Society – The horror (1989)

Society_1È probabile che quando venne pubblicata la locandina italiana de La casa (film uscito nelle nostre sale solamente nel 1984), grazie ad un enorme successo europeo in cui l’Italia era fra i primi posti, le case di distribuzione tricolore iniziarono ad adottare lo stesso modello per qualsiasi tipo di film horror indipendente o semi-sconosciuto dai più. In fin dei conti l’esordio di Raimi è ambientato in una bettola semi abbandonata in una zona boschiva: difatti il poster ufficiale di Evil dead è un inquietante flash in cui una vittima di sesso femminile tenta di uscire da una tomba homemade ma è trattenuta da una misteriosa mano che fuoriesce come lei dal terreno; per il nostro mercato venne incaricato di ridisegnare una locandina tutta nuova quel genio di Renato Casaro il quale, non avendo probabilmente visto il film, rispolverò da un’angolazione bassa e con un’atmosfera cupa una versione “haunted” della mitica Bates Mansion di Psycho. Questa locandina fu imitata innumerevoli volte per un numero imprecisato di film thriller e horror, al punto che anche se il film non aveva come punto di riferimento una casa infestata la distribuzione spingeva a farla mettere comunque sulla locandina di quel film.

È una delle curiosità (nostrane) che ruotano intorno ad un vero pezzo d’antiquariato cinematografico targato Brian Yuzna, un generatore di idee malvagie, sperimentatore, maestro del disgusto e regista a tempo perso. Nel 1988, fra la consegna del soggetto di Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi (1989) scritto assieme al suo amico Stuart Gordon e la produzione di Re-Animator 2 (1989), Yuzna stava ultimando le riprese di Society – The horror, un progetto che era stato messo in cantiere dopo un fallimentare tentativo di realizzarlo da parte del regista Dan O’Bannon su una sceneggiatura di Woody Keith e Rick Fry. Society_4Nel cast il protagonista e quel Billy Warlock che perforò un miliardo di cuori di ragazze quando prese parte come bagnino nelle prime due stagioni di Baywatch. Lo affianca la conturbante Devin DeVasquez, playmate anni ottanta. Il resto del cast non vale la pena neanche citarlo perchè trattasi di una lista di nomi sconosciuti.
Il film del nostro Brian sarà acclamato dalla critica ma anche identificato come un film “molto in anticipo sui tempi, specialmente per la sua satira sulle classi sociali californiane”. Nel 1990 vince il Silver Raven per i miglior trucco al Festival Internazionale di Bruxelles, mentre nel 2010 è stato incluso nella classifica dei migliori 100 film horror di sempre dalla rivista Time out London, lista basata sulle scelte di registi, sceneggiatori, critici e attori del settore.

l giovane e brillante Bill Whitney dovrebbe considerarsi fortunato, vivendo con i genitori e la sorella Jenny in una splendida villa immersa nel verde a Beverly Hills, eppure è afflitto da un forte senso di inquietudine che lo porta a temere dei suoi familiari dubitando della loro vera natura. Nonostante le cure del medico di famiglia, il Dottor Cleveland, Bill continua a sentire in casa bisbigli misteriosi e risate improvvise, assillato da incubi ricorrenti dove madre, padre e sorella sono degli esseri demoniaci.Society_6
Un giorno il goffo amico Blanchard, innamorato respinto di Jenny, gli fa ascoltare un’audiocassetta con delle registrazioni ottenute per mezzo di una cimice inserita in un orecchino della ragazza, contenenti delle conversazioni dall’indubbio sapore erotico che la coinvolgono con i suoi genitori e gli amici, tra i quali un odioso Ted Ferguson. Ben presto però, la cassetta sparisce e Blanchard muore in un incidente. Nonostante Billy faccia breccia nel cuore della bellissima Clarice e si riconcili con Milo, un altro suo amico, il disagio con il suo entourage si acuisce fino alla frattura, divenendo vittima di burle sordide onde farlo crollare.
L’apoteosi è una festa a sorpresa in suo onore, in casa dei suoi genitori, al cospetto di tutta Beverly Hills, trovando i presenti deformati e con espressioni poco rassicuranti, capeggiati dal Dottor Cleveland ed il perfido Ferguson. Stavolta non è l’ennesima allucinazione. La festa è un convitto di mostri sgradevoli dallo sguardo lubrico. La classe dirigente è infatti costituita da mutanti cannibali cui egli non appartiene in quanto adottato da piccolo. Society_5L’eccitazione di questi arriva quando viene introdotto un Blanchard ancora vivo, anch’egli adottato, messo all’ingrasso per essere divorato. Billy, immobilizzato con un cappio da accalappiacani, è costretto ad assistere all’orribile fine, consapevole di essere la prossima vittima, ma aiutato da un’impietosita Clarice, riesce a liberarsi e dopo aver ucciso Ferguson in una lotta furiosa, fugge con lei e Milo dalla villa. Davanti agli orridi resti di Ferguson e Cleveland gli altri alzano le spalle, preoccupandosi di procurarsi le loro prossime vittime.

Sebbene si tratti di un progetto antecedente al 1988, quando venne realizzato molti lo accostarono a Essi vivono di John Carpenter poichè il filo conduttore è l’emarginato che si ritrova a capire se quello che sta guardando sono visioni oppure è una raccapricciante realtà. Inoltre Yuzna va a criticare fortemente la borghesia californiana che tende a prendere fortemente le distanze anche dalla miglior middle-class possibile. Billy è quindi uno strategico POV per lo spettatore e il cruento nonchè disgustoso finale, in cui Yuzna sfodera tutte le sue conoscenze per far rivoltare gli stomaci più forti, ne è la prova: la quasi totale indifferenza di fronte ad una morte di un loro portabandiera sottolinea ancora di più le tematiche riportate sopra.Society_3
Il regista ci accompagna quindi in un inferno visivo solo dopo un’indagine che è completamente priva di immagini forti e solo nell’ultima mezz’ora scatena tutta la sua conoscenza su come deformare il corpo umano, anche qui simbolismi a go-go (una su tutte è la faccia da culo), ma che pur disgustando fino all’eccesso mantiene una comicità che deve farre da contraltare ad un tema molto caro agli americani ossia il distacco che la gente ricca ha nei confronti degli altri ceti sociali, la gente che se ne frega delle classi inferiori e addirittura si fonde con orgie ad hoc con altri pari livello. Il tutto sotto gli occhi di un ragazzo che si sente diverso.
Society è un film da vedere (si possono evitare le scene finali che fanno davvero rivoltare le budella) più per la genialità del soggetto che per la sua evoluzione grottesca.

★★★✬☆

6 thoughts on “Society – The horror (1989)

      1. Anche il tuo blog spacca, infatti mi ci sono iscritto. Grazie per la risposta, e buon fine settimana! 🙂

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