Il cartaio (2003)

Il cartaioPREFAZIONE: premetto che non sono mai stato un fan di Dario Argento, sicuramente un grande regista, un visionario del cinema thriller (a tinte gore), uno che negli anni ’70 ha guardato oltre ed ha ottenuto il successo a livello internazionale con le sue due pellicole di maggior impatto: Profondo rosso (1975) e Suspiria (1977). Ora, dopo un decennio di grandi successi, sugellati con il suo capolavoro più sottovalutato, quale Inferno (1980), Dario Argento ha dovuto fare i conti con i nuovi maestri nascenti di allora: all’epoca c’erano John Carpenter, Sam Raimi che stava per sfondare, c’era un maestro come Cronenberg e sicuramente l’avvento di Clive Barker. La sfida ha decretato l’inizio della fine per il nostro Dario, che però ha dato vita a buone storie come Phenomena (1985), Opera (1987) e Tenebre (1982). Gli anni novanta, furono un decennio certamente negativo, in cui forse solamente Trauma (1993) ha un vago fascino che rispolvera in parte l’atmosfera dei vecchi fasti di un tempo: La Sindrome di Stendhal (1996) e, soprattutto, Il fantasma dell’opera (1998) sono stati dei mediocri titoli (molto dovuto all’imbarazzante talento di sua figlia Asia, “cagna anche in foto” direbbe Renee Ferretti di Boris). Il nuovo millennio si apre decentemente per Argento, che con Non ho sonno (2001) si riappropria di alcuni fan che lo avevano sbeffeggiato. Al termine del film con il grande Max Von Sydow, Argento, per quattro anni ricarica le batterie e si prepara per il suo grande ritorno.

È il turno de Il cartaio (2003). Nel cast troviamo Stefania Rocca, Silvio Muccino, Claudio Santamaria, Fiore Argento e Adalberto Maria Merli. I presupposti sono quelli del ritorno al vecchio metodo, grezzo e sfacciato: Argento ha preparato il film che potrebbe facilmente rilanciarlo anche a livello internazionale. Uscito nelle sale italiane a inizio 2004, Il cartaio non ha ottenuto il successo sperato.

