Robocop 2 (1990)

Robocop 2_0Quando hai una valida sceneggiatura scritta da Frank Miller, quando hai un direttore della fotografia di prim’ordine come Mark Irwin, quando il tuo regista è Irwin Kershner, sì quello de L’impero colpisce ancora ovvero il più celebrato film della saga di Star Wars e quando hai a disposizione un budget che è il doppio rispetto al primo film, tu produttore Jon Davison non puoi che dormire sogni tranquilli. È gia, perchè nel 1988 la tavola apparecchiata a puntino nell’attesa di vedere al centro di essa un piatto ricco come Robocop 2 era davvero tanta. Attori e fan, con l’acquolina in bocca, tutti pronti per gustare attivamente o passivamente il seguito di uno dei film di azione/sci-fi più interessanti del decennio. Nel giugno del 1990 esce nelle sale il secondo capitolo del poliziotto robot più famoso di sempre, ritroviamo quindi Peter Weller, Nancy Allen, Dan O’Herlihy, Robert DoQui e Felton Perry, mentre le new entry sono Tom Noonan, Galyn Gorg e Gabriel Damon.
Il film non si rivelerà un grandissimo successo al botteghino, ma si farà valere soprattutto nel mercato home-video. Tuttavia, la Orion Pictures, già in crisi fallimentare riuscì a mettere in cantiere un secondo seguito che sebbene sia stato ultimato in tardo 1991 vedrà la luce solo due anni dopo così come per altri film, il tutto a causa delle cessioni di diritti ad altre case di distribuzione. La Orion rivedrà la luce nel 1997 quando sarà acquisita dalla MGM. E ora torniamo a Detroit…

È trascorso un anno da quando l’agente Alex Murphy, ufficialmente ucciso nell’adempimento del suo dovere, è stato impiegato nella costruzione del primo cyborg RoboCop. La OCP sta passando problemi finanziari in quanto non è ancora iniziata la costruzione di Delta City, ma è in vantaggio poiché l’amministrazione deve restituire una grossa somma alla multinazionale, e il municipio non è in grado di risolvere la questione; di conseguenza Detroit verrà dichiarata “proprietà privata della OCP”. Robocop 2_3RoboCop, insieme alla collega Anne Lewis, sta dando la caccia a Cain, un criminale che negli ultimi giorni sta trafficando una droga chiamata Nuke che sta diffondendo una scia di sangue tra i poliziotti, molti dei quali sono in sciopero per via dei soprusi sindacali della OCP. RoboCop scopre il covo di Cain e la raffineria principale di Nuke. A sorpresa, il cyborg viene danneggiato da una mitragliatrice della banda, catturato e fatto a pezzi.
A stento ancora in vita, viene scaricato dai criminali davanti alla stazione di polizia e tenuto in vita dai tecnici addetti alla sua manutenzione. Gli scienziati della OCP sarebbero in grado di ripararlo, però non hanno per il momento l’ordine di procedere. Il presidente della multinazionale preferirebbe affinare le tecnologie di cui dispone con la creazione di un altro cyborg, il RoboCop II. Tuttavia successivamente RoboCop viene ricostruito per evitare una caduta di consensi e d’immagine pubblica, ma dotato di una programmazione con un eccesso di direttive che compromettono le sue capacità arbitrarie col rischio di farlo impazzire.
Nonostante siano state scoperte le vere cause del malfunzionamento di RoboCop, i tecnici della stazione di polizia non sono in possesso della strumentazione necessaria a cancellare le direttive in eccesso. Gli unici modi sono uno spegnimento del sistema o una scarica elettrica ad alto amperaggio. Appena RoboCop sente parlare di questa possibile soluzione esce dalla stazione di polizia e si sottopone a una scarica elettrica attaccandosi a un grosso commutatore elettrico. Robocop 2_6Questa operazione gli permette di resettare il sistema e cancellare tutte le direttive, comprese le primarie; tuttavia la prima azione che decide di intraprendere è il tornare al lavoro. Con un commando di poliziotti, va da Cain, deciso a catturarlo una volta per tutte…

A causa di numerosi tagli e stravolgimenti della sceneggiatura richiesta da Miller – sceneggiatura che prevedeva una violenza anche maggiore del primo capitolo – la produzione affiancò a quest’ultimo Walon Green, il tizio che scrisse Il mucchio selvaggio (1969) e La cronaca di Hellstrom (1971). Il risultato fu una storia sgangherata, bizzarra, a volte priva di logica e con un’inattesa decentralizzazione del protagonista d’acciaio. Più che un seguito Robocop 2 sembra la versione stramba del primo film: i momenti in cui Murphy viene riprogrammato e fa cose improbabili (ad esempio arresta un cadavere e rimprovera dei bambini insolenti) e si tenta di dar credito al piccolo criminale Hob (Gabriel Damon), mandano all’aria la drammaticità della situazione in cui imperversa la società di Detroit, la violenza nelle strade e poi vengono sminuiti il protagonista, macchietta di se stesso e a maggior ragione Cain Robocop 2_2(Tom Noonan) che tenta di farsi largo fra i tanti personaggi ma non risulta mai troppo credibile (uno dei rarissimi casi in cui Pino Locchi non ha saputo fare bene il suo lavoro). Comunque si salvano anche alcune cosine: notevole è il confronto fra Murphy e la moglie a inizio film, ottimo il lavoro di Rob Bottin per le sequenze d’azione fra i due robot, ottima la fotografia di Irwin che non fa mai rimpiangere il lavoro fatto da Vacano. Gravissima invece l’assenza della colonna sonora e quindi del main theme di Poledouris – qui troviamo Leonard Rosenman che ci riserva una marcia non ben comprensibile e mai un rimando musicale al primo film.
Annullata quasi completamente la dietrologia satirica, anche lo spazio riservato alle pubblicità futuriste sembrano arrampicarsi sugli specchi e non si riesce più ad empatizzare con qualcuno che sia buono o cattivo. Farà peggio Robocop 3 (1993) di Frank Dekker che come per Super Mario bros, giunto al terzo capitolo, concederà al super poliziotto il dono del volo. A conti fatti vale di più recuperare la serie canadese RoboCop – Prime directives, miniserie realizzata a inizio secolo. 

★★✬☆☆

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