Circa 13 anni fa usciva nei cinema uno dei più emozionanti capitoli di Harry Potter, l’atto in cui vengono disposte le pedine prima del lungo scontro finale. Era “Il principe mezzosangue”, il secondo diretto dal celebre David Yates (il quale si occuperà di terminare la saga e di dirigere tutti gli Animali fantastici negli anni a venire), pellicola che culminava con la morte di Silente e la dichiarazione di guerra dell’esercito di Voldemort, con i tre maghi che guardavano preoccupati l’orizzonte pronti a combattere le forze del male.
I Duffer Bros, probabilmente spinti da Netflix, hanno scelto di usare lo stesso schema narrativo e iniziato a sistemare le pedine per la stagione che chiuderà una delle più iconiche serie degli ultimi anni nella storia del piccolo schermo (e che meriterebbe uno schermo più grande se non fosse per la durata).
Stranger Things si appresta quindi all’ultima cavalcata, certamente non prima di un paio d’anni. Siamo tutti speranzosi che le numerose sottotrame possano avere una degna conclusione a prescindere dalla linea principale che vede una Hawkins in stato di guerra, dilaniata dal più grande squarcio fra il nostro mondo e l’ormai iconico Sottosopra.
Il gruppo riunito al termine di un lunghissimo viaggio dovrà fare quadrato per evitare la fine del mondo.
Gli ultimi due lunghissimi episodi di questa stagione escono a distanza di oltre un mese dalla messa in onda dei primi sette, per un totale di circa 15 ore di visione, una stagione lunga praticamente il doppio rispetto alle precedenti tre e che se la prende comoda nel raccontarci le quattro linee narrative che vanno ad incrociarsi proprio negli ultimi dieci minuti di tutta la stagione con l’arrivo di Joyce e Hopper a casa Byers, riusciti incredibilmente a fuggire dalla Kamchatka e a tornare in Indiana.
Nancy Wheeler (Natalia Dyer), posseduta da Vecna-Henry Creel-001 non viene uccisa ma scelta per essere testimone del futuro oscuro che attende Hawkins e tutti i suoi abitanti: la ragazza tornata cosciente fra le braccia del suo ex-ragazzo Steve spiega terrorizzata a tutto il gruppo cosa le ha mostrato il loro nuovo nemico.
La banda quasi al completo decide di contrattaccare il mostro con una complessa strategia la quale comporta l’acquista di molte armi: grazie Eddie il gruppo si dirige in uno store specializzato chiamato War Zone.
Nel frattempo, Joyce e Hopper, finalmente ritrovati, assieme a Murray, Yuri e Antonov scoprono che nella prigione russa ci sono altri democani, demogorgoni e una non ben definita creatura intrappolati nella struttura: il gruppo si mette comunque in fuga per tornare a casa, ma saranno costretti a fare retro-march quando capiranno che per indebolire la nuova minaccia che pende su Hawkins dovranno distruggere ogni creatura nel carcere sovietico.
Undici, credendo di poter essere pronta per affrontare 001 viene bloccata inizialmente dal Dott. Brennan per terminare il proprio allenamento, ma lo specialista accusato dalla stessa ragazza di essere stato un mostro in passato e pressato dall’arrivo dei militari guidati dal Colonnello Sullivan, libera la ragazza sacrificando la sua vita. Undici, grazie anche all’arrivo di Mike, Argyle e i fratelli Byers riuscirà a scappare verso Hawkins, non prima di aver salutato per l’ultima volta l’ambiguo Papà.
Nell’ultimo lungo episodio vediamo il gruppo di Hawkins separarsi nuovamente: Erika, Lucas e Max entrano nella casa di Henry Creel nel mondo reale; Nancy, Steve e Robin fanno lo stesso ma nel Sottosopra; Eddie e Dustin fanno da esca per attirare il maggior numero di Demobats verso di loro.
Sulla strada che porterebbe dal Nevada all’Indiana, il gruppo di Mike e Undici capisce di non riuscire ad arrivare in tempo ad Hawkins e così, grazie ad Argyle e Jonathan, ricreano in un punto Surfer Pizza chiuso una vasca sensoriale in grado di permettere a Undici, con i suoi poteri, di combattere 001 a distanza qualora fosse entrato nella testa di Max, ultima vittima prescelta.
