e siparietti imbarazzanti, piacevoli solo ad un pubblico amante del calcio nostalgico o della tv-trash appunto. Momento più adatto per guardarlo: dopo un pranzone domenicale in cui sono assenti eventi sportivi (rarissimo), ha delle peculiarità digestive…

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Voto TRASH – troll-2-2 troll-2-2 troll-2-2 troll-2-2

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