2010 – l’anno del contatto (1984)

2010È possibile convincere dei produttori a finanziare il seguito di uno dei più importanti film della storia del cinema, tenendo presente che senza la partecipazione del suo geniale creatore si andrebbe incontro ad un potenziale flop ? La domanda fa riferimento ad uno dei più discussi sequel mai concepiti, che ha avuto i suoi umili natali solo 15 anni dopo il suo leggendario predecessore, l’epico 2001: odissea nello spazio. Peter Hyams, già regista del buon Capricorn One (1978) e del validissimo Atmosfera Zero (1981), ha la sola fortuna di poter prendere il romanzo originale di Arthur C. Clarke, creatore della quadrilogia dell’Odissea, e quindi storia originale, sia del primo romanzo che di questo secondo, conosciuto come 2010: Odissey Two. La produzione entrò in trattativa sia con Hyams che con il protagonista, un già famosissimo Roy Scheider nel 1983 e il film vide la sua uscita nei cinema nel periodo pre-natalizio del 1984. Nel cast troviamo anche John Lithgow, il futuro Premio Oscar Helen Mirren e Keir Dullea, che riprende dopo 16 anni il personaggio di Bowman. Con un budget di circa 30 milioni di dollari, il film di Hyams, che tanto venne criticato (e del resto se lo aspettava anche lui), incassò più di 110 milioni di dollari in tutto il mondo e, come accade spesso per i film nostalgici, è stato rivalutato soltanto con il passare del tempo.

Nove anni dopo la spedizione, fallita, dell’astronave Discovery One, il mondo è sull’orlo di una guerra nucleare. Alcuni scienziati dell’Unione Sovietica hanno rilevato che il relitto della Discovery One, per motivi sconosciuti, sta perdendo stabilità nella sua orbita attorno a Io, satellite del pianeta Giove, al quale si sta pericolosamente avvicinando, con il rischio imminente di un impatto. Viene allora organizzata una missione dell’astronave Leonov per indagare sul fallimento della missione americana, chiedendo il supporto tecnico degli Stati Uniti e dell’allora direttore del Comitato Nazionale per l’Astronautica, il dottor Heywood Floyd, nel frattempo esonerato dall’incarico e nominato rettore universitario, ottenendo il benestare dalla Casa Bianca per motivi propagandistici. 2010_3Floyd ed altri due scienziati americani vengono imbarcati con l’equipaggio sovietico in stato di ibernazione, per essere poi risvegliati all’arrivo a destinazione. Floyd, però, viene destato anticipatamente per ottenere delucidazioni su un’anomalia riscontrata nel sistema gioviano: una forma di energia sul satellite Europa, che distrugge una sonda automatica inviata ad indagare dopo che era stata individuata la presenza di clorofilla, possibile segno della presenza di vita. Superato il pianeta Giove viaggiando a cavallo della sua atmosfera per ottenere una decelerazione (non era possibile rallentare normalmente a causa della carenza di carburante), vengono ridestati gli altri due scienziati americani, i dottori Curnow e Chandra. Il primo rimette in funzione i sistemi di bordo dell’astronave Discovery, mentre il secondo riattiva computer di bordo HAL 9000 (di cui era stato il primo istruttore) e indaga sull’avaria che aveva causato la morte del precedente equipaggio. HAL era andato in avaria perché aveva ricevuto ordini contrastanti, essendogli stato richiesto di omettere e mentire sistematicamente sul reale scopo della missione, e la dissimulazione non faceva parte della sua natura. Le due astronavi giungono alla meta della precedente missione, l’indagine sul grande monolito, che si rivela ancora una volta enigmatico ed impenetrabile: un cosmonauta russo, inviato sopra al monolito ad indagare con una capsula, viene assimilato sotto forma di energia, come era accaduto a David Bowman. Il precipitare degli eventi politici sulla Terra (tra Russia e Stati Uniti è praticamente guerra aperta) costringe i due equipaggi nelle rispettive astronavi, con le comunicazioni ridotte ai soli casi di emergenza. Floyd riceve improvvisamente la visita dello spirito di David Bowman, evolutosi in una forma di vita superiore immateriale. Il visitatore – che prima parla a Floyd tramite HAL e poi, dal momento che Floyd non si convince che sia davvero lui, appare sotto sembianze alternativamente giovanili e senili – esorta le due astronavi a lasciare l’orbita gioviana entro due giorni, senza attendere la finestra di lancio prevista dopo circa un mese perché, stando alle sue parole, a breve accadrà “qualcosa di meraviglioso” che cambierà le cose. 2010_2Il monolito di Giove è infatti inspiegabilmente scomparso, e al contempo avvengono una serie di trasformazioni nell’atmosfera gioviana, eventi che persuadono i due equipaggi a collaborare per la fuga con la Leonov. Chandra, che in precedenza aveva programmato HAL per effettuare il lancio nel tempo previsto, lo riprogramma per una partenza anticipata senza spiegargliene lo scopo, sebbene l’elaboratore sia consapevole delle trasformazioni in atto e sia preoccupato perché americani dovranno abbandonare l’astronave. La Discovery fornisce la spinta alla Leonov per la velocità di fuga. Sulla superficie di Giove era stata notata un’enorme chiazza nera che si espandeva a vista d’occhio: un’osservazione da vicino rivela che si tratta di una formazione costituita da innumerevoli monoliti neri che si moltiplicano in progressione esponenziale, e che in breve tempo causano il collasso del pianeta su sé stesso, facendolo esplodere…

L’idea di poter affiancare il film di Hyams a quello di Kubrick potrebbe anche apparire ridicola, se si pensa che il primo capitolo del 1968 eè tutt’ora materia di studio nelle università, è un caposaldo dell’arte, un manifesto della magia degli effetti speciali e non solo. Eppure, il film di Hyams si comporta con una straordinaria dignità, senza mai diventare eccessivo e sviluppa una teoria (basata fra l’altro su quanto scritto sul libro di Clarke), chiudendo la sua avventura con un inno alla vitae la nascita di “qualcosa di meraviglioso”. Tornano Bowman e il tema principale del primo film e, a detta mia, risultano fondamentali per il fascino e per omaggiare Kubrick. 2010_4Il film, ovviamente, snatura l’opera del maestro nell’esagerare con i rapporti compromessi tra Unione Sovietica e USA, ma si rimette in carreggiata più e più volte, soprattutto quando riappare il personaggio di Bowman. Tornando alla guerra fredda, che all’epoca in cui il film era in produzione, era al massimo della tensione, l’elemento dei difficili rapporti politic fra i due paesi non fanno altro che invecchiare il prodotto visto che nel 1989 tutto quanto terminò a Berlino: nel film di Kubrick non c’era alcun riferimento a fatti politici dell’epoca e il 2001 era davvero un futuro ignoto. Il giudizio complessivo di questo film non può essere negativo, anzi, ma ricorda vagamente la stessa sorte toccata a “Lo squalo 2”, un film sicuramente buono ma lontano dal suo predecessore. Piccola curiosità: per gli amanti del doppiaggio non sarà sfuggita l’assenza della storica voce di Gianfranco Bellini per l’intelligenza Hal9000, qui sostituita da Renato Cortesi: questo cambio, almeno per la versione italiana, incide sfarevolmente sul giudizio complessivo dell’opera, almeno per il sottoscritto. Ottimi gli effetti speciali, migliori rispetto a quelli del primo fim (dopo 16 anni è anche ovvio), e buonissimo il lavoro del cast artistico dove spiccano Scheider e Lithgow.

★★★✬☆

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