A Roma, la poliziotta Anna Mari, sotto stress per le ricerche di una turista inglese scomparsa, rifiuta un mazzo di fiori regalato da Carlo, un collega che le fa la corte. Poco dopo, mentre lavora al computer, riceve un inquietante messaggio da un tale che si fa chiamare il “Cartaio”: l’uomo dice di aver rapito la turista che stanno cercando e che ora vuole giocarne la sua vita a videopoker via Internet con la polizia. Anna avverte il suo capo, che diffida dal seguire le istruzioni dettate da un criminale. Il cartaio_4Seguite comunque le indicazioni che portano al sito del videopoker, attraverso una webcam, si vede il volto imbavagliato della ragazza alla quale il delinquente ha promesso di infliggere una mutilazione per ogni mano di poker che la polizia perderà. Anna vorrebbe giocare ma il suo capo glielo impedisce assumendosi la responsabilità delle conseguenze. Scaduto l’ultimatum, in effetti, il maniaco uccide la turista, sgozzandola per mezzo di un grosso taglierino. Al Complesso del Buon Pastore, sede del commissariato, arriva John Brennan, poliziotto irlandese che si allea con Anna per risolvere il caso. Intanto in un lago fuori città viene ritrovato il cadavere, in pessimo stato, della turista: all’obitorio John trova un seme di una pianta molto comune nella zona all’interno del naso della ragazza, e lo interpreta come un segno di riconoscimento del Cartaio. La polizia intanto riesce a delineare la mente del maniaco: si tratta di uno psicopatico la cui follia è cresciuta in seguito ad azioni criminose come la roulette russa.
In una notte seguente, un’altra ragazza viene catturata dal maniaco. Quando viene riproposto di nuovo il gioco, il capo cede alle insistenze e permette di interagire con il killer. Si fa avanti Carlo; sfortunatamente perde e non riesce a salvare dalla morte la seconda vittima. Ascoltando una registrazione della seconda partita, John Brennan ode uno strano tonfo che potrebbe avvicinarlo alla soluzione. Quando viene rinvenuto il corpo della seconda ragazza le viene estratto dall’orecchio un seme di passiflora, dello stesso tipo trovato sulla prima. In una sala giochi Anna e John reclutano Remo, un giovane supercampione nel gioco del videopoker: Anna lo mette subito alla prova con il Cartaio, che ha rapito una terza vittima. Remo, all’inizio, sta vincendo ma un’imprevista ribellione della ragazza ne provoca l’uccisione, indipendentemente dalla partita in corso. Durante la colluttazione la webcam cade e riesce ad inquadrare l’interno del covo dell’assassino, ossia quel che pare un garage o un seminterrato. Intanto, proprio mentre nasce una storia tra John e Anna, questa viene aggredita in casa sua dal serial killer. Una sera, il maniaco rapisce anche la figlia del questore, Lucia. Il cartaio_2Viene proposta l’ennesima partita e Remo, inizialmente titubante, riesce alla fine a vincere. La ragazza viene rilasciata viva in un vicolo buio di Roma. Festeggiata la vittoria, Remo va a festeggiare in un locale dove usava procurarsi la droga. Qui viene sedotto da una ragazza che lo porta in un condotto fognario presso il Tevere. Qui la ragazza gli rivela che qualcuno ha promesso di pagarla in cambio di condurre lì Remo: in quell’istante qualcuno uccide con un colpo di pistola la ragazza e la voce artefatta dell’assassino lo costringe a imboccare un tunnel. Remo raggiunge così una piattaforma sopra il fiume: qui viene catturato dal maniaco che lo trascina in acqua servendosi di una corda e di un motoscafo. Dopo aver tentato invano di fuggire, Remo viene arpionato al collo e assassinato.
Al funerale del ragazzo, Anna riesce a scoprire un inquietante indizio: l’assassino si nasconde tra la polizia. John continua a indagare e scopre che il rumore sentito durante una registrazione della seconda partita era il cannone di Mezzogiorno, sparato ogni giorno alle dodici precise: ciò significa che la partita era truccata e che il maniaco aveva ucciso la vittima tre ore prima. Quindi si tratta di qualcuno presente durante la seconda partita del Cartaio. Sempre durante la sua indagine, conclude che l’assassino debba avere una villa nei pressi del parco del Gianicolo. Cercando le piante di passiflora John entra nella villa e trova il luogo dove le ragazze sono state uccise. Subito dopo, finisce vittima di una trappola, rimanendo ucciso.
Anna viene informata della scomparsa di John da Carlo, che la prende con sè in macchina…

L’idea di partenza, sfruttare il fenomeno del video poker potrebbe essere anche buona, ma viene sfruttata in modo sbruffone e disordinato. Con un’idea anche più esile, Saw – L’enigmista (2004) ha vinto e convinto, mentre Argento ha condotto la sua creatura zoppa al macello: le cause sono tante. Innanzitutto la capacità recitativa del cast (fra l’altro dei validissimi attori, tranne Muccino), Il cartaio_3i quali sembrano costretti a fare finta di essere quei personaggi: i guai peggiorano pure quando oltre ad una recita di livello scolastico si plastifica tutto con un doppiaggio terrificante (sto rifiuto della presa diretta un giorno me lo spiegheranno). Nelle scene di violenza, il marchio di fabbrica del regista, c’è la passione di una mignotta alle 6 del mattino, senza capo ne coda e la vaga impressione che siano state girate solo per non far vedere di peggio. Le musiche di Simonetti (Goblin) sono totalmente inappropriate per le scene selezionate, dove i riff e i timpani sembrano portare il tutto in una dimensione trash del miglior Cozzi. Mentre Cunningham sembra il più palese “pesce fuor d’acqua”, Santamaria e la Rocca, coloro che avrebbero dovuto portare una ventata di freschezza, si pentiranno amaramente di aver partecipato all’inizio della fine di Argento, che tanto ha dato al cinema italiano, ma che è stato anche in grado di macchiare la propria carriera con questi sciatti film.
Per concludere, Il cartaio è una bidonata colossale, un pianto di thriller, in cui anche Sotto il vestito niente di Vanzina a confronto sembra un capolavoro. Il cartaio è involontariamente un succulento trash: il problema è che non vuole esserlo, comportandosi da film serio: l’avessero diretto i Manetti Bros., staremmo a parlare di ben altro…
Se mancano le idee, un film non va fatto per forza. Comunque, paradossalmente per Argento, il peggio dovrà ancora arrivare. Si c’è anche di peggio…

★☆☆☆☆

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