Halloween H20 – Venti anni dopo (1998)

H20Nel 1996, Jamie Lee Curtis, ormai cresciuta sia anagraficamente che professionalmente dai tempi di Haddonfield del 1978, iniziò a contattare John Carpenter per portare sugli schermi il capitolo finale di Halloween in modo da chiudere definitivamente la saga di uno dei più famosi serial killer cinematografici di sempre. La produzione, capitanata sempre dal vecchio Moustapha Akkad costrinse Carpenter ad una cospicua riduzione del suo ingaggio e, non raggiungendo un tacito accordo, venne messo da parte. Tuttavia, venne ingaggiato un collaudato team di tecnici molto operativi in quegli anni, che avevano collaborato con la MIramax degli Weinstein a successi come Scream, Scream 2 e So cosa hai fatto, compreso soprattutto lo sceneggiatore (quì non accreditato) Kevin Williamson. Con una rischiosa data per l’esordio al cinema (agosto 1998), Halloween H20, diretto alla fine dal competente Steve Miner, fu il più cospicuo successo della serie, incassando ben 75 milioni di dollari (compreso il mercato home-video) a fronte di un budget di 15 milioni. Sfortunatamente, il successo del film fu tale che la produzione decise di proseguire con un ulteriore capitolo, il quale si rivelò talmente brutto che ad oggi almeno il sottoscritto non lo considera neppure. Riprenderò successivamente il discorso.

Sono passati esattamente vent’anni dalla presunta morte di Michael Myers, in quanto nel secondo film non è mai stato trovato il cadavere dell’assassino. È il giorno di Halloween e sono iniziati i preparativi della festa. Un’infermiera di mezza età torna a casa sua ma nota qualcosa di strano. Si tratta di Marion Whittington, assistente storica del dottor Loomis, recentemente scomparso. Qualcuno è entrato in casa e così, in preda al panico, si precipita dai vicini a chiedere aiuto. In casa ci sono due ragazzi un po’ problematici che si offrono di aiutare la signora chiamando la polizia. Uno dei due decide di andare a dare un’occhiata in casa della vicina e così si arma di una mazza da hockey. Inizialmente sembra tutto a posto ma poi si accorge che lo studio è stato messo a soqquadro. Cala la sera e il ragazzo esce dalla casa avvertendo H20_2la signora che non c’è nulla di cui preoccuparsi. Lei a questo punto rientra in casa ma si rende conto di non essere sola. Entrando nello studio vede che le cartelle cliniche da lei custodite sono state semplicemente spostate ma guardando meglio si accorge che il contenuto di una cartella in particolare è scomparso; si tratta della cartella di Laurie Strode. In preda ad un terribile sospetto si riprecipita dai vicini ma appena apre la porta si accorge che i ragazzi che l’avevano aiutata sono stati brutalmente uccisi: uno è morto con uno scarpone da hockey infilato nella faccia e l’altro viene trovato dalla donna mentre cerca di fuggire dal retro. Ed è proprio qui che il sospetto della donna si rivela fondato: ad aspettarla li c’era Michael Myers. Mentre cerca di scappare da una finestra l’assassino le taglia la gola, uccidendola. Alle prime luci dell’alba la polizia è sul posto e rinviene i cadaveri. L’ispettore affidato al caso pensa in primis ad un possibile ritorno di Myers, ma il suo collega lo depista dicendo che sarebbe troppo anziano per commettere gli omicidi. Nel frattempo una donna ha un incubo e si sveglia urlando. Si tratta di Keri Tate, preside di una prestigiosa scuola privata in cui studia anche suo figlio. In realtà si tratta di Laurie Strode che ha cambiato identità per impedire al fratello di trovarla e quindi tentare nuovamente di ucciderla, facendole rivivere H20_3l’incubo di vent’anni prima. In seguito all’esperienza vissuta Laurie vive costantemente con le proprie paure, si sfoga con l’alcool e fa pesare tutto sul figlio, con cui è molto apprensiva. La scuola organizza un weekend al parco di Yosemity e Laurie vieta al figlio di andarci per paura che Michael possa trovarlo. Dopo una lite Laurie cambia idea e per il bene del figlio decide di acconsentire. Il figlio però si è già organizzato con degli amici per rimanere nel campus, ingannando così la madre che lo crede al campeggio. Michael nel frattempo arriva al campus e consuma nuovamente una strage, uccidendo due degli amici del figlio di Laurie che a stento riesce a salvarsi (insieme alla sua ragazza), soccorso dalla madre. Dopo aver fatto allontanare suo figlio dal campus Laurie decide di affrontare una volta per tutte le sue paure e sfida Michael…

Siate certi che il settimo ed ultimo capitolo della saga non è migliore del primo film (sarebbe un insulto al genio di Carpenter), ma con molta probabilità è il miglior sequel della serie, anche prima del dignitosissimo Signore della morte del 1981. Diciamo innanzitutto che in questo ultimo atto si respira un’atmosfera familiare, non la stessa del primo film, ma più una concreta vicinanza con i primi due Scream. H20_5Il cast tecnico (Miner, John Ottman alle musiche, Patrick Lussier alla fotografia) lavora come sa fare e il prodotto sembra confezionato a misura di spettatore anni ’90, ma è un usato garantito. Nel contesto molto simile ai film citati è stata aggiunta un pò di materia classica: un’ottima Jamie Lee Curtis, padrona assoluta della scena; un delizioso cameo di mamma Janet Leigh con tanto di battuta riferita al primo Halloween mentre la musica cambia improvvisamente per ricordare chi ha interpretato in passato (guai a voi se chiedete) e con una macchina che aggiunge ancora più sapore al suo geniale intervento; un ottima squadra di attori intorno alla protagonista, tra questi l’esordiente Josh Hartnett e la già famosa Michelle Williams. In aggiunta, ci sono tre importanti cose da sottolineare: l’assenza di Donald Pleasance (morto nel ’95), storico antagonista di Michael, non si sente e viene doverosamente ricordato nei titoli di test; la tensione regge dal primo all’ultimo minuto e ciò significa che Michale Myers ha avuto un finale dignitosissimo; per una volta la protagonista, invece di scappare, prende coraggio e sfida all’ultimo colpo il suo nemico e le sue paure, un cambio di rotta che conquista definitivamente. H20_4Steve Miner, esperto tecnico di Hollywood e regista di due capitoli di Venerdì 13, dimostra tutta la sua capacità confezionando un battagliero atto finale degno del nome che porta.

Piccola digressione sull’ottavo capitolo: non esiste. Si sono sbagliati. È stato girato in gran segreto dai radical chic per poi far girare la storia che la gente va a vedere cose del genere. È stato un adepto di Enrico Ghezzi, non Rosenthal come dice Wikipedia…La saga di Halloween termina nel 1998.

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