Sola…in quella casa (1989)

sola-in-quella-casaIl regista Tibor Tackacs, un cineasta che è riuscito a dirigere un obbrobrio come Non aprite quel cancello (1987), ci trasporta nei dispersivi corridoi di una biblioteca per farci vivere il terrore nascosto nelle pagine di uno quei libri che la giovane protagonista di questa storia, Virginia, legge molto spesso. Con un cast perlopiù sconosciuto e con un budget piuttosto basso, il film non passò inosservato vincendo addirittura quel famoso Gran Premio del Festival di Avoriaz nel 1990. Mostruosamente storpiato il titolo italiano, ennesimo sfruttamento del titolo “La Casa”, mentre il titolo originale, I madman (o Hardcover) è lo stesso del libro che la protagonista leggerà.

Virginia (Jenny Wright, già vista nel bellissimo Near Dark di Kathryn Bigelow), è una grande lettrice, un’appassionata di letteratura del genere horror. Un giorno, dopo aver cercato tra gli scaffali della sua cara biblioteca, rinviene un romanzo chiamato “I, madman”, scritto da un certo Malcom Brand, autore pazzo all’ennesima potenza rinchiuso e morto in manicomio. Il protagonista del libro è il dott. Kessler (R.W.Cook), il quale disperato dalla morte della sua moglie, perde ogni ragione e inizia a mutilare donne innocenti per ricomporre il corpo della sua amata. Mentre Virginia viene catturata, come sempre, dalla lettura del libro, i suoi amici iniziano a morire e i loro corpi sono brutalmente mutilati. La ragazza, pian piano, si rende conto che libro e realtà si cominciano a mischiare e il dott. Kessler è incredibilmente uscito dalle pagine per continuare il suo massacro nella vita reale. Virginia è pazza oppure è tutto vero?

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Interessante rivisitazione in chiave horror di classici gialli anni ’50, un mix di subgeneri che si snodano fra le pagine di un libro e prendono vita in un claustrofobico viaggio all’inferno. Tackacs fa lavoro d’ufficio, ma riesce a trasmettere la forza della suspance che solo alcuni thriller degli anni ’80 sono riusciti a dare. Le cadute di tono o di stile da parte della non celeberrima Jenny Wright, protagonista a tutto tondo, non fanno male ad una sapiente regia, aiutata da una splendida fotografia. È un piccolo gioiellino in cui a spaventare lo spettatore non sono gli effetti speciali (pochi fa l’altro), bensì un’atmosfera dark da noir alla Bogart e quei fumosi fondali in cui i grandi classici horror si sono susseguiti nel tempo che fu. sola-in-quella-casa3Deliziosa la colonna sonora, note di piano miste a svioloncellate che alzano l’asticella dell’inquietudine e ben miscelata con le dolci note della subdola Chanson d’amour di Manhattan Transfer, squisita traccia principale che riesce a depistare e a spezzettare la tensione dando idea di cosa può balenare in una mente malata come quella del diabolico antagonista. Curiosa, a proposito, la carriera dell’attore Randall William Cook, che dal suo bel ruolo del misterioso ed orripilante Dott. Kessler, passato non inosservato ma sicuramente svanito col tempo, vince anni dopo la bellezza di 3 premi Oscar come tecnico di effetti speciali per la trilogia del Signore degli Anelli.

★★★☆☆

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La splendida locandina americana di I madman, messa a confronto con la locandina italiana. Quest’ultima non ha nulla a che vedere con la storia raccontata nonostante la strepitosa mano di Renato Casaro. L’inquietante aspetto del Dott. Kessler, ricorda vagamente un personaggio apparso alcuni anni prima nell’episodio Mirror Mirror (decisamente spaventoso) del serial Amazing stories (Storie incredibili). 

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