A casa Creel nel mondo reale, il capitano degli Hawkins Tiger Jason, attacca Lucas accusandolo come traditore e di essere un componente attivo dell’Hellfire’s Club di Eddie, creduto come santone e primo capro espiatorio delle uccisioni nei giorni precedenti. Durante lo scontro fisico Lucas ha inizialmente la peggio, ma nel momento in cui sembra rispondere a Jason, Max viene uccisa da Vecna. Difatti, Undici è stata momentaneamente bloccata dal suo rivale e non è riuscita ad ostacolare la morte della sua amica che comunque non viene completamente “terminata”. La ragazza crolla fra le braccia di Lucas in stato semi-cosciente ma muore poco dopo con tutti gli arti spezzati e incapace di vedere.
Grazie al supporto a distanza di Mike e Will, Undici riesce a divincolarsi dalle viscide catene di Vecna e scatena tutta la sua furia vendicativa, mentre Nancy, Steve e Robin inizialmente intrappolati dalle infinite estremità del nemico, salgono nella soffitta di Casa Creel e gli danno fuoco con le molotov che avevano preparato: gravemente ferito, 001 si sgancia dalla sede in cui attacca le sue vittime ed è costretto a lanciarsi alla finestra più alta della casa dopo aver incassato anche svariate pallottole scoppiate dal fucile di Nancy. Il trio, dopo aver messo fuori combattimento il mostro, corre giu in giardino per constatarne la morte ma Vecna non è lì.
Eddie, che intanto aveva attirato tutti i pipistrelli possibili con un rabbioso assolo di chitarra sulle note di Master of Puppets dei Metallica, dà la possibilità a Dustin di scappare ulteriormente sacrificando se stesso e correndo all’impazzata con una BMX, restando solo a sfidare una vera tempesta di Demobats. Al termine della battaglia, uno zoppicante Dustin lo soccorre e lo assiste negli ultimi momenti di vita poichè le numerose ferite riportate non gli hanno dato scampo.
Grazie alla crescita dei suoi poteri, Undici riesce a riportare in vita Max che resta comunque in uno stato di coma, ma l’interruzione di oltre un minuto del battito cardiaco della ragazza fa sì che la profezia di Vecna si avveri e un’enorme squarcio dilania le strade di Hawinks facendo così numerose vittime e danni alla città.
Due giorni dopo Max è in ospedale in coma mentre Lucas le fa compagnia e Undici viene a trovarla: mentre la città ha allestito una struttura d’emergenza nella palestra della scuola, il gruppo finalmente si riunisce e tutti riabbracciano Hopper, creduto morto fino a quel momento dopo i fatti legati alla terza stagione. Will, che non ha dichiarato apertamente il suo amore nei confronti di Mike, sente nuovamente i brividi dietro il collo e avverte che Vecna è ferito ma non morto e che tornerà per prendere tutto e tutti.
Nel frattempo il mondo reale assiste all’arrivo delle particelle del Sottosopra…
La quarta stagione quindi si conclude seguendo il modello Harry Potter ovvero con l’avanzata delle forze del male e il gruppo di eroi consci che la prossima sarà la battaglia finale. La stagione più lunga di tutta la serie (fino ad ora) si prepara a quello che noi tutti speriamo sia un finale degno ma che rischia anche molto. In pratica o sarà un “gran finale” o un crack. Quasi tutte le sottotrame non sono state chiuse e alcuni personaggi sono rimasti davvero intrappolati in una bolla narrativa (vedi Jonathan, praticamente inutile la sua presenza per tutta la stagione), tutto giustificato se con gli ultimi episodi la ditta Duffers & co. riuscirà a chiudere il cerchio, pratica ultimamente sempre più complicata per le produzioni delle serie tv.
Sebbene la stagione sia la più ricolma di emozioni e la migliore (fata eccezione per la prima he aveva gettato le basi) delle ultime tre, Stranger Things 4 non è esente da alcuni difetti piuttosto chiari, uno su tutti la gestione della messa in onda e della durata. Sembra una scelta dell’ultimo minuto quella di spaccare in modo così strambo una stagione composta da nove episodi, probabilmente l’episodio 7 era quello con i cliffhanger più marcati rispetto agli altri, ma è una scelta che resta molto discutibile. La durata degli episodi è davvero esagerata (per carità, a tutti noi piace restare incollati per più ore al mondo di Hawkins e dintorni) e ogni episodio tende a soffrire questo aspetto, l’ultimo specialmente con un finale interminabile.
