Halloween – la notte delle streghe (1978)

halloweenNon mi metterò a fare una recensione del remake di Rob Zombie, per me Halloween è solo il film di Carpenter. Nel 1977 John Carpenter non poteva permettersi di spendere soldi a profusione per un copione creato da lui stesso e sua moglie, la produttrice Debra Hill. Il primo film del regista era stato il fantascientifico Dark Star (1974) e il geniale Distretto 13 (1976), e quest’ultimo fu l’unico motivo a spingere Donald Pleasance a indossare i panni del co-protagonista, il burbero Dr.Loomis, poiché l’attore, dopo aver letto il copione di questo thriller dichiaro al regista di non averlo capito. Per il ruolo della protagonista venne presa la sconosciuta Jamie Lee Curtis, che all’epoca aveva solo partecipato a programmi per bambini in tv, ma essendo la figlia di Janet Leigh, la storica vittima di Psycho, era un ottimo motivo per commercializzare il film. Donald Pleasance ricevette un compenso di soli 20.000 dollari, la Curtis solo 8.000, mentre Nick Castle (futuro regista) guadagnava solo 25 dollari al giorno per interpretare Michael Myers. Sembrava l’inizio della fine per Carpenter…

1963: nella notte di Halloween a casa dei Myers nella piccola località di Haddonfield in Illinois, il piccolo Michael sei anni uccide sua sorella a coltellate. Il bambino viene internato in un manicomio, ma dopo 15 anni evade e torna nella sua città e dopo aver ucciso un meccanico, gli ruba i vestiti e si mette a pedinare la giovane studentessa Laurie Strode. Nella fuga dal manicomio, Michael ormai 21enne, ruba l’automobile al Dr.Loomis, il quale capendo la pericolosità del suo paziente avverte le autorità di Hadonfield che il killer si sta dirigendo lì dove tutto è cominciato. Infatti è nuovamente la notte delle streghe e Michael sta per mietere di nuovo il terrore ad Haddonfield.

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Dopo 19 anni un regista crea un nuovo slasher movie. Era dai tempi di Psycho (1959) che gli spettatori non si terrorizzavano talmente tanto dai tempi di Norman Bates. Ma a differenza del personaggio di Hitchcock, questo non parla mai e ha le movenze di un pupazzo di paglia armato di coltello da cucina (quello per tagliare le zucche) e indossa una maschera bianca che ha le fattezze di William Shartner. Il film ha una tensione che all’epoca sbaragliò la concorrenza, dotato di quell’espediente del colpo improvviso di paura che verrà ripreso nel 95% dei film thriller o horror che seguiranno, fino ai giorni nostri. Tuttavia i jump scare (pochi a dire la verità) non sono la linfa vitale di questo immortale classico dello slasher: Carpenter, assieme al suo assistente John Cundey alla fotografia, esaltano ogni frangente del girato riuscendo a garantire un crescendo di tensione che sfocia negli ultimi 25 minuti, tirando all’estremo l’attesa per quasi un’ora. Michael Myers, che con il tempo diventerà inevitabilmente macchietta, qui è la vera rappresentazione del male (The boogeyman, come lo chiamano nel corso del film), un’entità che si muove con una lentezza quasi grottesca ma che arriva quasi sempre al suo obiettivo, capace di trasmettere la propria assenza fisica poichè impossessato da un male oscuro. Lo spettatore (del 1978), avrà fino alla fine il dubbio che sotto quella maschera ci sia solamente un ragazzo di 21 anni, un malato mentale vulnerabile. Un thriller di 90 minuti gestiti in modo perfetto, 90 minuti elegantemente razionati e con un aumento della tensione fino all’inquietante scontro finale. La chiusura del film, sette riprese fisse su alcuni loghi chiave della città di Haddonfield in piena notte sono la ciliegina sulla torta. Carpenter in pratica trasforma il legno in oro, un esempio di come si possa fare cinema anche senza soldi. Il successo di Halloween fu talmente grande (50 milioni di dollari contro un budget iniziale di 300.000) nella stagione 1978/79 che Mustapha Akkad scongiurò Carpenter (e sua moglie Debra Hill) di lavorare sul seguito, cosa che fece ma senza dirigerlo, passando la palla al mestierante Rick Rosenthal.

Curiosità: il film ebbe sette seguiti ma solo il primo e gli ultimi due riprendono la storia madre; il terzo film o secondo seguito Halloween III – il signore della notte (1982) raccontava una storia diversa; Halloween 4 – il ritorno di Michael Myers (1988), Halloween 5 – la vendetta di Michael Myers (1989), Halloween – la maledizione di Michael Myers (1995)halloween3 sono film semi-apocrifi non rispettando la trama originale ma mantenendo due personaggi principali ossia Michael Meyers e Sam Loomis. Nel 1998 venne celebrato il film del 20° anniversario con il ritorno del personaggio di Laurie Strode e fu considerato il miglior seguito dai tempi del secondo film, mentre dopo alcuni anni venne diretto Halloween – la resurrezione un abominio che nemmeno considero nella saga: una vera merda, un oltraggio alla serie. Nel 2007 il regista Rob Zombie rilanciò il franchise con una nuova versione del primo film e con annesso sequel nel 2009. Nel 2018 il regista David Gordon Green, con la collaborazione di John Carpenter, dirige invece il nuovo sequel/reboot Halloween, il quale riprende i fatti dalla fine del primo film, creando così una nuova linea temporale: nella vicenda infatti ritroviamo Jamie Lee Curtis a circa 60 anni che attende il ritorno del maniaco nel quarantesimo anniversario del massacro di Haddonfield.

Se dico che gli attori recitavano con i loro vestiti perché non c’erano soldi sufficienti per i costumi di scena, mi credete?
Dal momento che il film fu girato in primavera, i tecnici dovettero comprare foglie di carta da un decoratore e colorarle con i toni dell’autunno, quindi spargerle in giro per le location da filmare. Dopo le riprese, per risparmiare i soldi, le foglie venivano raccolte e riutilizzate.

Il tema composto in 5/4 con il pianoforte è opera dello stesso Carpenter. È una traccia musicale che ha fatto epoca e risulta ad oggi ancora spettrale.

Il trailer inserito quì sotto è una versione modernizzata molto più interessante del trailer del 1978.

★★★★☆

14 risposte a "Halloween – la notte delle streghe (1978)"

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