1408 (2007)

1408Non sempre, come è anche possibile leggere su questo blog, le trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Stephen King, non hanno brillato per qualità. Certo ci sono delle eccezioni come Shining in primis, senza dimenticare Carrie e La Zona Morta di Cronenberg. Nella raccolta di novelle Tutto è fatidico c’è il racconto 1408, che solo dopo pochi anni è diventato un film con la regia dello svedese Mikael Hafstrom, già apprezzato per il discreto Derailed – attrazione letale (2005) e con gli indiscutibili John Cusack e Samuel L. Jackson. Il film di Hafstrom è stato presentato al pubblico il 22 giugno 2007 ed ha ottenuto un ottimo successo, 135 milioni di dollari per un budget di soli 25 milioni. La pellicola rappresenta il primo incontro artistico fra i due prolifici attori i quali sono rimasti entusiasti l’uno dell’altro. Una delle curiosità più interessanti presenti sia nel film che nel racconto di King è la totale assenza del Maine, lo Stato in cui quasi tutti i romanzi dello scrittore sono ambientati.

Mike Enslin da promettente scrittore di narrativa, dopo la tragica morte della figlia Katie è diventato uno scettico autore di saggi, specializzato nello smascherare le finzioni che si celano dietro i fenomeni delle “case stregate”. Dopo aver terminato il suo ultimo libro, “Dieci notti in dieci case infestate”, Mike riceve una cartolina anonima del Dolphin Hotel di New York, contenente il messaggio «non entrare nella 1408». Accogliendo l’invito come una sfida, Enslin si affretta a chiedere una prenotazione nella camera, ma l’hotel declina la sua richiesta. Grazie ad un cavillo legale di cui viene informato dal suo agente Sam Farrell, secondo cui, per legge, gli hotel non possono negare ad un cliente di prenotare una camera che risulti sfitta, Mike impone alla riluttante direzione del Dolphin di consentirgli l’accesso alla camera 1408. Arrivato al lussuoso albergo Enslin viene ricevuto dal direttore, Gerald Olin, che cerca di dissuadere lo scrittore dall’iniziativa, avvertendolo che nessun ospite è mai riuscito a durare più di un’ora nella camera 1408 e che molti di quelli che vi erano entrati erano morti quasi subito, nei modi più tragici ed impensabili. Olin è disposto ad offrire a Enslin, in alternativa, un soggiorno gratuito nelle migliori suite dell’albergo, nonché l’accesso ai documenti riguardanti tutte le morti avvenute nella 1408 (in modo che lo scrittore potesse comunque documentarsi per scrivere il suo libro) e anche una bottiglia di rarissimo cognac, purché l’autore rinunci al suo proposito. Enslin si fa consegnare i documenti e il cognac, ma insiste per avere accesso alla stanza, esasperando Olin. Il direttore cede alla richiesta dello scrittore, gli consegna la chiave della stanza, ma non rinuncia a metterlo per l’ultima volta in guardia sui pericoli mortali cui andrà incontro. 1408_4Una volta dentro la camera, Enslin attiva il suo registratore ed inizia a dettare il saggio, descrivendo nei dettagli l’appartamento. Di primo acchito tutto sembra normale, finché la radio si accende improvvisamente a pieno volume, e inizia la canzone “We’ve only just begun” dei The Carpenters. Da quel momento sul display dell’apparecchio parte un conto alla rovescia di 60 minuti, che coincide con la prima di una serie di sconvolgenti allucinazioni, che aumenteranno di “potenza”, ogni minuto che passa e alla fine porteranno Mike Enslin a vivere la notte più terrificante della sua vita. Nel corso degli inarrestabili episodi allucinatori di cui è vittima, l’uomo subisce incidenti dolorosi, vede alcune delle vittime precedenti della 1408 suicidarsi gettandosi dalla finestra ed assiste ad una serie di episodi inspiegabili. Ben presto il suo stato d’animo, già molto scosso, viene ulteriormente sconvolto dalle ricorrenti visioni della figlia, la cui morte per cancro, avvenuta alcuni anni prima, aveva anche determinato la fine del suo matrimonio. I 60 minuti trascorrono, ma Mike non riesce a fuggire dalla camera. 1408_5A nulla valgono i tentativi di passare all’esterno, lungo il cornicione, per entrare in qualche camera attigua, oppure di strisciare nei condotti dell’aerazione. In qualsiasi modo, l’uomo si ritrova sempre nella stanza maledetta, diventata una prigione infernale…

C’è da dire che seppur non sia un’amante del famoso “scatto sulla sedia”, il furbo escmotage per terrorizzare lo spettatore, in questo film si possono apprezzare tutti, pochi a dire la verità, perchè si fondono in modo gustoso con la tensione crescente e non sono fini a loro stessi. La camera 1408 è davvero una stanza malefica e non sarà certo il nostro Enslin a fermarne il tremendo potere. Il sapiente uso della cinepresa permette di trasformare un ambiente di 50 metri quadri in un vero universo folle e allucinante anche se talvolta esagera con le trovate e inizia ad odorare di bruciato. C’è una volontaria attenzione per la scenografia ed è una scelta azzeccata poichè la stanza è protagonista a tutti gli effetti come il suo incredulo ospite, quindi spazio a inquadrature di carte da parati, tappeti, maioliche del bagno e così via. 1408_2Ci sono frammenti di Shining in questa pellicola, alcuni momenti sembrano davvero un parente stretto, ma lo è anche il romanzo di King. Cusack, in una delle sue migliori interpretazioni, è solo per circa 60 minuti sullo schermo e dà prova di grande duttilità passando da cacciatore a preda in pochi minuti, la constatazione che l’uomo deve prima inginocchiarsi di fronte al paranormale prima di poterlo effettivamente affrontare. In conclusione, 1408 è un film sicuramente riuscito, dove la catalogazione di horror è corretta ma aleggia di più l’aria di thriller, e ogni tanto dà l’impressione di voler essere un pò troppo spavaldo. Considerando però che negli ultimi quindici anni si è fatta davvero tanta fatica a trovare una trama originale o un ‘apprezzabile trasposizione cinematografica di un romanzo, allora si può certamente lodare il lavoro di Hafstrom. Attenzione ai due finali alternativi, entrambi molto interessanti, ma bene anche quello scelto per il montaggio finale. Samuel L. Jackson ha poco spazio ma lo sfrutta al meglio come quasi sempre.

 

★★★✬☆

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