È quel roboante e affascinante fill di tamburi dell’overture composta da Hans Zimmer Roll Tide, tema principale di questo film di guerra, che sommamente domina tutta l’atmosfera. Allarme rosso, il cui titolo italiano è sostanzialmente una vaga scopiazzatura di Caccia a Ottobre Rosso (1990), ennesimo subdolo escamotage per richiamare più pubblico possibile, racconta una situazione estremamente rara ma non impossibile in ambito militare, specialmente se c’è da prendere una decisione delicatissima che potrebbe cambiare le sorti del mondo. Tony Scott, all’epoca reduce dal successo del tarantiniano Una vita al massimo (1993), non aveva un compito semplice: trasformare una guerra psicologica e nervosa tra due comandanti in un ambiente piccolo e claustrofobico, dando senso d’azione e coinvolgimento emotivo. Alla produzione i mastini di Hollywood Don Simpson e Jerry Bruckheimer, i quali con Scott avevano già lavorato a Top Gun (1986), Beverly Hills Cop II (1987) e Giorni di tuono (1989). Uscito nei cinema il 12 maggio 1995, a fronte di un budget di 51 milioni di dollari ne incassò 170 in tutto il mondo: Simpson, Bruckheimer e Scott, ancora una volta, crearono un film di successo.
In terra russa, un leader della parte più nazionalista del paese ha preso il possesso di una base missilistica e minaccia ripercussioni tremende se russi e americani si dovessero muovere dalle loro basi. La decisione da parte del governo statunitense è quella di far muovere la macchina da guerra più letale fin ora quel momento costruita, la USS Alabama, un sottomarino che dispone di missili nucleari, per controllare la zona del Pacifico e, in caso estremo, lanciare un attacco preventivo. Al comando del sottomarino c’è il veterano Frank Ramsey (Gene Hackman), al quale la Marina ha affiancato il Comandante Ron Hunter (Denzel Washington) come secondo. Durante il lungo tragitto che porta il sottomarino a largo della Kamchatka, i due comandanti imparano a conoscersi definendo che non concordano su alcuni principi militari. Il problema vero si verifica quando, dopo un attacco missilistico russo all’USS Alabama viene ricevuto un messaggio dal pentagono: il messaggio indica di lanciare un attacco missilistico in risposta, ma successivamente ne arriva un secondo illegibile. Ramsey e Hunter devono decidere: lanciare missili per primi o attendere un terzo messaggio che possa confermare il secondo, ossia un possibile annullamento del primo. La guerra diventa anche una questione di punti vista e di nervi.
Una missione davvero complessa per Tony Scott: ottenere un thriller sotto il fondo del mare non avendo spazi per liberare l’esplosività di un film di genere. Grazie ad una coppia strepitosa di attori come i premi Oscar Washington e Hackman, attorniati da grandi seconde linee come Matt Craven, George Dzundza, James Gandolfini, Viggo Mortensen e un cameo (non accreditato) di Jason Robards nella scena finale , Tony Scott realizza un potente film di guerra come si faceva una volta: gli uomini, i volti, i discorsi tonanti (scritti in parte da Tarantino, non accreditato anche lui) fanno la gran parte; il resto è una regia cazzutissima e una colonna sonora di Hans Zimmer (vincitrice del Grammy) che non lascia un secondo la scena, quasi obbligatoriamente, probabilmente per sopperire ad un’incombente noia che si fa più minacciosa nella parte centrale, la più sofferente di tutto il film. Peccato per alcune voci scelte per il doppiaggio italiano che non paga proprio al massimo, ma nulla da dire comunque.
Curiosità: questa storia ideata dallo sceneggiatore Michael Schaffer, suscitò numerosi dubbi sulle decisioni militari da prendere durante un’eventuale situazione simile, che dal 1996 il lancio di un missile nucleare non dipese più dal Comandante di un sottomarino da guerra, ma dal Presidente degli Stati Uniti in persona.
Il titolo originale “Crimson tide” è il nome della squadra di atletica dello stato dell’Alabama. L’urlo dell’equipaggio “Vai Alabama, per vincere!” è tradotta in italiano molto differentemente dall’originale: “Go Alabama, roll tide” che da noi sarebbe stato intraducibile.
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