Un altro problema è il coraggio che manca ai Duffers. Arrivati alla quarta stagione, con un gruppo molto ampio di personaggi (buoni), si dovrebbe eliminare qualcuno ma ancora una volta questo non accade. Eddie, come Alexei nella terza e Bob nella seconda stagione, è un personaggio molto interessante e piacevole che fa un percorso e muore da eroe, stessa sorte toccata a quelli sopra citati. I Duffer Bros non hanno avuto il coraggio di eliminare nessuno del cast principale, considerando che Max è in pessime condizioni ma viva e Hopper che era morto nella terza è tornato e più in forma di prima. Questa scelta di produzione, seppur io sia affezionato a tutti quanti i personaggi, va a svantaggio anche perchè l’arco narrativo totale è molto più ampio delle precedenti stagioni.
E ancora, personaggi-macchiette. Robin, Murray, Yuri e soprattutto Joyce tendono ad enfatizzare troppo le loro caratteristiche: mamma Byers (una Winona Ryder mai vista così invecchiata) è quella che ne risente più di tutti, seguita dal personaggio di Murray (Brett Gelman) che è la versione circense di quello conosciuto e molto apprezzato nella seconda stagione. I due assieme a Yuri, che è fastidioso come Jar Jar Binks nel risolvere problemi, si ritrovano assieme durante le scene legate alla loro fuga con l’elicottero: è il punto più basso della stagione. Una chiara perdita di tempo che annoierebbe anche un bambino di 8 anni appassionato di elicotteri. Infine Robin (Maya Hawke), la quale oltre ad un colorito monologo nel manicomio durante la quarta puntata, ha molto meno spazio e il suo personaggio si scolorisce terminando con una possibile liaison con la ragazza conosciuta nella banda.
Spezzo invece una lancia in favore di Steve Harrington (Joe Keery), il quale dopo aver collezionato apparentemente l’ennesimo due di picche con Nancy, sembrerebbe pronto a tornare insieme alla sua ex nella prossima stagione (è solamente una sensazione, ma ci credo abbastanza).
Will, che nell’ottavo episodio si prende cinque minuti di ottimo acting per un dei momenti più toccanti della stagione, continua a perdere terreno nella gerarchia dei protagonisti. Fa peggio Mike che oltre ad incitare Undici a combattere contro la sua nemesi, sembra che sia stato derubato di tutte le emozioni di un comune essere umano.
Penserete, ma allora perchè è la migliore delle stagioni fino ad ora?
Il motivo è semplice e si chiama Vecna. Il nemico, il Boss è un vero capolavoro. Seppur sia un mix di numerosi villain del passato (Pennywise, Freddy Krueger, Sutter Cane e i cenobiti di Hellraiser), il personaggio interpretato da quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio, che risponde al nome di Jamie Campbell Bower, è il vero punto di forza di questa stagione assieme a Eddie Munson, due facce della stessa medaglia che combattono la loro personale battaglia, contro tutto e tutti. Uno purtroppo ci ha lasciato (e io a questo punto avrei preferito fosse stato Steve, che non si è evoluto molto rispetto alla stagione precedente) ma sarà ricordato per sempre dai fan; l’altro, Vecna, avrà ancora una stagione per definire la sua potente personalità.
Un altro punto di forza è ciò che circonda il mondo di 001, specialmente l’orologio a pendolo, inquietante simbolo profetico e ammonitore, nonchè la crudezza delle morti delle sue fragili vittime (si mormora che nella prima stagione, nella scena in cui Will scompare, si sentano i quattro rintocchi di quel pendolo).
Segue certamente un epico scontro finale infiocchettato da un lavoro eccellente del montaggio e della fotografia, probabilmente i migliori di tutta la serie visti fino ad ora. La cura dei dettagli scenografici e la colonna sonora non andrebbero neanche citati visto che sono il marchio di fabbrica di questa serie.
In conclusione, Stranger Things 4 ha una durata talmente lunga che risulta quasi impossibile dare un voto al lavoro complessivo, un po’ come fu Twin Peaks nel 2017. La quarta stagione ha sicuramente un passo in più per ciò che riguarda la parte tecnica e una trama di base più spaventosa. Sull’altro piatto della bilancia c’è una diluizione delle sottotrame che getta continuamente acqua sul fuoco acceso dal mondo di Vecna. Quel che è certo è che si tratta di una fatica cinematografica ricolma di caratteristiche tali da regalarci sensazioni contrastanti, a volte i brividi a volte la noia, delle ottime caratterizzazioni e delle macchiette ridicole. Resta un senso di grande appagamento ma allo stesso tempo anche la percezione che non tutto è andato nel modo giusto, anzi.
Vecna, il principe mezzosangue è in archivio. Ora sotto con i Doni della morte.