Vertical limit (2000)

vertical limitCon le spalle coperte dal successo di 007 – Goldeneye (1995), uno dei più lucrosi nonchè migliori film della saga di James Bond, il regista Martin Campbell ed un validissimo team di tecnici portano nelle sale Vertical limit, basato su un soggetto di Robert King e su una sceneggiatura di Terry Hayes e dello stesso King. Nel cast troviamo Chris O’Donnell, Bill Paxton, Scott Glenn, Robin Tunney, Izabella Scorupco e Stuart Wilson. Il corposo budget di 75 milioni di dollari venne positivamente ricompensato da un totale di 225 milioni dollari: nonostante il buon successo di pubblico la critica si divise molto sui giudizi.
L’alpinista Boyce Garrett tenta l’impresa di scalare un torrione di roccia nella Monument Valley, assieme ai figli Peter e Annie. Improvvisamente i tre vengono travolti da due alpinisti inesperti poco sopra di loro e rischiano di precipitare. Nonostante questi due si schiantino al suolo quasi subito, l’impatto ha irrimediabilmente compromesso la stabilità di Boyce e dei figli: poiché l’unico friend che ancora li sorregge rischia di staccarsi per il troppo peso, Boyce ordina a Peter di tagliare la corda. Dopo momenti tragici, Peter esegue l’ordine, facendo precipitare il padre. Tre anni dopo Annie è divenuta un’esperta alpinista e tenta l’impresa di scalare il K2. Per questo viene assunta come guida da una spedizione sponsorizzata da una nuova compagnia aerea, la Majestic Air, con la quale l’imprenditore e alpinista Elliott Vaughn spera di rilanciare i propri affari. La spedizione è guidata da Tom McLaren. Peter, che dal giorno della tragedia ha abbandonato l’alpinismo e lavora come fotografo per National Geographic, si trova in quel periodo proprio in Pakistan e, in seguito all’infortunio di un collega, soccorso dall’esercito pakistano, raggiunge il campo base degli alpinisti. L’indomani la spedizione della Majestic Air si inerpica sulle pendici del K2, alla testa di Tom, Elliott e Annie con la guida locale Aziz. Le previsioni assicurano bel tempo, ma un’improvvisa tormenta spazza via la spedizione. Si salvano solo Tom, Elliot e Annie, caduti in un crepaccio. Le loro condizioni sono però disperate: Tom è gravemente ferito, e sia lui che Annie ed Elliott rischiano seriamente un edema polmonare. vertical limit_2Nonostante l’opposizione degli altri al campo base, Peter decide di organizzare una missione di soccorso. Anzitutto si rivolge all’esercito pakistano, facendosi elargire contenitori di nitroglicerina da far brillare per spazzare via la neve e liberare l’uscita del crepaccio. Si decide di affrontare il monte in tre cordate di due membri ciascuna: per questo Peter viene seguito da Monique Aubertine, dalla guida locale Kareem Nazir e dai bizzarri fratelli australiani Cyril e Malcolm Bench. Come sesto uomo, a capo della spedizione di salvataggio, la scelta cade su alpinista di grande esperienza, che conosce bene il K2: è Montgomery Wick, ex-guida che vive da anni sulla montagna in cerca del corpo della moglie. Questa, anni prima, stava guidando una spedizione quando una valanga travolse la comitiva: mai ritrovata, si sa solo che è morta di edema. Wick è intenzionato a farla pagare a Elliot, che prendeva parte a quella spedizione e, per salvarsi, aveva sottratto tutto il Desa (il medicinale contro gli edemi) alla donna. Su ordine di Wick, i sei si dividono in tre coppie: Wick con Peter, Cyril con Monique e Malcolm con Aziz. La spedizione di salvataggio si rivela subito un suicidio: la coppia Malcolm-Aziz viene spazzata via dallo scoppio del proprio contenitore di nitroglicerina, poiché, quest’ultima, investita dai raggi del sole diventa instabile ed esplode, mentre Cyril muore travolto da una valanga. verticallimitpic8Monique si salva per miracolo e si ricongiunge con Peter e Wick. Questi, nel tragitto, ritrova il cadavere ibernato della moglie, ritrovando il contenitore delle dosi del Desametasone, il medicinale indispensabile contro gli edemi polmonari. Quindi i tre si accampano per la notte. Nel frattempo, in fondo al crepaccio, Elliott, in preda alla disperazione e al suo egoismo, uccide Tom perché ritiene che consumi per niente le poche razioni di Desa rimaste. Annie, invece, si mette in contatto con il fratello via radio, cercando inutilmente di convincerlo a tornare indietro e a salvarsi la vita…
Adrenalinico, pieno di suspense, avvincente. Sì okay, ma è tutta plastica e la scelta del casting, fatta eccezione per Scott Glenn, l’unico ad interpretare un personaggio degno di nota come Montgomery Wick, il resto è tutto già stato visto, con il solito gruppo multietnico predisposto per essere pian piano smembrato nelle bellissime (ma esagerate) scene più emblematiche. Male quindi tutto il cast, a partire dal piatto O’Donnell, passando per gli sprecati Paxton e Wilson, male persino la bella Robin Tunney che aveva sorpreso con il suo ruolo drammatico in Niagara Niagara (1997) e senza dimenticare Izabella Scorupco (schianto allucinante ma raccomandata moglie del regista). vertical limit_5Anche la sceneggiatura non buona (non è un refuso). Dialoghi privi di pathos, piattezza generale e una drammaticità che sembra sempre forzata, tanto da rimpiangerne una versione comica. Se solo fosse stata dato più spazio alle caratterizzazioni dei personaggi (cosa che è stata fatta con il tragico Everest del 2015) e togliendo magari qualche scena d’azione e qualche dialogo idiota, staremmo qui a parlare di un ottimo film. Insomma, buonissime le intenzioni, zoppa la realizzazione. Quello che ci resta tra le mani è un gustoso giocattolo commerciale come se ne sono visti tanti, solo con un buon cast e tanti curriculum al settore tecnico (James Newton Howard alle musiche, David Tattersall alla fotografia, Thom Noble al montaggio). Sprecone.

★★✬☆☆

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