Caccia a Ottobre Rosso (1990)

Caccia a Ottobre RossoDopo lo straordinario successo dell’action movie Trappola di Cristallo (1988), John McTiernan si mise al lavoro per la prima trasposizione cinematografica di uno dei romanzi di guerra dello scrittore Tom Clancy, il quale, come Ian Flemng, aveva creato il suo eroe: sicuramente meno dinamico di James Bond, Jack Ryan ha sfortunatamente sofferto i tanti cambi di volto, visto che il primo ad interpretarlo è stato il buon Alec Baldwin, il quale poi ha passato la palla (per altri impegni) all’ottimo Harrison Ford (Giochi di Potere e Sotto il segno del Pericolo), successivamente toccò al non brillantissimo Ben Affleck (Al vertice della tensione) e infine Chris Pine nel mediocre “Jack Ryan – l’iniziazione”. Caccia a Ottobre rosso è, e probabilmente rimarrà, il migliore di questi film che vedono Ryan protagonista: il film uscì nei cinema a marzo del 1990 riscuotendo un enorme successo (215 milioni di dollari, contro un bdget stimato di 31). Sean Connery “finto” protagonista, ma inserito sui titoli e poster (bellissimo) come primo attore per ovvia questione commerciale era in ottima compagnia. Un grande cast, tutto al maschile come nei più classici film di guerra: Scott Glenn, Sam Neill, Tim Curry, James Earl Jones, Joss Ackland, Jeffrey Jones e Stellan Skarsgard. Le riprese avvennero nei primi mesi del 1989.

La vicenda è ambientata nel 1984 in piena Guerra Fredda, principalmente nell’Oceano Atlantico settentrionale.
Il comandante sovietico Marko Ramius, chiamato “Vilnius Nastavnik” (traduzione de “Il maestro di Vilnius”) in riferimento alle sue origini lituane e alle sue funzioni di addestratore dei comandanti dei sottomarini sovietici, è al comando di un nuovo tipo di unità navale sovietica, il sottomarino nucleare della classe Typhoon Ottobre Rosso. Esso è dotato di un dispositivo di propulsione magnetoidrodinamica di nuova concezione, chiamato anche Caterpillar, che consente all’unità di muoversi silenziosamente, senza l’ausilio di eliche o altre parti in movimento. Caccia a Ottobre Rosso_2L’Ottobre Rosso viene fatto salpare con lo scopo di verificare l’efficienza del nuovo metodo di propulsione. Tutto l’equipaggio è convinto di dover portare a termine tale obiettivo ma in realtà il Comandante Ramius, insieme a un gruppo di ufficiali, è segretamente in rotta verso le coste degli Stati Uniti d’America, con lo scopo di disertare e consegnare il sottomarino nelle mani del nemico. Le motivazioni che lo spingono a tale gesto sono sia di natura politica, sia relative a una crisi personale in seguito alla morte della moglie. I movimenti dell’unità sovietica vengono tenuti strettamente d’occhio dal governo statunitense, che nutre l’ovvio timore che il sottomarino si stia avvicinando alle coste americane allo scopo di sferrare un attacco nucleare contro la nazione. La commissione di sicurezza che si riunisce per valutare la situazione inizialmente ritiene che la decisione provenga direttamente da Mosca; successive intercettazioni confermano però che, prima di salpare, il Comandante Ramius aveva inviato una lettera all’ammiraglio Juri Padorin comunicando la propria intenzione di disertare. In seguito a questo fatto, l’intera flotta del Nord è salpata da Murmansk con l’ordine di scovare l’Ottobre Rosso e di affondarlo. L’Unione Sovietica vuole a tutti i costi evitare che i propri segreti tecnologici cadano in mani nemiche, ma questa motivazione non viene compresa dalla commissione di sicurezza americana, che invece ritiene che il comandante sia in preda alla follia e Mosca stia semplicemente tentando di evitare che il comandante possa lanciare i propri missili balistici contro la nazione. Caccia a Ottobre Rosso_3All’interno della commissione americana, composta prevalentemente da alti ufficiali della marina, solamente un analista della CIA, Jack Ryan, ritiene che Ramius e il suo equipaggio vogliano in realtà disertare. Il governo degli Stati Uniti decide di inviare Ryan nel teatro delle operazioni, a bordo della portaerei Enterprise, dicendogli chiaramente che ha a disposizione meno di tre giorni per provare la realtà delle proprie ipotesi, prima che anche la flotta americana si impegni per la distruzione del sottomarino. In accordo con il comandante della portaerei, Ryan sale a bordo del sottomarino americano classe Los Angeles “USS Dallas” e da qui, grazie all’esperienza dell’addetto sonar Ronald Jones e del comandante del sottomarino Bart Mancuso, riesce a stabilire un contatto con l’Ottobre Rosso e a guadagnarsi la fiducia di Ramius…

Caccia a Ottobre Rosso è un film che di azione ha poco o nulla, e quindi si allontana in modo quasi assoluto dal precedente lavoro di Tiernan, vuoi anche per la sceneggiatura ben omologata del romanzo di Clancy (sicuramente un libro affascinante ma anche molto pesante). Alec Baldwin si dimostra un ottimo attore, almeno in questo ruolo, e non si piega di fronte un veterano come Connery, quando i due saranno sulla stessa scena. In tutto ciò va elogiata come sempre la recitazione di un sottovalutato di Hollywood come Scott Glenn. Il lavoro compiuto da Jan De Bont (mastino della fotografia, ma mediocre regista) è davvero notevole; Caccia a Ottobre Rosso_5il classicismo del montaggio operato da Dennis Virkler e John Wright assieme all’ansiosa nenia di guerra di Poledouris dimostra quanto fosse alto il livello di cinema di quel periodo, un tempo ben preciso in cui il fascino del classico si interfacciava con le nuove scelte tecniche. Caccia a Ottobre Rosso è, con grande probabilità l’ultimo strepitoso film di guerra di una volta ed ha la grande capacità di non essere noioso seppur la sceneggiatura mostri dei punti difficilmente digeribili, la politica rischia più volte di sotterrare il già poco ritmo. Difatti il film di Tiernan non perde un solo colpo sulla tecnica (il Premio Oscar al montaggio sonoro e le due candidature al montaggio e al sonoro lo dimostrano). Peccato non aver visto Harrison Ford nei panni di Ryan in questo film: vederlo incontrare nuovamente “suo padre” in un diverso contesto sarebbe stato molto divertente, ma ciò non toglie che Baldwin ha dato del suo meglio. Da vedere e rivedere.

★★★★☆

 

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